L'agnello nella tana del lupo

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<< E' arrivato signore .>>

Lasciai il gin tonic sul tavolino e mi alzai dalla sdraio. << Quarantotto ore<< commentai flettendo le braccia. Il tempismo che volevo, Congedai Martinez e mi rituffai in piscina.

Mario era mio, e lo sarebbe stato per due settimane. Il tempo di soddisfare i miei bisogni e fargli capire l'enorme errore che stava commettendo rinchiudendosi per sempre in quelle quattro mura. Ero curioso di sapere se fosse sufficiente una sola scopata per liberarmi della sua intrusione nella mia testa, ma non me ne sarei accertato subito. Avevo aspettato quasi 3 anni, avrei potuto attendere ancora qualche ora.

Jonas gli avrebbe mostrato la camera e io gli avrei concesso il tempo sufficiente ad ambientarsi, prima di sconvolgerlo con tutto quello che avevo intenzione di fargli.

Nuotai fino al lato opposto della piscina , in mezzo ad alcuni dipendenti che stavano sul punto di scopare e ripensai al giorno prima. Nemmeno Mario era rimasto indifferente al nostro incontro, il modo in cui i suoi occhi si erano accesi, non appena si erano posati su di me, mi aveva confermato che non mi aveva dimenticato. Mi esaltava sapere  di avergli dato il tormento come lui aveva fatto con me. Era come aver pareggiato un gioco che non avevo voluto. Perchè non era possibile che in un singolo incontro io mi fossi giocato i neuroni e che non  fossero ancora riemersi  da quei profondi abissi neri come la pece  in cui lui li aveva catapultati. Un oceano nero del colore delle sue iridi, dove ogni cliente e dipendente nel momento in cui io facevo sesso aveva la sua faccia, i suoi occhi, e un corpo che immaginavo appartenere a lui. Questa cosa doveva finire.

Io ero Claudio Sona.

Io fottevo tutti.

Ma nessuno poteva fottermi.

Nemmeno lui.

L'ultimo ingresso nella casa del piacere mi si avvicinò << Voglio baciarti .>> Lo ignorai  e gettai la testa all'indietro godendomi a sensazione del sole sulla pelle. Invece di andarsene a fanculo insistè. << Sono etero ma vorrei un bacio. Duecentoimila euro nel tuo ufficio tra poco per un bacio in questo momento>>. Feci un sorriso sarcastico << il fatto che tu voglia baciarmi e mi stia facendo un succhiotto dimostra quanto poco etero sei >>.

<<Sono solo curioso di avere un bacio dalla bestia >> sussurrò.

<< Ehi, capo, un moretto ci sta fissando dal ponte>>. Restai con gli occhi chiusi mentre un presentimento si faceva largo in me. Il ragazzo mi lecco il lobo << sembra minorenne>>. Un'affermazione che confermò i miei sospetti : Mario aveva lasciato la sua stanza. Qualcuno l'aveva portato da me, perchè non avrebbe potuto trovarmi da solo. Ma chi? Quell'indisponente di Jonas o quell'infame di Oscar?

<< Continua a guardarci>> commentò il rompicoglioni toccandomi il petto. Decisi di scioccarlo, per farlo pentire di non essere rimasto nella sua stanza come avevo ordinato.

<< Un assegno di duecentomila euro tra 5 minuti>>. Spalancai gli occhi e mi avventai sul ragazzo come una piovra. Non pensava a quanto mi facesse schifo , pensavo solo che lui stava guardando. E questo era abbastanza divertente da farmi tollerare la sua saliva per un pò. Poi lo lasciai andare e passai a sondarlo : era sconvolto.

Gli sorrisi trionfale. Poi rivolsi uno sguardo omicida a Oscar , fermo al suo fianco che sorrideva.

<< Chi ti ha autorizzato di portarlo in giro? >>

<< Autorizzato?>>, ignorai l'intromissione di Mario e continuai a rivolgermi ad Oscar. << Avevo detto a Jonas di accompagnarlo in camera e lasciarlo li. Lo sapevi>> Perchè cazzo lo aveva portato qui?

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