4. Pigiama rosso

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C'era un uomo nella penombra che indossava uno strano pigiama rosso; quest' uomo stava andando al supermarket per comprare dei flaconi di candeggina... poi ritornò a casa e...

Suonó la sveglia, era da ormai una settimana che facevo sempre lo stesso sogno. Non capivo il senso, e come ogni giorno, non gli diedi molta importanza. Andai a lavoro e, dopo qualche minuto che ero alla centrale, arrivò Den che mi disse che c'era un nuovo caso su cui indagare. Ci dirigemmo verso la scena del delitto, bussammo alla porta e ci aprii una donna che appena ci vide disse "Ah finalmente... entrate è nel bagno". Ci dirigemmo verso la stanza indicata dalla donna; non appena entrai nel bagno e vidi il cadavere esclamai "È lui!". "Lo conosci Cloe?" mi chiese Den; ignorai la domanda di Den, non ci potevo credere era lo stesso signore del mio sogno... era successo di nuovo! Indossava lo stesso pigiama rosso e aveva segni strani sulle caviglie. Quando arrivò Ella iniziò ad esaminare il corpo, nel frattempo raggiunsi Den, che stava interrogando la donna che aveva trovato il corpo. "Quindi, signora Cox, lei e la vittima vivevate insieme in questo appartamento?" chiese Den, "Si, agente" rispose la donna "In questi giorni vostro marito aveva dei comportamenti strani?" chiesi alla donna "Non glielo posso dire... sa detective sono rientrata stamattina presto da un viaggio" rispose lei "Sono andata a trovare mia figlia che vive a New York, per il weekend" continuò la donna. "E come mai vostro marito non era con voi?" chiesi "Voleva venire, ma all'ultimo il suo capo lo ha chiamato per un'emergenza ed è dovuto rimanere qui... anche lui lavorava in polizia e metteva spesso il lavoro prima della famiglia. Penso solo che se il capo quella sera non lo avesse chiamato, ora il mio povero Ezra sarebbe ancora qui con me!" disse la donna tra le lacrime. Ad un tratto mi si avvicinò un agente con in mano dei flaconi di candeggina; non appena li vedi mi vennero in mente le scene del sogno...erano gli stessi! "Detective, le abbiamo ritrovate ai piedi della vasca, sul beccuccio la scientifica ha trovato tracce di saliva". In base all'affermazione  dell'agente era possibile che la gente vittima si fosse avvelenata, ma quei segni sulle caviglie... la soluzione non poteva essere così semplice "Non giungiamo a conclusioni affrettate... aspettiamo prima l'esito dell'autopsia" dissi. Erano le 23:00 ed ero ancora in centrale riversata sulla mia scrivania, con davanti le carte riguardanti il caso Cox; c'era qualcosa che non quadrava in tutto quel caos; il corpo era stato ritrovato nel bagno con dei segni sulle caviglie e ai piedi della vasca c'erano dei flaconi di candeggina vuoti. Gli indizii che avevamo conducevano tutti ad un suicidio, ma ero convinta che non fosse così, c'era una cosa che mi faceva credere che era solo un omicidio ben costruito! "Cloe sei ancora qui?!" disse Den passando davanti alla scrivania, poi guardò i documenti e disse "Ancora col caso Cox... ormai è chiuso, la vittima si è suicidata!" "Sappiamo entrambi bene che non è così" dissi io alzandomi dalla sedia per andare a riempire la tazza di caffè al distributore alle mie spalle, "Ma se anche Ella ha detto che ha trovato segni di avvelenamento" disse Den "Ma ha anche detto che non la convincevano quei segni sulle caviglie e che quindi avrebbe approfondito lo studio" ribattei, bevendo un sorso di caffè . "Hai vinto tu... domani riesamineremo il caso Cox, però, ora è tardi. Che ne dici di tornare a casa? Se vuoi ti posso dare uno passaggio" disse Den mettendosi il giubbotto di pelle.

"Cosa vogliono ancora da me" gridò Ezra " Di che stai parlando?" domandai "Sono ancora loro non mi lasciano in pace!" gridò nuovamente, poi prese il foglietto che aveva in mano e lo appallottolò, gettandolo nel cestino vicino alla scrivania. Mi avvicinai e presi il foglio che aveva appena buttato il signor Cox, lo spiegai e lessi per l'agente Cox da...

Suonò la sveglia, un altro di quei sogni che non hanno senso. Mi diressi verso la cucina e feci colazione; non appena pronta mi diressi verso la centrale, li Ella mi venne in contro e mi disse "Non protrai mai crederci ma avevi ragione tu... la vittima non si è avvelenata!" prese fiato e poi continuò "Beh ho esaminato meglio il corpo ed ho trovato presenza di acqua nei polmoni, quindi è annegato, così mi spiego la presenza dei segni di corda su polsi e caviglie, però non sono ancora riuscita a capire l'ora del decesso, faccio ulteriori analisi e poi ti aggiorno". "Grazie Ella" dissi voltandomi e dirigendomi verso l'ufficio del mio superiore, me lo sentivo che non si era avvelenato; bussai alla porta "Avanti", rispose una voce dall'altra parte della lastra di legno; aprii la porta "Si accomodi detective Price" disse l'uomo dietro la scrivania indicandomi la poltrona vuota, "Mi scusi per il disturbo, mi servirebbe un mandato per perquisire la casa del ex agente Cox" dissi avvicinandomi alla scrivania "Per quale motivo detective... il caso è chiuso, l'agente si è avvelenato!" disse l'uomo, "Può sembrare così, ma dall'autopsia dice il contrario... l'uomo è morto annegato" ribattei; "Va bene detective... il caso è riaperto, le farò avere il mandato al più presto possibile" concluse l'uomo.

"Ancora voi!" sentii urlare "Dovete smetterla di chiamarmi... vi ho dato tutto quello che volevate" continuò quella voce, mi diressi nel luogo da cui proveniva il suono e vidi la vittima che parlava al telefono "Che c'entra mia moglie! Lei non sa niente..." improvvisamente l'uomo sbiancò in volto...cosa gli aveva detto la persona dall'altro capo del telefono...

Mi risvegliai di colpo, erano le cinque del mattino. Dal momento che non riuscivo a riaddormentarmi presi il computer che avevo sulla scrivania e decisi di leggere un po' di notizie; una mi colpì particolarmente, parlava di una banda di rapitori che era stata arrestata, ma non tutti i membri erano stati catturati, mancavano il loro capo ed altri due complici. Dopo aver letto la notizia guardai la data della notizia e risaliva a qualche mese prima della morte dell'agente Cox.

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