Capitolo 3.

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-Che strazio esistere in un mondo che insiste.-

Ed eccomi qui, in una macchina con un ragazzo di cui neanche so il nome e che è anche uno stronzo del cazzo. Non potrebbe andare peggio.

-Sei sicuro di sapere dove stai andando? Avremmo dovuto girare a destra non continuare dritto.

Rompo il silenzio imbarazzante che si era creato portando lo sguardo sul suo volto concentrato sulla strada. La luce che proveniva dal suo lato sinistro illuminava i lineamenti del suo volto dandogli quel senso di mistero ma rendendolo così tremendamente sexy.

Lui in tutta risposta sta in silenzio concentrato a guidare, sono sicura che a quest'ora avremmo dovuto già essere a casa dato che questo cavernicolo non rispetta i limiti di velocità.

-Hai ricominciato a non parlare? Grandioso.

Sbuffo annoiata e lui in risposta blocca la macchina nel bel mezzo della strada guardandomi scocciato e con uno sguardo che lascia passare odio da tutti i pori.

-Senti ragazzina, ti sto dando un passaggio e questo dovrebbe essere un motivo per essermi grato. Ti chiedo almeno di chiudere quella bocca perché se non te ne fossi accorta sto guidando e mentre lo faccio non voglio avere nessuna ragazzina capricciosa e viziata tra i piedi.-Dice ciò per poi annuire e ripartire tornando a guidare come se niente fosse, brutto stronzo.

Rimango a bocca aperta incapace di ribattere, di solito non mi succede mai, so sempre come tenere testa a qualcuno ma in questo momento il mio cervello ha smesso di funzionare impedendomi di pensare a un modo per farlo tacere.

-Scendi.-mi dice per poi scendere dalla macchina afferrando lo zaino portandolo sulle spalle.

Non dico nulla, mi limito a scendere dalla macchina con ancora lo zainetto sulle spalle per poi chiudere con forza la portiera andando verso casa mia.

-Figurati, quando vuoi. È stato un piacere accompagnarti, non devi ringraziarmi.

Il ragazzo allarga le braccia guardandomi incredulo, certo,come se pensasse che l'avrei ringraziato. Ma per favore.

Lo ignoro e mi dirigo verso la porta di casa aprendola e liberandomi delle scarpe all'ingresso rimanendo con i calzini. Lancio lo zaino sul pavimento e mi dirigo in cucina.

-Papà, ci sei? -Domando.Nessuna risposta, è un buon segno.

Osservo il tavolo, su di esso un biglietto che leggo. “Ciao tesoro, scusa ma oggi non ci sarò per pranzo. C'è della carne in frigorifero, chiama se hai bisogno. - Papà.”

Lo sapevo, in questo mese è la quarta volta che fa turni extra a lavoro, ormai non stiamo più assieme. Prendo il biglietto buttandolo nel cesto della spazzatura per poi dirigermi verso camera mia.

Vado verso la mia scrivania e mi siedo prendendo i miei amati fogli e le matite per poi iniziare a scrivere.

La scrittura da sempre è stata la mia passione, da piccola odiavo scrivere ma ora non posso farne a meno. Le mie non sono poesie, ma neanche canzoni. Sono testi che mi piace cantare ogni tanto ma non saranno mai come i testi delle canzoni che si ascoltano alla radio. Quelli che iniziano e hai già le lacrime agli occhi. Ma mi piace farlo, mi fa sentire bene.

“tornerai da me.”

ma tu tornerai, ovvio che tornerai.
Tornerai con le solite scuse del cazzo,
Tornerai con i tuoi “ti amo.”,
E con quello stupido sorriso.
Tornerai, e mi farai perdere la testa,
Proprio come la prima volta,
Tu tornerai, e io ci ricascherò come una bambina.
Lo faccio sempre,
Mi prometto di non fidarmi e finisco con il cuore a pezzi.
Ma tu tornerai,
E sarà bello come la prima volta,
E indimenticabile come l'ultima.
Tu tornerai e io ci sarò,
Sarò un po meno piccola ma con qualche incubo in più.
E quando te ne andrai,
Perché si,
So che lo farai,
Io sarò ancora lì,
Ma questa volta
Non ti aspetterò più ...
Rit:
Ma io sono ancora qui,
Con quella voglia che ho d'amare
E anche un po di paure,
Con le mani fredde
E un profumo che sa di rose,
Con quel sorriso che ti fa impazzire,
Sarò lì,
Ci sarò fino a morire,
Ci sarò,
Anche a  costo di morire...”

Mi asciugo le lacrime appena sento la porta aprirsi e mi volto verso quest'ultima osservando mio padre con un leggero sorriso.

-Haze, tutto bene? Ho sentito dei singhiozzi e volevo accertarmi che tu stessi bene. - Mi dice ricambiando il mio sorriso per poi chiudere la porta alle sue spalle e sedersi sul mio letto guardandomi.

-Si papà, sto bene.-lo tranquillizzo, è già abbastanza stressato per il lavoro non voglio che si senta ancora peggio.

-Va bene. Ho conosciuto i nuovi vicini, sono simpatici e il loro figlio minore appena ha saputo che sono tuo padre ha insistito per invitarci entrambi a cena. Non è gentile?

Oh cazzo.

tra il freddo e il gelo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora