Sto pe' morì.

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POV'S NICCOLÒ

Decido di fare una passeggiata, anche perché ha smesso di piovere, per schiarirmi un po' le idee dopo tutto quello che è successo:
Sanremo, la mia rottura con Federica e cose varie.

Mi dirigo al solito parchetto, poco distante da casa mia. Amo questo posto perché mi riporta in mente ricordi felici passati con i miei amici ma non dimenticando anche dei pomeriggi con piccoli bisticci che non mancavano mai.
Ero molto felice, avevo i miei amici e basta. Non c'era il successo che ho oggi. È vero, è amico sul palco, ma t'ammazza nel resto.

È tarda sera, ma non me ne faccio un problema. Vengo sempre tardi qui, così non incontro nessun fan che inizieranno di sicuro a chiedermi qualche foto o autografi. Non è che non mi piaccia, anzi io amo alla follia i miei fan e darei di tutto per sorprenderli, ma voglio almeno dieci minuti di tranquilla ogni tanto.

Cammino per il parchetto, fin quando in lontananza noto una ragazza, tutta rannicchiata su una panchina probabilmente per il freddo che c'è poiché indossa una leggera giacca. Non capisco se dorme ma a me sembra di si.

Mi avvicino per vederla e noto che avevo ragione: sta dormendo.
Sembra un angioletto sceso in terra, è così bella.

Noto subito quanto siano gonfi i suoi occhi e mi accorgo che probabilmente stava piangendo. Forse è venuta qua per sfogarsi e liberarsi, proprio come me da piccolo.
Venivo in questo posto anche quando ero giù di morale.

Non voglio lasciarla qua a morire di freddo e anche di fame sarebbe da stronzi e senza un po' di tenerezza.
A me invece faceva tanto tenerezza, davvero.

Non so cosa fare, non vorrei svegliarla ma devo farlo, è l'unico modo plausibile a meno che non la porti in braccio fino casa mia, ma non sembra il caso.

Decido così di toccarle leggermente il braccio, ma non si sveglia.
Allora lo faccio di nuovo sempre con molta calma e noto che si muove. All'improvviso apre gli occhi lentamente e molto stranita si guarda intorno.
Mi perdo nei suoi occhi, sono davvero belli anche se non sono azzurri come il cielo, sono a forma di mandorla direi, molto piccoli.
Resterei milioni di ore a guardare i suoi occhi e il suo viso così angelico.

-Hey.- pronuncio quasi sussurrando.

Appena mette a fuoco la situazione diventa rosso come un pomodoro e lo posso notare dalle sue guance che vanno letteralmente a fuoco.
Io sorrido perché adoro quando una ragazza arrossisce.

Non spicca parola, probabilmente non sa minimamente cosa dire. Non so se mi conosca o sa chi sono, ma decido di non dirlo.

C'è un silenzio imbarazzante e quindi dedico di parlare per primo visto il suo imbarazzo.

-Che ci fai qui a quest'ora tutta sola e con questo tempo?- non sapevo cosa altro dire.

-Si..emh, ero qui, come dire..si, ero qui perché..così!- parla ad un tratto non sapendo neanche lei cosa stesse dicendo

Io la guardo stranito ma con un sorrisetto che mi spunta senza che io me ne accorga.

-Oh scusami, è solo che ero qui per allontanarmi da casa e non sentire quella stupida gallina di mia madre e la mia famiglia.- dice abbassando lo sguardo.

Noto subito che un velo di tristezza attraversa i suoi profondi occhi e mi fa male vederla così.
Aspetta lo sto dicendo davvero? Non la conosco nemmeno e mi fa male?
Che sto dicendo?
Non lo so nemmeno io, sento soltanto un vuoto nello stomaco.
Le prendo il viso tra le mani per guardarla meglio negli occhi e tolgo i miei occhiali affinché i nostri sguardi si incrociassero.

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