Tra l'eleganza delle stelle

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Mi sveglio con una mal di testa terribile, manco avessi bevuto.
Controllo l'orario e sono le 9:00 del mattino.
Non mi sono mai svegliata così tardi, sarà la stanchezza.

Non sento nessun rumore in casa, forse sono usciti tutti e allora dedico di uscire dalla stanza.
Mi vedo allo specchio che ho nel corridoio

-Sembro proprio uno zombie uscito morto da una guerra contro 2000 unicorni killer.- dico a bassa voce.

Mi dirigo in cucina e trovo un post-it attaccato ad una mensola e inizio a leggerlo

<<Sono uscita, tua sorella è da tua nonna così non deve sopportarti e tuo padre è a lavoro. Riordina casa mi raccomando!! Ciao>>

Appena finisco di leggerlo un velo di rabbia mi attraversa gli occhi. Neanche buongiorno, come stai dopo ieri? Oppure buon compleannoooo!
Nahh, forse pretendo troppo.

Prendo qualcosa da mangiare poiché ieri non ho messo in bocca neanche una briciola di pane.
Mangio qualcosina e mi dirigo subito in bagno a fare una bella doccia lunga e rilassante.
Dopo quaranta minuti di concerto decido di uscire.
Vado in camera per prendere il cambio e noto che ci sono ancora pezzi di vetro sparsi per tutta la camera.

Allora mi cambio e decido di dare una sistemata perché se non lo avessi fatto io, quella gallina senza cervello non lo avrebbe fatto mai.

Dopo aver in un certo senso ripulito camera, accendo la televisione e mi appoggio sul letto e prendo il mio computer per iniziare una delle mie serie preferite in assoluto: STRANGER THINGS 3.

Resto tantissimo tempo a guardare le diverse puntate senza interruzione poiché mi piacciono tantissimo, trovo veramente che sia una delle serie più belle al mondo.

Verso le 14:00 mi alzo e decido di cucinarmi qualcosa poiché  nessuno è rientrato e capisco che dovrò cucinarmi e mangiare da sola.
Fortunatamente sono abbastanza brava a cucinare e decido di preparare il mio piatto preferito in assoluto: La Carbonara!

Mentre mangio sento entrare qualcuno, mi giro e noto che è mia madre.

-NON HAI ORDINATO NEMMENO UN ANGOLO DI QUESTA CASA. MA CHE TI PRENDE? ORA VAI SUBITO IN CAMERA TUA E NON OSARE SPICCARE UNA MINIMA PAROLA IDIOTA CHE NON SEI ALTRO- urla tutto ad un tratto facendomi sobbalzare dalla sedia

Io non so cosa dire, non è nemmeno tornata e già inizia ad urlare come una gallina in calore.

Senza dire niente e senza degnarla di uno sguardo mi alzo e vado dritto in camera mia.

Sono arrabbiatissima e potrei spaccare tutto da un momento all'altro ma non lo faccio e mi accascio a terra fissando il soffitto.
E oggi sarebbe dovuto essere un giorno diverso quasi speciale e invece sembra il peggiore della mia vita.

Resto a terra per altre 2 ore fin quando non mi addormento affranta con piccole lacrime che minacciano di scendere ma che blocco poiché me lo sono promessa.

Mi sveglio ad un tratto con la testa che fa male peggio di prima, guardo fuori dalla finestra e noto che sta piovendo violentemente. Adoro quando piove molto forte. È come se mi calmasse in un certo senso. Lo so è strano

Scendo le scale e vado in salotto dove c'è mia madre che parla con qualche gallina con cui esce.
Appena mi vede interrompe subito la chiamata.

-RAZZA DI SCEMA APPENA STACCO TI FACCIO PASSARE GLI ATTIMI PIÙ BRUTTI DELLA TUA VITA- dice stringendo i denti e quasi bisbigliando.

-TU, LURIDA SCEMA NON MI FARAI PROPRIO NIENTE HAI CAPITOO? HO 18 ANNI E POSSO FARE QUEL CHE CAZZO MI PARE E TU NON SEI NESSUNO. ZITTA ORA.- dico urlando con tutta la rabbia e la delusione che ho in corpo.

Non ho mai urlato così tanto con mia madre nonostante mi faccia sempre arrabbiare, ma questa volta ha sfiorato o meglio, ha RAGGIUNTO il limite.

Corro in camera mia prendo le cuffie e subito ho una brillante idea: Scappo.

Esco dalla finestra della mia camera poiché si trova a piano terra e non mi interessa se piove. Io devo scappare, subito!!

Cammino velocemente senza una direzione, ho soltanto mille lacrime che mi scendono e mi sento in colpa per aver detto quelle cose a mia madre. Infondo è mia madre ed anche se è sempre stronza con me non dovevo dire quelle cose e sopratutto con quel tono, non è da me.

Arrivo di fronte ad un parchetto e decido di attraversare per andarmi a sedere in una delle panchine che intravedo poiché sono stanchissima dopo aver percorso quasi più di 10km. Ero distante da casa mia, ma va bene così almeno sono lontana da tutto quello schifo.

E che bel compleanno!

Finalmente mi siedo su quella panchina. Non c'è nessuno ma è anche ovvio poiché piove tantissimo. Meglio così, sono un po' da sola senza nessuno che mi rompa le cosiddette scatoline.

Resto seduta per tanto tempo poiché non ho nessuna intenzione di tornare a "casa". Il mio telefono squilla incessantemente ma non rispondo, me ne frego altamente come loro hanno fatto in tutti questi 18 anni con me.

Cerco nelle tasche del jeans le sigarette ma dopo poco mi accorgo di non averle portate.

-CAZZO, proprio ora che mi servivano.- impreco ad alta voce.

Finalmente ha cessato di piovere anche se sono già tutta fradicia. Ha iniziato a tirar un forte vento molto freddo poiché ci troviamo nel mese di febbraio.
Da scema quale sono, ho indossato soltanto una giacchetta molto leggera e infatti sto morendo di freddo.

Mi distendo sulla panchina e prendo le cuffie per sentire un po di musica, per sentirlo, per averlo vicino.
Prendo il telefono ma mi accorgo che è scarico, è letteralmente morto.
Ma che cazzo oggi, tutte a me?

Allora decido di guardare il cielo, le stele che finalmente si intravedono dopo che sono state ricoperte per lungo tempo da nuvole grigie.
E allora subito mi viene in mente:

<<E quando ti senti sola riempi la mente
Alza gli occhi nel cielo, richiuditi sempre
TRA L'ELEGANZA DELLE STELLE..>>

E così dopo aver canticchiato l'intera canzone a voce bassa, mi abbandono nelle braccia di Morfeo.

Angolo autrice:
Ecco qui il secondo capitolo, so che è ancora noioso e non vedete l'ora che niccolò entri ma lo farà presto, moltooo prestoo.
Spero tanto che vi piaccia
Un bacione😘😘🥰🥰

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