[sei]

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Cammino svelta verso la mia stanza, senza guardare in dietro. So che non se lo aspettava, ma mi sono stufata, ho subito troppi torti in questi anni e ora voglio la mia vendetta personale.

Piango per tutta la sera, il giorno dopo sarei andata a fare shopping con Rose, a rifarmi l'armadio. Non sono un asso con i vestiti, ed i trucchi, ma dovrò imparare, se voglio salire in classifica in questi due mesi e farmi incoronare Regina, al ballo di fine anno.

Scendo in cucina per la cena, vedo mio padre a capotavola e Rose alla sua destra, Thomas era al fianco della madre mentre Cristopher stava di fronte al fratello. Supero la porta e mio padre mi accoglie con un caloroso sorriso che ricambio.

<Sei bellissima Cassy, amore mio>
Io rossa in viso gli rispondo con un <Grazie papà> mentre vedo che i fratelli smettono di guardare il telefono e puntare i loro pezzi di ghiaccio sulla mia figura. Ho un vestito floreale (di Rose) e le converse bianche alte. Il vestito valorizza il seno e mi arriva a metà coscia.

Mentre mangiamo io, papà ed Emily parliamo della giornata e del mio cambiamento fisico, in questi ultimi 4 mesi. Le due bestie, non smettono di guardare il telefono, quindi mi avvicino a Cristopher per sbirciare quello che sta guardando. Rimango sconvolta quando leggo "Little Brother".

Non stanno nemmeno a due metri di distanza. Che cazzo si mettono a chattare.

<Che cazzo guardi?>

<N-niente> balbetto, distogliendo poi gli occhi imbarazzata.

<Grazie a te, mi fa male la guancia> sussurrò al mio orecchio

<Ah ora è colpa mia, che faccia tosta che hai, se tu non mi avessi fatto incazzare, forse saresti ancora integro ora> gli risposi, girandomi nella sua direzione, ma la sua faccia era vicina, troppo vicina. Il mio indice era puntata sulla sua spalla. Sentivo il suo respiro sulle labbra, e, istintivamente, i miei occhi guardano le sue labbra, mentre mordo le mie.

<Ragazzi tutto bene?> ci chiede mio padre
Mi giro di scatto verso di lui, e gli di dico <Si tutto bene papà, comunque domani vado con Rose a fare shopping. Ora, se non ti spiace vado a fare i compiti> mi alzo e inizio a camminare verso la mia stanza.

Una mano mi blocca la vita e mi attira a sé. Sussulto per la sorpresa, poi il viso della persona si avvicina a me e sussurra <Mi piacevi di più prima, porcellina Cassy>

Rimango immobile tra le sue braccia e gli dico <Beh, l'ho intuito subito, dal modo in cui mi hai dato il benvenuto la prima volta, si capiva che ti stavo simpatica.> acida, continuo dicendo <Ora lasciami Cristopher> mi divincolo tra le sue braccia ma non ce la faccio, è troppo forte.

<Ti lascio andare ad una condizione>

<Che condizione? Spero che tu stia scherzando>

<No, non scherzo e la condizione è concedermi un uscita, per diventare più uniti.. come famiglia, ecco.>

<Si certo come famiglia, bella battuta. Ora lasciami>

La sua presa diventa ancora più forte mentre mi dice <Sono questi i patti, mia cara ragazza porcellino>

Spazientita gli faccio <Va bene, basta che mi lasci andare> mentre alzo gli occhi al cielo, lui annuisce per poi lasciarmi, inizio a salire velocemente le scale, arrivata in cima, mi giro e dico a bassa voce<Troglodita dei miei stivali> consapevole che nessuno stava ascoltando.

Sono le 2:47 e non ho ancora finito di studiare. Metto le mani sui capelli e inizio a maledirmi, per non avere aperto neanche per 5 min i libri oggi pomeriggio.

The fate of the little pig girl Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora