Capitolo 6

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Capitolo 6

Avevo dormito bene, senza essere svegliata da maniaci nel cuore della notte e senza incubi. Con un brusco risveglio: mi buttarono giù dal letto, letteralmente!

Ero distesa sul pavimento con l'intero materasso riverso sopra!

- Sveglia! - urlarono in coro.

Li mandai a quel paese, ma visto che la mia voce era attutita dal materasso mi sentirono solo fino alla Casa Grande...

- Allora ciao. Noi ce ne andiamo - uscirono tutti.

- No, aspettate! Non ce la faccio da sola! -

Ma erano già usciti, tutti.

Dopo due minuti di sofferenza ero riuscita a strisciare da sotto al materasso. Poi guardai le lenzuola sparse ovunque e capii che dovevo rimettere tutto a posto io.

Alla fine avevo saltato la colazione.

Dopo entrò Ian, in tutta la sua irritante mole.

- Ancora non sei pronta!? -

- Sai... qualcuno mi ha lasciato sotto un materasso... -

- La sotto eri più sopportabile. Ora scegliti un'armatura e una spada e cammina. -

- Ma sono una schiappa con la spada! - piagnucolai.

- Sei una schiappa con tutto, quindi una cosa vale l'altra. -

Sospirai e mi avviai verso l'armeria. Non c'erano armature della mia taglia di reggiseno...

Ne scelsi una più larga...

- Ahi! Non è un corsetto! - mi lamentai con Ian che stringeva a morte.

- Chissene! Sbrigati! Se arrivo in ritardo per colpa tua ti spacco la faccia. -

Mi trascinò nel folto della foresta... e avevo paura di quello che avrebbe fatto. Ma pio vidi il gruppo di ragazzi intorno al pugno di Zeus (che è veramente un ammasso di rocce senza senso) e capii che non voleva stuprarmi

Phébus, Luke, Gerko e la ragazza di Afrodite stavano in un gruppo unico, felici e contenti, al contrario di me.

- Ciao Bea! - esordì Luke (Castellan... ok la smetto, zitti!)

- Ciao... - bofonchiai.

- Sembri Atena con quell'armatura! -

- Per favore! - urlai subito. - Non paragonarmi agli dei, non voglio finire come Aracne o Medusa o... - cominciai.

- Nah! Di quello devi preoccuparti di Atena... non degli altri. - rispose lui pronto.

- Beh... tu mi hai paragonato a lei... - risposi.

- Bé, se tra qualche minuto sei ancora "mezza-umana" passa a riprenderti la spada, la faccio bilanciare. - Sì, avete indovinato. Mi aveva di nuovo preso le spada senza che me ne accorgessi.

Ok... va bene che sei figlio di Ermes che è anche il dio dei ladri... ma qui: o hai un gemello invisibile che prende le cose per te e te le passa... o usi una giratempo perché non se può!

Anche Phébus si avvicinò guardando Luke con disappunto.

- Oggi la tua luce sembra più opaca, cosa ti è successo? - Perché Phébus vede le luci!... Sì...

- Sono stata aggredita da un metarasso... -

- Una coda alta ravviverà i tuoi lineamenti. Ah, io sono Aimi... -

Ma cos'era? La giornata della poesia?

Era stata la ragazza di Afrodite a parlare.

Poi mi porse lo specchietto.

The last Ares' DaughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora