Capitolo 1

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Capitolo 1

L'Olimpo, dei ed eroi, poeti che ci cantano le loro imprese vittoriose e che ci affascinano con le descrizioni di orrende creature che stimolano la nostra immaginazione e la nostra curiosità.

Ecco cosa pensavo prima che accedesse quello che è successo, ma credo che l'attacco di un segugio infernale metterebbe fuori giorco lo stesso Zeus, senza offesa... naturalmente *temo per la mia vita*.

Era una giornata del tutto normale nel mio liceo: lezioni noiose di fine anno, ultime verifiche frettolose e centinaia di migliaia di pagine da studiare per recuperare il tempo perso durante l'anno scolastico. In poche parole, l'incubo di tutti gli studenti normali.

O almeno credevo di esserlo, lo credevo fino al mio ritorno a casa, quando salii in camera per lanciare via lo zaino come se fosse posseduto dal demone della scuola.

Ah, a proposito, sarebbe un poco difficile seguire la storia di una ragazza di cui non conoscete neanche il nome, Mi chiamo Beatrice (per chi non lo sapesse si legge Beatris), e frequentavo il primo anno del liceo quando è accaduto tutto ciò, per questo avevo perso ogni speranza di ricevere lettere da gufi, di essere attaccata da uno shadowhunters radiattivo, di poter vedere il trailer di Mockingjay. Insomma, ero depressa come ogni fangilr che si rispetti.

Comunque, dicevo? Ah, sì! Lo zaino. Lanciai lo zaino a terra solo che questo non colpì il pavimento lastricato della mia camera da letto al primo piano, no, atterrò sul naso di un grosso cane. Naturalmente non mi accorsi della presenza del segugio, almeno finché non mi saltò addosso e cercò di mangiarmi la faccia.

Consiglio: se siete attaccati da un segugio infernale, morite con il naso tappato, davvero.

Credo di aver schivato a fortuna un morso diretto più o meno al mio naso, mentre mi allungavo per prendere l'unica arma che potessi usare per difendermi: un pupazzo extra-large di Hello Kitty!

Stranamente, si rivelò un grande attutitore di colpi.

Però le unghie di quel... coso, sembravano volermi perforare i reni.

Così urlai di dolore e in un impeto di rabbia e di paura cieca, gli mollai un pugno sul naso... poi uno in un occhio... e infine uno sul mento...

Corsi subito al piano di sotto, naturalmente, dove imparai che non si può uccidere un sagugio infernale, tantomeno con un tagliacarte NON infernale.

L'unica cosa che mi rimaneva da fare per sopravvivere era scappare, lasciando tutta la mia famiglia. Ma cosa stava succedendo!?

Corsi e corsi ancora, fino alla città dove feci l'autostop fino all'autostrada. In quel groviglio di fumo puzzolente, il segugio non avrebbe potuto sentire il mio odore, in teoria.

Però erano le tre del pomeriggio, e io non mangiavo dalle undici di mattina. Potete capire bene che il mio stomaco cantava l'Aida...

Mi feci lasciare in un fast food lungo la strada; non sapevo neanche dove fossi diretta in realtà.

Il fast food non era un gran che: un po' dismesso ma abbastanza affidabile per un buon pasto ristorante e non molto consigliato per la linea.

Ordinai un chicken burger con una porzione di patatine media, il mio portafogli si era miracolosamente salvato dalla catastrofe.

Mangiando guardavo fuori, sempre con il terrore di vedere il segugio che mi puntava per sbranarmi.

Così non mi accorsi del ragazzo che mi stava venendo incontro.

- Non hai una bella cera - disse toccandomi una ciocca di capelli crespi e scuri.

Era il solito ragazzaccio: magro, camicia di pelle, Lamborghini, probabilmente rubata, parcheggiata fuori, borchie dappertutto e un'elsa che spuntava da dietro la schiena.

The last Ares' DaughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora