4. Lacrime e sangue

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Sto morendo di ansia, non so come sfogarmi e la mia migliore amica non fa altro che peggiorare la situazione. Ho passato tutto il tempo a convincermi di non meritare questo posto.

«Non credo che autoconvincersi di essere un fallimento sia la soluzione migliore per evitare le delusioni».

La ignoro e continuo a contare.

«Alex!».

«Bene ragazzi, ci siamo. Stiamo per scoprire chi dei trenta candidati, avrà l'onore di lavorare con noi».

«Penso che qui si acquisisca anche una certa fama. Insomma, guarda quanta gente. Avrei dovuto immaginarlo, se ai provini c'erano tutte quelle persone. Il nome del vincitore verrà annunciato sul palco. Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando lo chiameranno. Già me la immagino, metà tra lo sconvolta e il sorpresa».

Il ragazzo sul palco fa un cenno. Gli viene consegnata una busta gialla.

«Perché parli come se non fossi tra i partecipanti? Non sei normale».

Le rivolgo un'occhiata, poi scuoto la testa e torno a guardare il ragazzo sul palco.

«Una persona normale non direbbe queste cose».

«Ah, no? E allora cosa?».

«Tipo... Non lo so».

«Ci siamo. Lì dentro c'è il nome del vincitore», dico, in preda all'euforia.

«Vedi che un po' ci speri persino tu?».

«Il fortunato che avrà l'onore di cantare su questo palco è...», si prende un attimo di pausa giusto per mettere ancora più ansia, si fa scappare una risata e solo dopo si decide a continuare, ma il nome che ha pronunciato non è il mio.

Anche se mi ero preparata, ci sono rimasta comunque un po' male, ma credo sia normale.

«Mi dispiace».

«Tranquilla Giselle, non si deve per forza vincere. Dai, andiamo».

Usciamo dal locale. La musica parte. La voce che canta non è la mia. Mi allontano il più in fretta possibile. Voglio dimenticare tutta questa storia del provino, dell'ansia il fatto che sono stata sconfitta da una ragazza evidentemente più piccola di me.

La prima volta che ho deciso di buttarmi ho fallito, ma non per questo smetterò di farlo.

«Tanto anche Harry Potter fu rifiutato da dodici editori prima di essere pubblicato».

«Brava la mia migliore amica che non si arrende mai. Sono fiera di te!».

«A proposito di Harry Potter, che ne dici di trascorrere le serata a ingozzarci di popcorn mentre facciamo una maratona?».

«Ci sto».

«Che ne dici se invitiamo anche il tuo sexy vicino di casa?».

«Non se ne parla».

«Perché lo stai evitando?».

«Non lo sto evitando. Perché dovrei? Semplicemente non mi va di averlo in casa insieme a... Non mi va di averlo tra i piedi, punto. Crede di essere una specie di divinità ed è convinto che tutte cadano ai suoi piedi. È pieno di se e pensa che io sia innamorata di lui».

«Ed è così?».

«E poi perché dovrebbero guardare Netflix con noi quando potrebbero starsene tranquillamente da soli a fare smancerie».

Non ci mettiamo molto ad arrivare a casa.

«Vado a prendere qualcosa da bere».

«So che a te i popcorn non piacciono, ma a me prendili».

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