[tre]

83 3 0
                                    

Finito di farmi la doccia, vado nella mia stanza, mi vesto e guardo fuori dalla finestra, constatando che la sera stava arrivando e con essa anche l'ultimo membro Collins: Thomas.

Thomas è come il fratello e non intendo perchè si assomigliano, ma anche lui non si presentò, mi fissò, per poi rintanarsi nella sua stanza.

Da una parte li capivo i fratelli Collins, dopotutto io e mio padre, Drake, siamo piombati dal nulla nella loro quotidianità, ma anche per me è difficile questa situazione e loro non aiutano per niente.

Giunta l'ora del verdetto, ovvero "la cena", a tavola non volava una mosca. Si respirava un aria pesante. Molto pesante. Mio padre a capotavola tra un boccone e un'altro mi mandava occhiate di incoraggiamento, per iniziare una conversazione.

Certo, io che inizio una conversazione. Pff.. Bella battuta papà. L'unico discorso che posso fare con questi bestioni è parlare nella lingua delle Bestie, che, guarda caso non so neanche una parola. Quanto cazzo mi spiace. Ora piango.. (sono sarcastica, se non si fosse capito)

Alla fine capendo che non avrei fiatato inizia a fare domande ai due baldi giovani del tipo <Come state?>

Papà come vuoi che stiano? Sono qui. Con noi. A mangiare. Se stavano male, di certo non stavano qui a mangiare.

Sentendo un secco <Bene> da entrambi inizia nuovamente a mangiare per poi chiedere nuovamente ai due <Che avete fatto di interessante oggi?>, che come da copione, entrambi rispondo con <Niente di che, in giro>
Continua così la cena, mio padre che cerca di parlare ai due bestioni mentre questi non fanno altro che rispondere in modo breve e secco.

Arrivati al dessert Bestione 1 (cioè Cristopher) si alza e se ne va via. E non intendo in modo retorico, ma esce da casa sbattendo violentemente il portone e lasciandoci tutti sbigottiti.

Anche Bestione 2 tenta di lasciare la tana, ma con scarsi risultati, poiché la madre lo blocca sul l'uscio e gli impone di portarmi con se. Cerco di dirgli di no, che va bene così, ma alla fine cedo anche io al volere di Emily. Prendo il telefono e mi avvio nella direzione di Thomas, con la testa china e pronta a volere sparire per tutto il tempo in cui staremo insieme.

Non capisco della forzatura dei nostri genitori che vogliono creare questa specie di amicizia tra me e queste teste bacate, se volevamo essere amici lo saremmo già diventati.

Ora mi trovo nella macchina di Thomas. Siamo in religioso silenzio, non si sente nulla se non i nostri respiri, o per meglio dire, i miei respiri, che con il passare del tempo stanno diventando sempre più veloci e le mani non la smettono più di sudare.

Poi lo sento, sento la sua voce dirmi <Guarda che puoi respirare anche più piano Cassandra, non ti sto mica portando al macello>

Stizzita gli rispondo con tono acido <Peccato mio caro Thomas che ci sono già al macello, guarda dove mi trovo> muovendo convulsamente le braccia a indicargli la macchina e dire più piano <Brutto troglodita>

Lui senza staccare gli occhi dalla strada mi dice <Certo come no, allora a scuola che farai? Lì ci saranno persone peggiori di me, e, spoiler se non vuoi essere presa per il culo, devi dimagrire. Sopratutto non mi salutare se ci dovessimo incontrare per i corridoi, che io non voglio essere associato ad una balena come te>

Bestione:1
Cassandra:0

Sentendo quelle parole il mio cuore salta un battito mentre sento i miei occhi pizzicare ed inumidirsi. Non può avere detto seriamente ciò che ho appena sentito.

Lo fulmino con gli occhi e gli rivolgo sguardi carichi di odio e di disprezzo, nonostante una parte di me, una grande parte di me, sa benissimo che lui ha ragione.

Poi gli rispondo con tono duro e senza volere repliche un glaciale "Portami a casa" urlando anche un "Ora".

Lui non risponde, fa una manovra a U e si avvia verso la strada di casa mentre io tento di trattenere il meglio possibile le lacrime, che di lacrime ne ho versate a litri in questi ultimi anni.

Thomas, tu non sai nulla di me. Non sai quanto abbia tentato di cambiare il mio corpo. Tu non sai degl'incubi che mi perseguitano ogni notte. Tu non sai del vuoto che sento costantemente all'altezza del cuore e del ventre. Tu non sai un cazzo, quindi non parlare a sproposito coglione.

Avrei voluto dirgli tutte queste cose ma so che se lo avessi fatto avrei iniziato a piangere e mi sarei esposta troppo.

Arrivati davanti casa apro lo sportello e scendo con una velocità non mia, sento solo un flebile <Mi dispiace> prima di andarmene dentro.

Appena metto un piede dentro il portone, inizio a camminare velocemente verso la mia stanza, sentendo le lacrime bagnarmi le guance, decido quindi di trascorrere la notte a mangiare i miei adorati snack e guardare, sul mio pc, "The 100" su Netflix.

Il giorno dopo mi sveglio con un dolore atroce dietro al collo, mi massaggio il punto dolorante e mi accorgo che il mio pc è ancora acceso, accanto a me, fortunatamente non mi ero agitata troppo durante la notte.

Scendo in cucina aspettandomi di trovare qualcuno, visto che erano le 10:30 di mattina, ma al contrario di quello che credevo non c'è nessuno.

Il silenzio regna tra queste mura, quindi faccio in fretta colazione, mi vesto e rimango in camera a leggermi "Ragione e Sentimento" di Jane Austen, la mia scrittrice preferita, aspettando l'arrivo di qualcuno.

————————————————————————

Spazio autrice
Lei è Rose Wingleton, la migliore amica di Cassandra, è una ragazza molto solare e pazza (ma anche estremamente stronza)

~K

The fate of the little pig girl Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora