"Eccomi qui.
Tra coloro che non hanno vita,
Dispersa nell'immenso oceano in
Questa maledetta tempesta."Cara nonna,
Io le sento ancora le tue parole,
Tu senti le mie? La mia voce non è la stessa lo so, non è più frizzante come quella di una bambina,lo so.
La mia voce adesso trema al solo rumore delle onde, al solo timore degli uccelli.
La mia voce trema perché non ha il coraggio di parlare.
E allora dimmi nonna, cosa posso fare ? Lo posso affrontare ?
No che non posso, mi ha già fatto troppo male, nonna.
Tu sola mi conosci, perché tu sola hai conosciuto la mia debolezza.
Tu sola hai saputo cogliere in me quella parte che nessuno voleva vedere, no, a te non importava.
Tu sapevi cosa portavo dentro, e allora stavi lì accanto a me, cercando di aiutarmi a portare quel macigno troppo pesante per una bambina di soli 11 anni.
Perché tu c'eri già passata, nonostante sapessi che non era possibile paragonarmi a te e il tuo burrascoso passato. E lo sapevo anch'io.
Grazie,Tua Elena.
~•~•~•~•~•~•~•
L'inverno è arrivato, e le mie lacrime si fanno spazio nel mio viso.
Il cielo ha chiuso le sue porte, e io non posso far altro, se non stare qui ad osservarlo mentre cerca con facile riuscita ad entrare nella mia vita.Le urla del cielo arrivano dritte nella mia testa, provocando in me forti vibrazioni e le mie orecchie avvertono boati causati da questi suoni.
Le lacrime continuano a fare a gara nel mio viso offuscando la mia vista, e cosi lentamente atterro sul pavimento, alleggerendo la mia mente.
Non riesco più a sorridere, non riesco più a pensare, non posso più soffrire, non posso più sopportare questo enorme caos, mi accompagna da troppo tempo, in silenzio, ma adesso ha deciso di far ascoltare la sua voce e le sue parole.
Non sono parole di conforto, ma cercano sono di distruggerti dentro, di spezzare ogni angolo del tuo cuore.
Lui ci prova e ci riesce.Ma adesso che lui conosce ogni mio punto debole non sarà semplice,
Io sto crollando, non riesco più a guardarlo negli occhi, ma non posso avere paura, eppure ne ho tanta.La paura
Ti accompagna dalla nascita, da quando il corpo prende l'anima, e la rinchiude dentro di sé. Egli riesce a creare una barriera in torno a te e il tempo col tuo permesso la costruisce. Il corpo da la possibilità all'anima di proteggersi dai mali che ci sono attorno, di creare il proprio scudo. Però più si va avanti, più si inizia a prendere possesso del proprio corpo e man mano che vai crescendo, il tuo corpo cambia forma, con lui cambia anche l'anima. Inizia a fare suo, tutto il male che ha attorno. Provando ad arricchire lo scudo che con cura ha provato a creare.
Ma cosa succede, se il male prova a sfidarti ? Cosa succede se decide di farlo troppo presto ?
È qui che entra in gioco la paura. Che lentamente distruggere tutto lo scudo, briciola dopo briciola cade a terra e ti lascia inerme e spoglia. Rimane solo la tua ansia, la tua paura e la tua anima.È così che mi sento adesso nuda. senza il mio corpo a proteggermi e farmi da scudo. Solo io. Sola, ad affrontare il mio male più grande.
È così che mi sentivo a 11 anni. Sola ad affrontare un male che ancora nemmeno conoscevo come tale.Così mi sentivo all'ora e così mi sento ora, sono passati giorni, mesi, ed anni, eppure non sono riuscita a ricostruire quella fortezza. Ogni giorno che alzavo un muro, qualcosa lo ridistruggeva, ogniqualvolta che poggiavo una pietra, quella mi tornava indietro, e più andavo avanti più quelle pietre mi si scagliavano contro.
Ed è sempre dalla paura che nasce, e crea, qualcosa di più grande, qualcosa di imparagonabile, pronto a distruggere anche quella piccola briciola di umanità che ti rimane, piccoli sentimenti su cui ti aggrappi con le poche forze che ti rimangono e di cui non riesci più a fare a me.
Lentamente arriva stravolgendoti le giornate.~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•
Sono le quattro e mezza del pomeriggio. La tempesta sembra essere passata. Ma lei sa. Lei sa che non è così. Quella sarà stata solo passeggera. Come quando in una giornata pigra, decidi scendere nel paese. Come quando vai a trovare parenti che non vedi mai, se non fare un saluto nei giorni rossi del calendario. Passeggero.
Lo è la rondine, che passa tutta la vita viaggiando da un paese ad un altro. Che si ferma qualche giorno per fare un saluto ma poi va via subito. Con solo poca tregua.Ma la rondine, lei che conosce il suo destino, non si arrende continua con forza senza disperazione, va avanti per la sua strada, perché sa di avere una potenza così grande che in pochi posseggono. La libertà.
La mia nonna me lo disse una volta.
"La libertà, è l'unica amica che
non potrai e non dovrai
mai perdere"
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un amore per il futuro
Short StoryLa solitudine oramai è parte di me, le mie monotone giornate, proseguono sempre con un velo di tristezza, da quei lontani giorni, che hanno lasciato cicatrici ancora aperte. La delusione di persone, a me all'ora care, mi ha reso sola. Conseguendo...