Fuori controllo

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Preso dal panico dopo quello che mi ero lasciato sfuggire , ero uscito come una furia dalla stanza ordinando a Mario di restare li e non muoversi.

Ero furioso con me stesso per non essere riuscito a controllarmi, ed entrai in una delle suite al primo piano dove era in atto un'orgia. Senza pensarci mi buttai nel mezzo presi uno dei ragazzi e glielo spinsi dentro con furia. Le sue urla di piacere risuonavano in tutta la stanza, ma più spingevo e più cresceva qualcosa dentro di me: IL SENSO DI SPORCO.

Una sensazione che solo con Mario non avevo . Ed eccomi li di nuovo ad immaginarlo nudo sul divano del privè dove lo avevo lasciato, ad aspettare il mio ritorno e desiderio e rabbia attraversarono il mio corpo come automobili in autostrada lanciate a folle velocità.

Mi alzai, mi morsi le labbra e mi guardai allo specchio. Il verde dei miei occhi era pieno di un desiderio che intendevo soddisfare.

Lo volevo. Di nuovo. E lo volevo subito.

Scattai, un preservativo in mano e via. Spalancai la porta del privè e lui si voltò di colpo nella mia direzione.

Era in piedi davanti la finestra , gli occhi sbarrati alla vista del mio cazzo e i vestiti addosso. Ero appena, entrato, ma con gli occhi l'avevo già sbattuto contro il muro.

Deglutii. Mi sentivo come qualcuno che non scopava da anni, e il mio record di astinenza aveva la durata massima dei miei viaggi. Dieci giorni. E al mio ritorno nel Poseidon non mi ero mai sentito così. Sul punto di uscire di testa.

Non era nudo.

Aveva appena sfiorato la catenina con il crocefisso.

E il mio sguardo bastò a inchiodarlo al pavimento e a far partire le sue mani.

Sbottonò i jeans, che caddero per terra in un attimo. Poi passò a togliersi gli slip, mentre osservavo il suo corpo ancora mezzo vestito con voglia e irritazione  e lui mi guardava a sua volta.

Si umettò le labbra, continuando a guardarmi. Strappai l'involucro del preservativo e lo infilai mentre la maglietta raggiungeva gli altri capi sul pavimento.

In un momento fui su di lui , lo spinsi e lo placcai contro la parete.

<< Avevo detto nudo>> lo rimproverai con un tono aggressivo.

Mario appariva confuso e spaesato. << Sono passate tre ore. Credevo non saresti tornato e ...>>  tentò di spiegarmi, ma sentirmi pelle a pelle lo mise a tacere. Riusciva anche a percepire cosa accidenti stessi provando?

Il membro mi pulsava al punto da farmi un male atroce.

Volevo essere seppellito dentro di lui, come se non avessi mai fatto sesso in tutta la mia vita. Nemmeno  durante la mia prima volta, mi sono sentito così, con l'asta sul punto di farmi impazzire se non l'avessi accontentata.

<< Sei mai stato scopato contro un muro?>>

Nelle sue iridi nere la paura era scomparsa , ora c'era solo desiderio. Lo stesso bisogno sfrenato che avevo io.

MARIO NON POTEVA SCAPPARE DA ME E IO NON POTEVO SCAPPARE DA LUI. NON ORA.  AVREBBE SEGUITO IL PERCORSO DELLA PERDIZIONE INSIEME A ME.

I suoi occhi erano ancora limpidi, ma stavolta non li avrei fissati. L'avremmo fatto senza guardarci in faccia.

Scosse la testa in segno di diniego. Sarei stato il primo. Questa nuova consapevolezza mandò un nuovo impulso al mio migliore amico.

Lo presi da sotto le ginocchia, alzandolo da terra e scivolai in lui con un unica spinta. Un affondo brusco che lo fece urlare, che mi annebbiò la vista per il piacere che mi invase una volta entrato.

SEI MIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora