17.

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Non sapevo dove stavo andando ma ne ero felice. Chiesi a una donna dove fosse diretto l'autobus, ma non rispose. Iniziò a guardarmi con uno  sguardo che giudicava, disgustato. Accentuando con una smorfia le rughe che aveva in volto e sul collo.
L'autobus si era fermato in una cittadina che a prima vista sembrava accogliente. Moderna ma non troppo.
Scesi dall'autobus e entrai in un bar.
Appena superata la porta ebbi tutti gli occhi degli uomini presenti addosso.
Sorridevano, facevano l'occhiolino e raggiunsi di fretta il bancone.
Di fronte mi trovai un uomo dalla mezza età, trentenne, con capelli neri a spazzola.
Non era bello ma aveva fascino.
"sola?" mi chiese porgendomi un bicchiere di acqua. Per fortuna sapeva parlare la mia lingua.
"si"
"cosa ci fa una ragazza bella come te in questa cittadina di furfanti?"
"lunga storia"
"hai un posto dove andare?"
"non ancora"
"se vuoi ho una camera libera, solo 35 euro a notte"
"beh credo sia un ottima idea, anche perché non so dove altro andare"
"vieni te la faccio vedere"
Salimmo al piano superiore del bar
"non é il massimo ma per me è ottimo stare sopra al bar"
La camera era molto rustica, un pó impolverata ma adorabile.
"magari questa sera ti posso portare a fare un giro, magari mi racconti la storia che ti ha portato qui"
Sorrise e all'improvviso sentii entrare un uomo, spalancò le porte con estrema forte.
Riconobbi subito il suo profumo, quella colonia che mi restava addosso ogni sera, riconobbi quel passo,  la pressione che esercitava sui piedi quando era arrabbiato era riconoscibile a metri di distanza.
"melody" urlò Luke
"hey ragazzo calmati" disse il ragazzo mettendosi di fronte a me per proteggermi.
Luke mise una mano in tasca e tirò fuori una pistola puntandola alla testa del ragazzo.
"io penso sia meglio che tu ti allontani dalla mia donna"
"tua donna" dissi io in tono ironico e  con sguardo di sfida.
Il ragazzo gli saltò addosso cercando di togliergli la pistola dalle mani.
Sentii un colpo e appena  vidi il corpo del ragazzo a terra mi voltai dall'altra parte.
Non riuscivo a guardare e avevo paura.
Sentii una presa sulla spalla e facendomi girare  fece incontrare i nostri sguardi.
Avvicinò le sue labbra al mio orecchio destro e sussurrando mi disse
"non puoi neanche immaginare cosa ti succederà adesso"
I miei  occhi diventarono sempre più pesanti, e sentivo dolore al petto. Era paura, era ansia.
Feci piccoli sospiri.
"hai intenzione di salire autonomamente  in macchina o ti devo rompere le gambe e farti strisciare fino alla portiera?" continuò lui facendomi scendere una lacrima.
Iniziai a camminare e mano nella mano salimmo in auto.
Durante l'inizio del tragitto lui stava sul lato opposto al mio, muto, con gli occhiali da sole, a guardare l'asfalto.
" cosa credevi di fare? " disse lui rompendo il silenzio
"dopo tutto quello che è successo pensavi davvero che ti avrei lasciato perdere e andare via così"
"dopo quello che è successo credevi sarei rimasta lì?"

Restò in silenzio e volse la testa verso il finestrino continuando a guardare la strada.
Tornammo all'albergo e entrati in camera mi misi seduta sul letto e mi incominciai a spogliare.

"cosa stai facendo?" chiese lui bloccandomi con la mano.

"so quello che sta per succedere" aggiunsi io normalmente

Rimase immobile e poi lasciò la presa.

Si mise seduto sul letto e si tolse i pantaloni e le mutande.
Si accese una sigaretta guardandomi disse
"sai quello che devi fare"
Aspirò la sigaretta e io mi abbassai tra le sue gambe ora divaricate.
"prendimi un preservativo prima"

Andai verso la valigia.
All'interno trovai solo altri segreti.
"Luke .."
Girò il volto verso di me e furioso disse
"ma perché cazzo l'hai aperta, lo sai bene che li ho nel cassetto. Chiudila subito!"

Si alzò e chiuse la valigia furioso.
Mi  spinse facendomi cadere a terra.
"sono cose che non ti riguardano"

Si girò per prendere il preservativo nel cassetto del comodino, e velocemente aprii la valigia presi ciò che avevo visto chiudendomi poi  in bagno.
Luke furioso incominciò a sbattere pugni contro la porta e a gridare
"tanto dovrai uscire prima o poi e saranno cavolo tuoi"
Era seduta sul pavimento e non curandomi delle sue parole pensai solo a quello che avevo adesso in mano.
"cartella clinica, laboratorio di oncologia"
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My Evil L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora