MALINTESI

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La domenica e il lunedì passarono senza notizie ed eventi straordinari, la domenica sera Sandy uscì con Donna proprio per non fare la depressa che aspetta inutilmente la telefonata di un ragazzo. Aveva iniziato a sospettare di quella cugina di Leo, pensava che in realtà le avesse risposto un'altra persona, forse... "Iris?"  aveva detto lunedì rivolta ad un cliente in giacca e cravatta mentre gli serviva il gelato. L'uomo l'aveva guardata in modo perplesso, per fortuna Morena era nel retro altrimenti si sarebbe sorbita un interrogatorio. Arrivò martedì sera, il giorno della presentazione di un libro al 'Golden Tune'. Le presentazioni erano qualcosa di più leggero delle serate musicali, ma se il libro era interessante veniva molta gente e c'era molta calca, sia al rinfresco sia al guardaroba per i cappotti. Quella sera c'era proprio una situazione simile, la calca era tale che Sandy, colpita sulla schiena da una signora che gesticolava, inciampò nel tappeto, cadde e rovesciò dello champagne sullo smoking di un ragazzo. Durante la caduta incrociò i suoi occhi blu oceano, occhi che le ricordarono qualcuno. "Oddio mi scusi mi scusi tanto!!" esclamò rialzandosi traballando (le scarpe col tacco non aiutavano molto). Il ragazzo la prese per le braccia evitandole una caduta di sedere. "Tranquilla, a volte può capitare posso capirla" fece lui puntandole addosso quegli occhi. Sandy sentì un brivido correrle lungo la schiena: anche Keith aveva quegli occhi. E se fosse... 'No, non può essere' pensò prima di completare il suo pensiero. "Beh meno male, peccato che il mio capo non mi capirà se gli racconto che ho annaffiato un ospite con lo champagne..." "Ahah nessun problema le dico, anzi diamoci del tu. Vado un attimo in bagno, ti ritrovo finita la serata?" le domandò scrutandola attentamente, come se la stesse studiando. "S...sì" mormorò la mora. 'No, decisamente non è lui, il fratello di Keith non è così premuroso, almeno non con me...' si disse poi, pensando a come Pierre Rowy la squadrasse sempre dall'alto in basso quando faceva visita a Keith o la incontrava alle feste. "Sandy, ti sei incantata? Sbrigati a pulire tutto prima che Jordan ti faccia a pezzetti!" gridò Donna riportandola alla realtà. "Sisi subito" fece lei raccogliendo il vassoio e i flûte che, per fortuna, non si erano rotti. Per il resto della serata non successe nulla, ma notò come quel ragazzo fu tra gli ultimi a recuperare i cappotti. "Prima che tu me lo chieda, l'ho fatto di proposito. Hai tempo prima di andare a casa?" le domandò mentre si chiudeva la giacca. "Ehm... sì" rispose Sandy guardandosi intorno e recuperando il suo cappotto nero. Una volta fuori, lui si accese una sigaretta. 'Oddio, ricordo che Pierre fumava tantissimo. E se fosse davvero lui?' si domandò osservandolo fare un tiro. "Senti, solo per curiosità: tu per caso conosci un ragazzo di nome Leo? Se non sbaglio venerdì scorso è venuto qui a cantare..." Sandy drizzò le antenne: "Sì, sì lo conosco. Tu invece..." "Oh che onore, allora tu sei quella che ha salvato". La mora arrossì di colpo, era così che Leo parlava di lei ai suoi conoscenti? "Scusami, è che quando ci siamo rivisti la mattina dopo mi ha detto di averti incontrato di nuovo, ti ha descritto e oggi ho avuto la conferma" "Ah capisco" commentò lei diventando sempre più nervosa. "Comunque io sono Pierre Rowy. Tu mi sembra ti chiami... Sophie. Giusto?". Sandy stava per svenire: era davvero Pierre, il fratello di Keith? E soprattutto non l'aveva riconosciuta? 'O Pierre è ubriaco, oppure quando si sono parlati Leo non si ricordava il mio nome. Comunque non voglio avere nulla a che fare con una persona che mi ricorda Boston, quindi perché non stare al gioco?" pensò mentre gli prendeva la mano e gliela stringeva: "Esatto, come corrono le voci" commentò poi osservandolo meglio, purtroppo era quel Pierre Rowy. Distrattamente guardò l'orologio. "Ehm... mi dispiace ma si è fatto tardi. Domani lavoro" "Da 'Sogni di gelato', immagino" concluse lui finendo la sigaretta. "Già... perciò ciao, magari ci vediamo lì" 'Speriamo di no' aggiunse poi la ragazza, maledicendo Leo perché era amico di una delle persone che meno sopportava.

Pierre fece un cenno di saluto a quella ragazza e, prima di salire in macchina, la osservò allontanarsi. Capelli color nocciola, occhi azzurri... Sophie gli ricordava moltissimo Sandy Dorren, ma forse aveva bevuto qualche bicchiere di troppo. 'Oppure la doccia di champagne mi ha danneggiato in qualche modo' si disse ridendo mentre guidava. Capiva perché Leo aveva salvato la vita a quella ragazza: era talmente bella, sarebbe stato un peccato vederla investita da una moto. "Dio quanto sono latin lover" esclamò ripensando al modo con cui ci aveva provato con Sophie. Quando arrivò a casa trovò le luci del salotto ancora accese, sicuramente Leo si era addormentato mentre cercava l'ispirazione, come diceva lui. E infatti... "Sveglia principino, hai perso ancora l'ispirazione?" fece scuotendo il suo coinquilino, che dopo qualche verso aprì gli occhi. "Spiritoso come sempre eh?" rispose Leo mettendosi a sedere sul divano. "Quanto cazzo Hai bevuto? Sai di champagne in un modo schifoso" aggiunse poi allontanandosi da Pierre. "Scemo. Sono stato annaffiato da una bellissima cameriera, che peraltro conosci anche tu". Leo girò di scatto la testa: che fosse... "Parli di Sandy? Non la sento da giorni, doveva chiamarmi ma non ho più avuto sue notizie" chiese speranzoso. Pierre lo guardò storto. "Sandy? Scusa amico ma io non ho l'elenco delle tue conquiste, io parlavo di Sophie". Siccome Leo non rispondeva, l'altro continuò: "Ma dai, Sophie, quella che hai salvato. Capelli color nocciola, occhi azzurri..." 'Ma questa non è la descrizione di Sandy?' si domandò Leo sempre più confuso, ma siccome non aveva voglia di discutere a quell'ora di notte disse: "Ah Sisi giusto, Sophie. Scusami sono ancora mezzo addormentato" "Lo vedo, comunque non mi stupisce che tu abbia voluto salvarla. È stupenda" commentò Pierre mentre andava verso la sua stanza. 'Mah, sicuramente starà parlando di un'altra, ci sono un sacco di ragazze castane con gli occhi azzurri' si disse Leo dirigendosi in cucina per bere un po' d'acqua.

La mattina seguente un pensiero atroce gli passò per la testa: quando aveva conosciuto Sandy non si ricordava il suo nome, e la sera stessa ne aveva detto uno a caso a Pierre. 'Sei proprio stupido certe volte' disse la sua fastidiosa vocina. 'Spero si accorga da solo di aver capito male, non me la sento proprio di spiegargli il malinteso, anche perché Pierre è molto permaloso e testone quando vuole' si disse mentre usciva di casa con lui (gli aveva promesso che quella mattina avrebbe fatto colazione al bar dove lavorava). Arrivati al famoso incrocio col semaforo difettoso Leo notò una ragazza dall'altra parte della strada. Indossava dei jeans, un maglione bianco e soprattutto i capelli castano chiaro erano raccolti in una treccia. Preso da una sorta di panico balbettò: "Ehm... Pierre... scusa ma... puoi per favore andare avanti senza di me?" "Come mai?" domandò l'altro che stava per incrociare lo sguardo della ragazza, che si era accorta di loro e stava facendo dietrofront. "Ecco, mi sa che ho dimenticato una cosa a casa. Vai pure, ti raggiungo al bar" "Bah, ti dico io cos'hai dimenticato: la testa" commentò lui in modo amichevole. "Ci conto eh, ti tengo da parte una brioche" "Ok grazie" fece Leo. Aspettò che Pierre girasse l'angolo per andare nella direzione di Sandy.

Appena li vide insieme, Sandy sentì un panico assurdo montarle dentro. Dopo la serata appena trascorsa ci mancava solo un incontro con entrambi per concludere in bellezza. Stava quasi correndo verso casa e intanto scriveva a Morena che sarebbe arrivata più tardi, quando sentì una mano sulla spalla. Dopo un attimo di spavento, si girò per stendere con un calcio lo stupido (o la stupida) che aveva osato disturbarla, ma in realtà... "Oh, sei tu" fece con indifferenza quando si trovò davanti Leo. "Ehi che entusiasmo. Mi dici perché sei scappata? E non dire che non è vero perché ti ho visto". Sandy si morse il labbro, prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo. Sospirò e disse: "Perché non lo chiedi a tua cugina?". Il ragazzo la guardò storto: "Prego?" "Smettila di fare lo stupido. Ho provato a chiamarti, ma mi ha risposto tua cugina e pensa, ero convinta che mi avresti richiamato. Per di più ieri ho incontrato una persona che mi ha fatto pensare a Boston, secondo te sono abbastanza come motivi per cui non voglio vedere nessuno, tantomeno te?". Leo rimase interdetto per qualche secondo, poi fece: "Sandy, mi credi se ti dico che non ho una cugina e che se mi avessi chiamato, ti avrei risposto?". Allora forse i suoi sospetti erano fondati! "Sei serio?" domandò per conferma. "Esattamente quando mi avresti chiamato?" fece lui, che voleva vederci chiaro e sospettava di qualcuno. "Sabato, se non ricordo male... sì mi sembra di sì. Comunque ti ho chiamato, mi ha risposto una ragazza, ha detto di essere tua cugina, e prima di riattaccare mi ha detto che ti avrebbe avvisato della mia chiamata" spiegò Sandy, felice perché forse tutto si stava chiarendo. "Capisco... ti chiedo scusa. Non avendo il tuo numero non potrei rintracciarti e di solito guardo la lista delle chiamate se ne ho qualcuna persa, ma siccome non è stato così..." "Senti, visto che ora sono qua che ne dici di darmi il tuo telefono? Così ti scrivo il mio numero e non se ne parla più" lo interruppe Sandy più sollevata che mai. "Ah, certo" fece lui togliendolo dalla tasca del giubbino. Mentre glielo passava, le loro mani si sfiorarono e Leo sentì una leggera scossa, ma non di quelle che facevano male. Dopo che Sandy gli restituì il telefono, Leo propose: "Senti, che ne dici di venire con me? Sto andando al bar di un amico, mi sta aspettando...". La mora avvampò: non aveva assolutamente voglia di vedere Pierre, soprattutto ora che lui la credeva un'altra persona. "Ecco... mi piacerebbe ma sto facendo tardi al lavoro" disse velocemente ringraziando Morena e la sua 'allergia ai ritardi', come diceva lei. "Ok... e questo sabato sei libera?" incalzò lui. Un brivido percorse la schiena di Sandy. "Sì, chiederò anche a Jordan ma non mi sembra di dover lavorare la sera, come mai?" "Ti va se ti passo a prendere e ti porto in un posto?" chiese lui con fare ammaliante. Come resistergli? Sandy si limitò ad annuire e poi si allontanò a passo veloce, come la prima volta che aveva visto Leo.

Mio sogno e dolore|| Leo GassmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora