DETERMINAZIONE

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Sandy iniziò a camminare velocemente. Per fortuna nella fretta aveva recuperato il cappotto, quella sera c'era una bella arietta che ogni tanto le toccava il viso e le entrava nei capelli e sotto il collo. Ma soprattutto faceva volare le lacrime che scendevano copiose. In quella situazione, con Iris e Pierre che la attaccavano per colpa di una sua bugia e Leo che la osservava, si era sentita come schiacciata, oppressa da tutto. Sentiva di aver fallito nel suo intento, quello di piacere al ragazzo dagli occhi color cioccolato. "Lo vedi che avevi ragione, Morena? Avevi ragione quando dicevi che volevo conoscerlo meglio, quando dicevi che esageravo giudicandolo una persona ridicola. Adesso mi pento di quello che gli ho detto all'inizio, io... io ci tengo a Leo, ci tengo troppo". Le ultime parole le aveva praticamente gridate, se ne fregava della gente che sicuramente la stava guardando, forse anche prendendola per pazza o per disperata, era quello che sentiva e non riusciva più a tenerlo nascosto. "Ah, allora è davvero così" disse una voce, l'unica voce che Sandy voleva sentire. Si girò con gli occhi lucidi e vide Leo che reggeva con una mano la sua borsetta. "Leo... ma tu..." "Mi sono precipitato fuori poco dopo, mi sono sentito malissimo vedendoti scappare così. Lascia che siano Iris e Pierre a sbrigarsela con il conto e le altre scemenze, ti giuro che non mi aspettavo un comportamento del genere da entrambi". "Evidentemente la tua compagna del liceo ha tanti scheletri nell'armadio e li sta tirando fuori ora". La ragazza si tappò di colpo la bocca: non si aspettava una simile schiettezza da parte sua. Si aspettò un 'vaffanculo' dal ragazzo, invece lui si avvicinò e le mise la borsetta su una spalla. "Non scusarti, hai ragione ad avercela con lei. Vorrei capire cos'abbia, cosa la porti a comportarsi così, ma è come se stesse mettendo un muro tra noi" 'Oppure si sente minacciata dalla tizia che in questo momento hai davanti agli occhi' avrebbe voluto dire Sandy, ma forse la schiettezza non era proprio la carta giusta da giocare. "Beh... magari è solo un periodo così. Vedrai che le passerà" disse avvicinandosi e prendendogli le braccia. In quel momento i loro sguardi si incrociarono e fu come lo scontro di due meteore: i loro cuori battevano in contemporanea, probabilmente era evidente a tutti il sentimento che c'era tra di loro, ma la scintilla non scattò. "Lo spero... comunque... volevo chiederti una cosa. Domani hai qualche impegno? Ricordo che avevi detto di avere il turno del weekend al 'Golden Tune'" "Sì l'ho detto, ma ormai tra me e Jordan c'è così tanta confidenza che posso chiedergli qualche giorno libero, dettagli che poi ho molte ore da recuperare" rispose sbrigativa la ragazza. "Ok. Beh allora... volevo invitarti in un altro locale dove suonerò. Mi ha invitato un amico che fa il produttore, e stavo pensando di cantare uno dei nuovi pezzi". Sandy sorrise per la prima volta quella sera: "Ma certo che mi va. Ora però... credo che me ne andrò a casa, mangerò qualcosa per strada" "Sicura che non vuoi che ti accompagni?" domandò Leo che non aveva tanta voglia di vederla andar via. "Direi di no, ma non preoccuparti non c'entri né tu né quelle persone rimaste al ristorante" (non ce la faceva neanche a chiamarle per nome). "Comunque ci vediamo domani, e grazie per la borsa" concluse poi prima di girarsi e andare per la sua strada. Leo la osservò andarsene, pensando che se ci teneva veramente a lui allora Keith non esisteva più nel suo cuore. "Lo spero, anche perché ogni volta che mi addormento vedo il tuo volto, Sandy" disse a fior di labbra.

I suoi occhi... Sandy non riusciva a toglierseli dalla testa. Quegli occhi così profondi, che lei definiva color cioccolato, come uno dei suoi gusti di gelato preferiti, le si erano stampati nella testa e nel cuore. Non avrebbe mai immaginato che Leo per lei avrebbe piantato in asso una ragazza che conosce da più tempo, una con cui magari.... 'No, che cazzo vado a pensare! La tensione mi fa delirare' pensò mentre andava verso il locale dove quel ragazzo dal cuore grande e il sorriso luminoso avrebbe suonato quella sera. A quanto pareva aveva invitato solo lei, di Iris e Pierre non ci sarebbe stata l'ombra. 'Meglio così, sto iniziando a non sopportare più la visione di quella smorfiosa che si crede chissà chi, e ancora di più quella di Pierre... cazzo se assomiglia a Keith'. Di colpo realizzò che quello che era il suo ex ragazzo non era quasi più nei suoi pensieri, aveva smesso di paragonare Leo a lui, e la distanza lunga chilometri forse aveva agevolato la loro separazione. 'Il brutto è che questa distanza ha allontanato anche i miei genitori' pensò con una punta di dolore. Poteva capire Keith o suo fratello Chad, troppo impegnato con la droga e la polizia per ricordarsi di avere una sorella, ma almeno i suoi genitori potevano scriverle o chiamarla. "Dio che situazione disperata" sentenziò ad alta voce mentre si avvicinava sempre più al locale. Vedeva una discreta folla, principalmente ragazze, che spingeva per entrare. Si aggregò ma dopo pochi minuti le si avvicinò un bodyguard. "Mi scusi, lei è la signorina Sandy Dawson?". La mora si morse leggermente il labbro pensando al suo falso cognome, ma comunque annuì. "Allora venga con me, c'è un posto speciale per lei voluto dall'artista di questa sera". Sandy si sentì avvampare dentro, in quel momento si sentì al pari delle grandi star della musica o di attrici che si sedevano sempre nei posti migliori nei locali. Seguì il bodyguard cercando di ignorare le occhiate di invidia o odio delle altre ragazze, sentì anche qualche: 'Che fortunata' 'Magari è la fidanzata' 'Speriamo di no, lui è solo mio!' 'Pfff, frase tipica di Iris Liviani' commentò tra sé Sandy mentre entrava nel locale. "Ecco, quello è il suo posto" le disse l'uomo indicandole una sedia quasi sotto palco, poco lontano dalla quale stava seduto un uomo alto e piuttosto distinto. "O...ok" disse ringraziando il bodyguard con un cenno. Poco dopo che si di seduta si aprirono le porte anche per le altre ragazze scatenate, si fiondò un fiume di persone urlanti che però non sembrò minimamente turbare il signore seduto poco lontano da lei. Quando ci fu abbastanza silenzio salì sul palco una ragazza con un microfono: "Bene, buonasera e grazie per essere qui. Oggi, per la nostra serata delle novità, vi presentiamo un giovane artista che usa la musica soprattutto per esprimere i suoi sentimenti. Sta preparando molte canzoni è una di queste la canterà proprio qui, su questo palco. Ecco a voi Leo Gassman con "Dimmi dove sei"'. Grida di approvazione e applausi riempirono la sala mentre Leo entrava con la chitarra, la sua compagna fedele. "Buonasera" salutò mentre gettava uno sguardo veloce alla sala (Sandy notò come guardò intensamente nella sua direzione e in quella del signore).

Dopo l'esibizione (e un lungo applauso seguito da grida di gioia) ci fu anche una breve intervista di Leo, durante la quale il ragazzo parlò del suo sogno di fare musica e che le sue canzoni parlavano principalmente di amore. Sandy era quasi sicura che mentre lo diceva la stesse guardando con la coda dell'occhio. Finita l'intervista la ragazza decise che l'avrebbe aspettato mentre tutto il pubblico se ne andava, compreso il misterioso signore che mentre usciva stava scrivendo qualcosa col telefono. Leo si ripresentò sul palco quando la sala era totalmente vuota. "Sapevo che saresti rimasta" disse non appena fu sceso. "Sì beh, ti avevo detto che sarei venuta, e poi volevo parlarti" "Sono più che sicuro che le altre ragazze saranno tutte davanti all'ingresso artisti, ma invece io uscirò dall'ingresso pubblico" "Ahah poverine chissà che delusione che avranno" commentò la mora mettendosi la giacca. "Sinceramente non mi importa più di tanto. Le altre ragazze sono niente in confronto a te". Di colpo Sandy risentì uno strano calore nel corpo, lo stesso calore che aveva sentito la prima volta che aveva visto Keith. "Dimmi la verità, Leo: quella canzone... l'hai scritta per me?" domandò temendo la risposta. Ma poi... perché la temeva? In fondo lei ora era sola, Keith non significava più nulla per lei. Il ragazzo aspettò qualche secondo prima di rispondere, poi si avvicinò a Sandy e le prese le mani: "Diciamo che in questo periodo ho capito che una persona può diventare importante anche se la conosci da poco" "Dio quanto non ti sopporto quando fai così il filosofo" commentò lei con finta irritazione. "Davvero? Eppure è una qualità che le altre ragazze apprezzano" rispose lui sorridendo. Sandy invece non stava ridendo, di colpo liberò le mani e si diresse verso la porta. "Beh allora se è così vai dalle altre, a me le situazioni poco chiare non piacciono". Era quasi arrivata quando si sentì prendere per le spalle e girare. Si trovavano a pochi centimetri, lui avrebbe potuto benissimo baciarla, invece sembrava che si stesse specchiando nei suoi occhi azzurri. "Ah non ti piacciono? Allora vediamo se riesco a dirtelo in un modo non troppo diretto: sì "Dimmi dove sei" parla di te, da quando ti ho salvato quella volta penso molto a te, quando mi addormento vedo il tuo volto. E io ti chiedo di guardarmi perché è vero, non sono come gli altri. E sembrerà strano ma... sento che Pierre prova qualcosa per te. Lo vedo nei suoi occhi tutte le volte che gli sei vicino" "M...magari perché vede in me la mia gemella Sophie" 'Che non esiste' le ricordò la vocina della verità. "Può anche darsi, però... mi dà fastidio. E ora tu forse mi prenderai per pazzo, Sandy, ma è giusto che tu lo sappia... provo qualcosa per te, forse è amore, non lo so definire, però so per certo che mi sento attratto da te". 'Allora sì che provi qualcosa per me' avrebbe voluto dirgli la ragazza, ma preferì tacere. Chiuse gli occhi aspettandosi un bacio imminente, che arrivò... all'angolo della bocca.

Mio sogno e dolore|| Leo GassmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora