Feci una giravolta entrando nella mia camera e mostrando a Jacob il vestito color pesca che avevo deciso di indossare assieme a dei tacchi vertiginosi che mi erano stati regalati da lui e Blaine. Smise di contemplarsi allo specchio e levò le mani dal suo papillon grigio quando mi vide.
“Oh, wow.” Enunciò elettrizzato, avvicinandosi e iniziando a girarmi attorno. “Qualcuno stasera vuole farsi finire un ragazzo nelle mutandine.” Sentenziò ovvio, posizionandosi davanti a me e sistemandomi una ciocca di capelli. Sul viso un sorriso divertito.
“Che cosa?” Chiesi imbarazzata, capendo dove volesse andare a parare e maledicendomi mentalmente per aver raccontato tutto al mio migliore amico.
“Harry! Insomma, ti sei vestita così per un motivo preciso…” ribadì, segnando il mio abito, come se fosse ovvio. “E inizio a non vedere l’ora di vederlo, se ti ha fatto perdere così tanto la testa significa che è davvero bello. Dimmi, ha un bel culo?”
Sgranai gli occhi. “Jacob!”
“Che c’è? Sono il tuo migliore amico, ho il diritto di saperlo!”
“Non gli ho guardato il culo, Jacob. Non siamo mica tutti pervertiti come te.”
“…Dice quella che si è messa mezzo vestito addosso per far inciampare il ragazzo nelle sue mutande.”
“Nessuno inciamperà nelle mie mutande.”
“Oh beh… Questo è tutto da vedere.”
-
La galleria era piena, più di quanto potessi sperare per mia madre. Se lo meritava tutto quel pubblico, perché le sue foto erano davvero stupende. Io e Jacob, il mio migliore amico, ci dirigemmo verso un angolo della sala, salutando di tanto in tanto qualche amico di famiglia che mi faceva i complimenti per la mamma che mi ritrovavo. Un’artista, era vero.
“Mia madre è famosa.” Dissi, una volta che fummo da lei. Annuì. “Siete qui per un autografo?” Chiese lei, ridendo. Jacob si protrasse in avanti per scoccarle un bacio sulla guancia.
“Jacob, sei abbronzato!” Esclamò mia madre, guardando il ragazzo con stupore. In effetti Jacob aveva la pelle piuttosto chiara, che avesse un po’ di colorito dopo l’estate era un evento.
“Tre mesi in Corsica con mio padre sono serviti a qualcosa, a quanto pare.” Ridacchiò lui, mentre mio padre si avvicinò a noi, cingendo un fianco a mia madre Linda.
“Isaac, sei arrivato!” Enunciò lei, scoccandogli un bacio sulla guancia. Finsi un sorriso, arricciando il naso. Il mio amico, probabilmente accorgendosi del mio disappunto, mi spinse leggermente, facendomi poi un sorriso. “Ehi. Tranquilla.” Mormorò, senza che i miei mi sentissero.
“Hai fatto tardi perché sei passato a prendere Ethan?” Domandò ingenuamente mia madre, rivolgendo uno sguardo d’apprensione a suo marito. Mio padre annuì fermamente.
“Sì, Ethan è venuto con me, si è cambiato direttamente dopo gli allenamenti.”
Oh, beh… Mentiva.
Lo potevo capire da come si grattava la nuca. Non sapevo nemmeno se Ethan, mio fratello, fosse davvero venuto. Magari era una grande palla pure quella. Mi ritrovai a sperare non stesse succedendo ciò che era accaduto l’anno prima. Non di nuovo. Al solo pensiero il sangue mi ribollì nelle vene.“Io e Holland andiamo a vedere i quadri laggiù.” Esordì dal nulla Jacob, prendendomi dolcemente la mano e portandomi immediatamente via da loro. Ringraziai di aver un migliore amico in grado di salvarmi da certe situazioni.
“Grazie.” Sussurrai, mentre ci incamminavamo verso la fine della Galleria. Lui sorrise.
“Quando Holland Miller arriccia il naso, è meglio correre ai ripari.” Constatò, facendomi capire quanto bene mi conoscesse. Prese due bicchieri di champagne da uno dei garçonne e me ne porse uno, brindando poi alla fine dell’estate. Al secondo sorso, però, Jacob si strozzò pesantemente con il suo stesso drink. Il viso gli diventò prima paonazzo, e poi completamente pallido.
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The Teacher.
FanfictionNew York. Un cafe. Due persone. Un incontro. Holland Miller e Harry Styles si incontrano per la prima volta, per caso, in un piccolo cafe nell'ala ovest di New York. Molte cose in comune, una grande attrazione e molta complicità. Ma una verità non d...