PUT A LITTLE LOVE ON ME

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L'imbarazzo era diminuito, ma Sandy ancora non era riuscita a fare il grande passo. Di solito nei film era l'uomo che si dichiarava, era lui quello che ci teneva di più... 'Ma questa è la vita  reale, e come dice Katy Perry It's not like The movies' stava pensando la ragazza mentre camminava con Leo, probabilmente diretti al famoso parco dove il ragazzo aveva dato il suo primo bacio. La tentazione di riprenderlo per mano era forte, ma si trattenne infilando le sue violentemente in tasca (ringraziò mentalmente di essersi portata dietro un cardigan). Mentre camminavano Sandy si guardava intorno circospetta, quasi avesse paura che Keith potesse spuntare all'improvviso e magari aggredirli. Quel ragazzo si era dimostrato molto disturbato mentalmente, uno troppo abituato a sentirsi dire sempre sì. 'Il bello è che ci sono arrivata io che non frequento neanche l'università e non ci arriva sua madre che tecnicamente è psicologa' pensò la mora mentre si girava per l'ennesima volta. Peccato che appena tornò a guardare avanti incrociò gli occhi di Leo, come diceva lei color cioccolato. "Stai bene?" le domandò. Cosa doveva rispondere a una domanda così diretta? Non riusciva ad inventare una scusa in quel poco tempo. "Io beh... certo... solo che... pensavo di aver fatto cadere qualcosa sai come sono distratta" "No, non lo so. E comunque è chiaro che tu non abbia visto che ti ho osservato per tutto il tempo. Una persona che ha perso qualcosa non si gira ogni due minuti col terrore negli occhi". Sandy deglutì, iniziò a sentirsi braccata, alle strette, ma non voleva mettere in pericolo un ragazzo che le aveva dato amore quando lei era sola. Senza pensarci due volte corse incontro a Leo e affondò la faccia nella sua spalla. "Ehi... che cos'hai?" fece lui circondandola con le braccia. "Io... non ti voglio mettere nei guai. Però mi hai offerto il tuo aiuto quindi è giusto che tu sappia. Ho paura, Leo. Ho paura che mentre stiamo qua a parlare il mio ex ci stia guardando, e ci stia seguendo da quando abbiamo lasciato il ristorante" "Keith è capace di fare questo?" domandò il ragazzo scostandole una ciocca di capelli dal viso. "Fino a qualche tempo fa ti avrei detto no, ma adesso... è molto cambiato. Si sta comportando da vero stalker, anche ieri si è presentato sotto casa mia, ho dovuto farlo entrare perché volevo evitare una scenata alla maniera dei film". Sandy sentì che il ragazzo aveva aumentato la stretta sulle sue braccia, quasi volesse farle capire che voleva a tutti i costi proteggerla. "Tu lo sai che io..." stava per iniziare, ma lei lo interruppe. "Io so che non mi abbandonerai, non dopo quello che c'è stato tra noi. E proprio per questo voglio essere chiara una volta per tutte. Leo, io ti amo. È la prima volta che mi apro così con un ragazzo, tu ci sei stato nel momento peggiore, quando pensavo che tutti mi avessero dimenticata, invece ora so che almeno mia madre si ricorda che ha una figlia che di certo le crea meno problemi di suo figlio maggiore. A me non interessa se dovrò affrontare quella pazza di Iris, io per te finirei altre mille volte in ospedale, ti amo e difenderò questo sentimento fino in fondo".
Leo sentì che gli occhi gli diventavano lucidi. Sandy... l'aveva conquistato subito con quei suoi occhi azzurri e la sua ricerca di affetto. Col tempo aveva capito di provare qualcosa di più di una forte amicizia, e forse anche lei quando, la sera in cui lui aveva cantato 'Piume', gli aveva raccontato la sua storia. A lui, che conosceva da pochissimo tempo. In quel momento, mentre Sandy gli diceva di amarlo, ricordò la notte che avevano passato insieme: pensava che sarebbe successo qualcosa, invece si era limitato a stringerla a sé per tutta la notte, a respirare il suo profumo e ad accarezzarle quel corpo perfetto che si ritrovava. Ma poco importava, quella notte era servita a confermare che anche lui era innamorato di Sandy. Dopo le parole della mora sorrise e, cercando invano di trattenere le lacrime, disse: "Non sai da quanto volevo sentirti dire queste parole". Chiuse gli occhi e iniziò ad avvicinarsi alla ragazza per baciarla, le loro labbra si erano sfiorate di poco quando sentì una forte pressione su una spalla, una stretta quasi da pugile.

