1. Un assasino inaspettato

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Appena aprii gli occhi mi ritrovai all'interno di una stanza d'ospedale. "Buon risveglio signorina Price" disse una voce femminile. Mi voltai e vidi una simpatica infermiera che mi sorrideva. "Perché mi trovo qui?" chiesi, "Non lo ricorda signorina?" chiese a sua volta l'infermiera; feci no con la testa. Prima che l'infermiera potesse rispondermi, qualcuno la chiamò e fu costretta ad allontanarsi, lasciandomi da sola nella stanza. Mi alzai dal lettino e mi avvicinai alla finestra; poco dopo iniziò a squillare un cellulare. Iniziai a cercarlo, una volta trovato risposi alla chiamata. Appena avvicinai il cellulare all'orecchio, una voce maschile iniziò a parlare "Allora è vero che sei ancora viva..." poi riagganció . Ero turbata non riuscivo a comprendere cosa stessa accadendo. Verso sera finalmente uscii dall'ospedale per tornare a casa. Mentre uscivo dall'edificio, un uomo mi travolse, facendomi cadere a terra; quest'uomo andò via velocemente senza accorgersi di ciò che era successo. Mi alzai un po' intontita per la caduta,ma riuscii ad arrivare alla mia auto e a tornare al mio appartamento. Una volta a casa avevo un assurdo mal di testa perciò decisi di andare subito a dormire.

Dove mi trovavo?... Mi chiedevo, Cos'era quella stanza?... E perché era tutto così scuro?... Avevo mille domande che mi frullavano in testa. Improvvisamente apparve quell'uomo strano che avevo incontrato fuori all'ospedale e con lui c'era anche l'infermiera. I due mi guardavano e sorridevano poi sentii uno sparo, mi voltai nel tentativo di capire da dove provenisse il rumore, ma niente, quando poi mi rigirai, dei due nessuna traccia. Tutto d'un tratto mi ritrovai in una villa, sentii delle urla provenire dal piano di sopra, salii le scale e vedi una sagoma nera che aveva appena sparato ad una donna. Questa sagoma indossava un giubbotto di pelle e su esso c'era una spilla con inciso uno strano simbolo. Poi vidi l'assassino che si stava per girare, ma prima che potessi vederlo in volto...

Suonó la sveglia. Mi alzai di colpo ed andai in cucina a prendere il mio solito caffè. Quando stavo per sedermi al tavolo mi squillò il telefono. Era la centrale c'era un nuovo caso su cui indagare. Arrivai sul luogo dell'omicidio dopo un po'; appena entrai nell'abitazione in cui era avvenuto tutto mi sentii in una sorta di déjà vu. Quella casa mi era familiare. Appena salii al piano di sopra vidi una donna stesa sul pavimento, mi avvicinai al corpo ed Ella, il nostro medico legale, mi disse. "La vittima si chiama Josephine Clark, ha 21 anni. È stata uccida da tre colpi di pistola all'addome. Penso che la vittima conoscesse l'assassino perché non ci sono segni di infrazione, e penso che si conoscessero anche molto bene..." indicó due calici sul tavolino "Impronte dell'assassino sul calice?" chiesi "Nessuna, soltanto quelle della vittima. L'ora del decesso risale alle 11 e mezza di ieri sera, poi ti farò sapere qualcosa in più dopo l'esame della balistica" detto questo Ella si alzò ed andò via. Mi avvicinai a Den, uno dei miei colleghi, insieme interrogammo colui che aveva ritrovato il corpo. Mentre stavamo interrogando l'uomo si avvicinò un agente con in mano una spilla, su questa spilla c'era lo stesso simbolo che avevo visto nel mio sogno. Presi la spilla e dissi a Dan di seguirmi, c'era un solo club ad L.A. con quel simbolo. Ci precipitammo al club "Ora mi spieghi che ci facciamo qui?" chiese Den, "Questo simbolo" dissi mostrandogli l'oggetto "È il simbolo di questo club, ed i membri che ne fanno parte sono tenuti ad indossare questa spilla" dissi, "Quindi pensi che qualcuno di questo club posso aver ucciso Josephine?" chiese Den, "Probabile, non voglio tralasciare alcuna pista" risposi, poi entrammo nel locale. Mostrai la spilla all'uomo che c'era all'entrata,il quale ci aprì la parta facendoci entrare nel locale. Il luogo era pieno di gente, tutti indossavano la spilla e il giubbotto di pelle! Un uomo alto con grosse braccia si avvicinò a noi, "Chi siete? E chi vi ha fatto entrare?" disse con fare minaccioso, "Hey John... il capo vuole parlare con te!" urlò una donna alle spalle dell'uomo. Egli si voltò lasciandoci intravedere una donna minuta che veniva nella nostra direzione. "Scusatelo, a volte John è un po' scontroso" disse sorridendo "Cosa cercate qui?" chiese "In realtà vorremmo parlare con il vostro capo se è possibile" dissi; la donna sorpresa ci fece strada e ci condusse dal capo del club. Una volta entrati nell'ufficio un uomo seduto alla scrivania ci chiese "Cosa volete?", "Senta signor Lee avremmo da farle alcune domande sui suoi uomini" dissi mostrandogli il distintivo che avevo alla cintura. "Certo, chieda pure" rispose con un sorriso beffardo, "È stata ritrovata questa spilla sulla scena del delitto, sappiamo che appartiene ad uno di questo club..." dissi prendendo la spilla dalla tasca della giacca e mostrandogliela. Alla vista della spilla l'uomo aveva un'espressione sorpresa, come se sapesse di chi fosse. "Senta signorina nel mio club ci sono svariate regole e la più importante è quella di non uccidere nessuno" disse, poi, guardò i suoi uomini "Ok grazie dell'aiuto signor Lee" detto ciò io e Den lasciammo la stanza. Mentre tornavamo alla centrale "A quanto pare non sono servite a niente le dichiarazione di Lee!" affermò Den "Invece ti sbagli Den!... Io penso che Lee sappia qualcosa che non ci ha detto!".

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