Come fosse una principessa

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-Dai smettila, ora basta mi sta facendo male!!!-

-E tu non rubare più le mie caramelle.- urla mia sorella ancora arrabbiata, intenta a darmi un forte schiaffo che io scanso per un pelo, buttandomi sul mio letto.

Io e mia sorella non andiamo quasi mai d'accordo, forse per la troppa differenza di età.
Io non la sopporto, deve essere sempre lei a stare al centro dell'attenzione, non che ci voglia stare io ma sembra assurdo.

Viene trattata dai miei genitori COME FOSSE UNA PRINCIPESSA ma ai miei occhi è solamente una bambina viziata e prepotente di undici anni. Vuol sempre aver ragione e ogni qualvolta che succede qualcosa in casa e magari è lei la responsabile, la colpa ricade sempre sulle mie spalle.

Ed è per questo che non sopporto i miei genitori.
Non mi calcolano, vengo soltanto incolpata di cose di cui non sono responsabile, per loro sono solo un peso e non vedono l'ora che io me ne vada.
Per loro sono una figlia che non volevano di certo.
Avevano soltanto 20 anni quando mi hanno avuta, cosa devo pensare?

Vorrei evadere da questo posto che orami non mi sembra più casa, soprattutto con mia mamma che mi obbliga sempre a pulire ogni giorno e a dover prender cura di mia sorella quando magari potrei uscire con delle poche amiche che mi sono rimaste: 2 per esattezza. Che merda.

Mi chiamo anita, ho 17 anni anche se domani ne farò 18 e abito a Roma da pochi mesi. Sono una ragazza abbastanza calma che sta sempre per fatti suoi, non mi piace impicciarmi in cose che non mi riguardano e sono sempre chiusa nella mia camera, così vuota di realtà. Già.

Per celebrare i miei diciotto anni i miei hanno pensato di fare una cosa, sai quale: niente.
Come immaginavo, non sono per niente sorpresa.
Quando ho proposto loro alcune idee da realizzare per la festa dei miei diciotto anni in una sera di queste, l'unica reazione che hanno avuto è stata quella di ridermi in faccia dicendo che è completamente inutile festeggiare e d'altronde se ne sarebbero andati via troppi soldi. Una cazzata e una scusa per levarmi da mezzo. Non ho proposto chissà che cosa come ad esempio festeggiare con 2000 invitati su uno yacht con 2 piscine enormi, soltanto una semplice e piccola festa in una pizzeria.
Okay, meglio così.  Lo stesso non sarebbe venuto nessuno, come a tutte le mie feste.
In realtà non amo tanto le feste e non era uno dei miei tanti sogni festeggiare il mio diciottesimo ma comunque avrei voluto passare una giornata diversa, ma mi sa che mi accontenterò come sempre.

Oggi è successa una delle tante: Ho preso qualche caramellina di mia sorella nella ciotola in salone. Lei ha urlato come una bambina, ovviamente e mia madre come sempre, per difendere quella viziatina del cazzo me ne ha dette di tutte i colori.

Quando sono abbastanza giù di morale, cerco sempre di non piangere. È una promessa che mi sono fatta poiché ho sempre pianto ogni giorno, ogni attimo della mia vita e sono arrivata ad un punto dove mi son detta che piangere per persone come i miei genitori non ne vale proprio la pena, anche se a volte le lacrime scendono da sole per la troppa rabbia, come adesso.

Entro in camera mia furiosa e sbatto con violenza la porta chiedendola a chiave. Inizio a rovesciare tutte le foto di me e della mia famiglia sul comodino, messe da mia mamma ovviamente perché per me potevano stare tranquillamente nella camera di mia sorella o direttamente nella pattumiera.
Le scaravento a terra rompendo il vetro della cornice, combinando un casino assurdo.

-CAZZOO.- urlo ad alta voce.

Prendo il mio telefono e le cuffie, mi butto sopra al letto e inizio a scorrere la mia playlist di Spotify fin quando clicco su una canzone. Alzo tutto il volume da sfondarmi le orecchie ma non mi interessa devo liberarmi.
Intanto mia madre da fuori bussa e continua ad urlare insistentemente ma non la penso minimamente, continuando a chiedere se andasse tutto bene. La risposta è no. Come può andare tutto bene?
Sono nel letto e non ho nessuna intenzione di affrontarla data la mia stanchezza e la mia rabbia.

<<GIUSY SAI CHE SEI DIVERSA ED È PER QUESTO CHE SAI AMARE.>>
Le lacrime iniziano a rigarmi il volto. Non ho resistito
-VAFFANCULO.- penso tra me e me

Soltanto lui può capirmi davvero, anche se  non mi conosce e non sa neanche della mia esistenza.
Attraverso semplici parole riesce a liberarmi completamente dalla pesantezza che sento ogni giorno.
Vivo  con le sue canzoni e se non fosse per lui non saprei come passare le mie giornate se non beandomi della sua voce così calda.

Eh si sto parlando proprio di Niccolò Moriconi, ultimo per tutti. Sono stata a dei suoi concerti e darei la vita per incontrarlo e magari parargli un po' di me.

Mi alzo per prendere la chiave che ho appoggiato prima sulla mia scrivania poiché  ho fatto la doccia. La prendo e mi riappoggio sul letto stringendo tra le mie mani la piccola chiave. È un modo per sentirmi vicina a lui.

Dopo una quindicina di minuti dedico di fumare una sigaretta. Quindi mi alzo e prelevo dalla mia borsa una pacchetto di sigarette, un accendino e mi avvicino alla finestra per non riempire una stanza di fumo. I miei genitori non lo sanno che io fumo ma mia madre ha dei sospetti sempre per colpa di mia sorella e non mi interessa se oggi ne avrà la conferma, devo sfogarmi, sono troppo nervosa.

 I miei genitori non lo sanno che io fumo ma mia madre ha dei sospetti sempre per colpa di mia sorella e non mi interessa se oggi ne avrà la conferma, devo sfogarmi, sono troppo nervosa

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Mi rimetto a letto e più tardi mi addormento con ancora le lacrime agli occhi, cullandomi con la sua voce nelle mie orecchie che fin adesso hanno soltanto sentito due papere urlare.



Angolo autrice:

Ragazzi so che non è il massiamo questo capitolo ed è corto però ho appena iniziato e se per qualche strana ragione (😂)vi ha appassionati, ditemelo così cerco di continuarla e postare al più presto. Un bacio😘😘😘😘
Ps:Scusatemi se ci sono sbagli grammaticali, lo so e non iniziate a dirmelo di continuo

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