½. 𝐌𝐈𝐀𝐌𝐈, 𝐌𝐈 𝐀𝐌𝐈?

43 4 0
                                    

𝐌𝐈𝐀𝐌𝐈, 𝐌𝐈 𝐀𝐌𝐈?

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

𝐌𝐈𝐀𝐌𝐈, 𝐌𝐈 𝐀𝐌𝐈?

𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐞

A Raven sudarono le mani. D'un tratto i glitter con cui aveva cosparso il corpo le sembrarono eccessivi. I vestiti troppo poco per una serata del genere. Insomma... era la prima volta, in tutta la sua vita, che si sarebbe trovata su un palco. A cantare. Da sola.

"Non credo... io non... no."

"Per la prima volta la piccola Raven è senza parole.", disse Yuri compiaciuto.

Lei si voltò. "Yuri." allungò le mani sul bancone, sporgendosi verso di lui, "Yuri se mi farai cantare sarà un disastro. La gente si annoierà e se ne andrà. Nessuno vorrà mai più venire nel tuo locale. Farò solo brutta figura e una cattiva pubblicità al BloodLust. Dai Yuri diglielo tu che non sono pronta."

Yuri la squadrò. "Se Marvin dice che sei pronta, sei pronta."

Marvin le diede una pacca sulla spalla. Ora aveva il palmo cosparso di brillantini. "Su Raven o la gente si annoierà sul serio. Non vorrai mica far arrabbiare Yuri, non è vero?"

Raven si voltò verso di lui. "Marvin, io... non so cosa cantare. Non sono per niente pronta. Non ho provato nulla. Io non so stare sul palco. Sai che figura ci faccio ad andare dopo di te?"

"Non farai brutta figura Raven. Ti ho insegnato bene. Canta quella canzone che abbiamo provato insieme con la chitarra acustica. Se sarai davvero tremenda allora io e Yuri cancelleremo la memoria a tutti i presenti, Vampiri compresi, e nessuno saprà della tua figuraccia.", disse soddisfatto.

Raven ci sperò davvero. Prese un respiro profondo e scese dall'alto sgabello. Marvin la imitò, ora erano in piedi uno davanti all'altro. Lei lo abbracciò di impulso. Non era mai stata così spudorata, con lui. Era pericoloso stare vicino ad un Vampiro, che fosse giovane o meno. Marvin si irrigidì e le diede dei colpetti sulla testa come se fosse un cane, ma Raven sorrise lo stesso, la guancia appoggiata sulla sua camicia sgualcita.

Si staccò da lui e fece un passo indietro. "Mi dispiace. Grazie."

Marvin potè solo annuire.

Raven si fece strada tra la calca di gente ancora in mezzo alla pista da ballo, nonostante l'assenza di musica, e arrivò sotto il palco arrancando.

Sentiva il cuore battere contro la cassa toracica come se qualcuno lo avesse preso tra le mani e lo stesse scuotendo; un vuoto allo stomaco come quando saliva sulle montagne russe.

Raven salì le strette scale al lato del palco e prese uno sgabello. Lo portò al centro, di fronte al microfono, che sistemò alla sua altezza.

Prese la chitarra acustica dal supporto.

Avanti Raven. Hai provato questa canzone mille volte con Marvin. Basterà solo concentrarsi e lasciarsi andare alla musica.

Si sedette sullo sgabello, la chitarra poggiata sulle cosce. Una mano al plettro, l'altra sulla tastiera. Si schiarì la voce, che rimbombò per tutto il locale. Qualcuno si voltò verso di lei. Non si aspettavano una ragazzina. Si aspettavano Marvin, la grande star dei Manifests.

Puoi esserlo anche tu. Forse.

Adesso scendo da questo palco. Scendo.

Non seppe come, ma ritrovò il suo sguardo in quello di Marvin. Più tardi, Raven pensò che le avesse fatto qualche trucco da Vampiro per farla calmare, ma in quel momento non ci fece caso.

Un attimo prima stava seduta in silenzio, sguardi stupiti fissi su di lei, l'attimo dopo era già arrivata al secondo ritornello.

Raven lasciò che la musica la guidasse e immaginò di essere ad una delle sessioni di canto con Marvin. Seduti sul bordo del palco, il resto dei Manifests a bere qualche drink al bar prima della serata, che la fissavano con il divertimento dipinto negli occhi.

Le dita della mano sinistra scivolavano sulla tastiera a premere le corde tese, creando note che si espandevano grazie al plettro, umido a causa del sudore della mano destra. Un paio di volte Raven ebbe il terrore che le sarebbe saltato di mano, cadendo in mezzo alla gente che si era radunata sotto al palco. Ma lo tenne forte, e la pelle attorno ai cerotti si fece giallastra.

D'un tratto la chitarra smise di vibrare e la voce di cantare e la sala fu pervasa da applausi. Certo, non erano come quelli fatti ai Manifests, ma Marvin era un Vampiro dalla voce d'angelo, perciò come prima volta poteva andare bene.

Raven sorrise e rimise la chitarra a posto. Sibilò un "grazie" e scese dal palco. Mentre scendeva le scalette si asciugò le mani sui jeans.

Fu accanto a Marvin prima di quanto si aspettasse. Le parve di cadere di peso sullo sgabello. Si stupì di non aver battuto a terra. Un drink color caramello la aspettava già sul bancone. Raven lo bevve d'un fiato. Quello non era di certo un qualche cocktail colorato inventato da Yuri. Pareva più un liquore dalla sua riserva segreta rubata ad un un ufficiale nel 1918.

"Qualunque diavoleria vampiresca tu abbia fatto, sappi che ti ringrazio. Non salirò mai più su un palco in vita mia, neanche se mi pagano."

"Be' è proprio per questo che si vuole diventare artisti: per essere pagati per cose che amiamo fare, ma che ci fanno venire il mal di stomaco."

"I Vampiri non hanno il mal di stomaco.", disse lei con voce arrochita.

Marvin parve un poco offeso, ma disse: "Hai brillato come una stella. Ora Miami ti ama."

"Saranno stati i glitter per il corpo che ti hanno accecato.", sussurrò sarcastica, prendendo la bottiglia che Yuri le aveva lasciato e riempiendo il bicchiere.

Marvin appoggiò un gomito sul bancone in legno, i capelli scuri e lunghi, un po' crespi, gli scivolarono sul braccio.

Fece una sorta di broncio. "Pensavo saresti stata euforica dopo aver cantato."

A Raven pizzicarono gli occhi. "Lo sono.", piagnucolò. "Ma sono anche stata un disastro. Non mi ricordo neanche che canzone ho cantato, né se ho azzeccato qualche nota, tra tutte quelle che c'erano."

"Raven! Sei stata davvero brava.", Raven si voltò. Era stato James, il manager dei Manifests a parlare.

Raven mise una ciocca di capelli dietro all'orecchio. "Oh, grazie.", gli angoli della bocca si tesero un poco.

"Davvero.", fece James, "Tutte quelle sessioni ed esercizi canori ti hanno fatto bene. Marvin è stato bravo.", parve addocchiare qualcuno tra la folla. "Be', ci vediamo Raven. Marvin.", salutò.

Marvin la fissò come per dire 'Te l'avevo detto.'

Poi accadde.

Miami la odiava.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Instagram

@/Silver_Grant_

Bittersweet - Il Sapore Del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora