Non so cosa mi prende all'improvviso, inizio a sudare sotto alle coperte e il mio sonno si spezza come un fragile spago.
Apro gli occhi di scatto e mi sveglio con un'idea fissa in mente: non andare da Peter.
Sembra quasi un pensiero messo da qualcun'altro per non farmi fare qualcosa che lui non vuole farmi fare; sensazione diffusa no? Chi non prova tutto ciò appena sveglio?
Punto i miei occhi sulla sveglia e sospiro, sono solo le sei, ed è domenica, cosa dovrei fare?
Un'idea malsana e a detta del mio inconscio totalmente sbagliata, mi balza in testa; mi alzo dal letto e inizio a vestirmi.
Dopo pochi minuti sono pronto per un viaggio con la jeep, destinazione: manicomio, echo house, l'ho sempre odiato e sempre lo odierò, ha qualcosa di malvagio, e sono sicuro che non sono solo le mura a renderlo tetro e per niente ospitabile, ma anche tutti i medici, se si possono definire tali, al suo interno.
Posteggio l'auto davanti alla struttura e dopo qualche secondo di titubanza entro al suo interno.
La grande sala che contiene solo la scrivania della segretaria fa riecheggiare i miei passi così da far alzare il viso alla donna.
"Peter Hale" la donna quasi mi ignora ma ritento, la mia mente non voleva che io venissi qui e quindi ormai niente mi può tirare in dietro dall'incontrare il pazzo, rinchiuso e immortale lupo mannaro fissato con le magliette con lo scollo a V.
La donna sembra titubare: "in realtà servirebbe un documento, e un appuntamento"
Io di ripicca la guardo negli occhi: "io lo devo incontrare subito." Di colpo sento un fischio e la donna sembra ghiacciarsi all'istante.
Dovrei pulirmi di più le orecchie.
Osservo la donna che ora sembra essersi scongelata, come se fosse manovrata da una forza superiore si alza e inizia a percorrere battendo i tacchi per il corridoio così da creare un eco quasi assillante: "seguimi" così faccio rimanendo in silenzio.
Mi fa entrare in un secondo corridoio e chiude un cancello bianco alle mie spalle facendomi cenno di avanzare da solo, così faccio con passo sicuro; raggiungo l'unica cella che non sembra disabitata e ci butto un occhio dentro; di colpo la faccia dell'uomo compare nell'ombra facendomi fare un passo indietro per via dello spavento. "STILES!" Urla lui fin troppo felice di vedermi "finalmente ti sei svegliato! Oh finalmente puoi farmi uscire da qui! Si forza fallo!" Urla lui con le mani strette attorno alle sbarre bianche di ferro che ci dividono; lo guardo confuso. "Cosa scusa?" Domando alzando una sopracciglia "sei impazzito del tutto qua dentro" borbotto.
Lui ringhia come un cane in gabbia. "Vai da Derek! Lui ti spiegherà tutto e poi vienimi a levare da questa situazione!"
Derek, è da giorni che penso a lui e non avendo ancora trovato una scusa per andarlo a trovare non l'ho ancora incontrato, è troppo orgoglioso per venire prima lui da me.
Faccio un passo indietro e inizio a retrocedere. "Ah Stiles!" Urla lui richiamandomi, mi fermo di colpo. "Come sta Malia? È ancora con mascella storta?" Chiede con tono paterno, è la prima volta che guardo Peter rendendomi contro che oltre ad essere pazzo, assassino, immortale e altre mille caratteristiche che ora non sto ad elencare è un padre, più o meno premuroso.
"Si"
"Spero che si risolva tutto presto, non la voglio vedere con lui"
"Chi e cosa si deve risolvere?"
"Niente, muoviti" urla facendomi segno di andarmene.
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Branco |Sterek|
FanficVi immaginate un mondo perfetto? E se vi ci ritrovassi al suo interno? Vi piacerebbe veramente? A me è successo e ora quello che dovrebbe essere la perfezione è diventato l'inferno ma per fortuna c'è lui...