"Allontanati da lei o sei morto!". Questo era il grido che riecheggiò per il parco semideserto, in pochi si fermarono a chiedersi cosa passasse per la testa di quel ragazzo biondo (Keith) che si era buttato a capofitto su una coppia di ragazzi in procinto di baciarsi. Sandy e Leo si scambiarono un veloce sguardo di aiuto prima di osservare il terzo incomodo, palesemente sull'orlo di una crisi di nervi. "Keith, che cosa ti salta in mente? Devo ricordarti che tu..." "Ora tu vieni con me! Dobbiamo tornare insieme a Boston, là sicuramente tornerà tutto a posto tra di noi". Leo non ce la faceva a vedere la sua amata così, stava per prendere Keith per le spalle, ma il ragazzo fu più veloce. In una frazione di secondo Leo riuscì a scartare la lama di un coltello, che gli aveva provocato un piccolo taglio su una guancia. "Tu sei completamente pazzo, Keith!" gridò Sandy correndo incontro ai due ragazzi. "Io non voglio un ragazzo così. Tu sei ubriaco da star male, non sei la persona che conosco. E per tua informazione io mi sono appena fidanzata con Leo, con qualcuno che mi ama veramente e rispetta le mie priorità". Le ultime parole le aveva dette avvicinandosi al moro e sfiorandogli il taglio che sfigurava il suo bel viso. Nel mentre Keith osservava la scena con occhi spiritati e mormorando "No... no non è vero". Stringeva il coltello come fosse la sua ancora di salvezza. "Razza di bugiarda! Io adesso ti..." stava per buttarsi di nuovo in direzione dei due ragazzi, ma fu bloccato da qualcuno che quasi lo buttò a terra. "Finalmente ti ho trovato, fratello!". Leo alzò di scatto lo sguardo quando riconobbe la voce del suo coinquilino. "Pierre? Ma cosa..." "Ti spiegherò tutto a casa. Voi pensate ad allontanarvi da qui. Porta Sandy a casa, e accompagnala fino al suo appartamento". Ma Sandy non riusciva a muoversi, e quando i fratelli Rowy furono abbastanza lontani abbracciò il suo ragazzo e scoppiò a piangere. "Ti prego Leo... ti prego non lasciarmi sola. Io ti amo, ho bisogno di te" mormorò tra i singhiozzi. "Tranquilla, amore mio. Io ti proteggerò da qualsiasi cosa, mio sogno" rispose lui accarezzandole i capelli.

La sua andatura la faceva sembrare una marciatrice. Passo spedito, quasi incazzato, Iris si dirigeva verso il "Blanche" intenzionata a dirne quattro al coinquilino di Leo, che non ne combinava una giusta (ora aveva pure un fratello psicopatico). Appena arrivata vide un certo traffico, ma avrebbe fermato tutto pur di parlare con Pierre. Entrò e fu subito intercettata da una ragazza con le treccine, che le si avvicinò con fare amichevole. "Ciao, aspetti qualcuno oppure..." "Vorrei parlare con Pierre Rowy. C'è o è il suo giorno libero?". La ragazza rimase spiazzata, per qualche secondo non seppe cosa dire, poi iniziò a balbettare: "Ecco... io..." "Tranquilla Rosa, conosco questa ragazza". Pierre comparve dal marasma di persone e appoggiò le mani sulle spalle della cameriera per rassicurarla. "Ve la cavate qualche minuto senza di me? Ho l'impressione che questa signorina mi terrà occupato per un po'". Senza aspettare una risposta si diresse verso l'uscita del bar, e nel mentre tolse dalla tasca dei pantaloni il pacchetto delle sigarette e l'accendino.
"Possibile che ogni volta che parliamo tu debba sempre fumare?". Iris osservava il ragazzo che tentava di accendere la sigaretta nonostante il vento che tirava quel giorno. "Se sei qui immagino avrai parlato con Leo. Siccome so che sarà una conversazione stressante fumo per rilassarmi". La ragazza preferì non infierire e disse: "In realtà l'ho visto oggi in palestra, e aveva la guancia graffiata. Mi ha detto di averti visto ieri sera e di aver conosciuto anche Keith, il tuo fratellino che quasi lo uccideva o accecava... non hai capito che dobbiamo far sparire Sandy?" "Ormai non ha più importanza visto che si sono fidanzati".
"Si sono fidanzati... fidanzati..." l'eco delle ultime parole risuonò nella testa di Iris. "Non dici sul serio" mormorò con voce tremante. "Keith ieri sera era ubriaco, però fidati se ti dico che era veramente a terra, continuava a ripetere di aver perso per sempre Sandy, quindi immagino che...". Pierre non finì la frase: si sentì afferrare per la camicia, la sigaretta fumata a metà gli scivolò di mano e sentì la schiena colpire il muro del bar. Incrociò lo sguardo di Iris, un misto di rabbia e istinto omicida (la versione femminile di suo fratello). "Non me ne frega un cazzo delle paturnie di tuo fratello e delle tue riflessioni! Quella troia bugiarda mi ha rubato la mia ragione di vita, l'ho mandata all'ospedale ma si è ripresa manco avesse il corpo di Superman! E forse per te non ha più importanza, ma io amo Leo, e sono sempre più determinata a rispedire Sandy in America, viva o morta, con o senza aiuto". Pierre non sapeva cosa dire, si chiese perché anche lui non fosse così arrabbiato come lo era Iris. Forse perché da un po' si era rassegnato al fatto che Sandy Dorren non sarebbe mai stata sua. Lei apparteneva a Leo, ormai Sandy e Leo si appartenevano.

Mio sogno e dolore|| Leo GassmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora