-Sei la certezza in cui ripararmi.-
-Lo giuro, la prossima volta che mi lasciate da sola ad una festa potete anche reputarvi morti.
Avviso Dylan e Cheryl di ciò mentre intanto loro continuano a ridere e a raccontarmi ciò che è successo alla festa dopo che me ne sono andata.
Siamo seduti in un tavolo da Starbucks con le nostre ordinazioni tra le mani, parliamo del più e del meno e ci divertiamo in compagnia.
-Ma poi quel tizio.. Aron, come fai a conoscerlo?
A porgermi quella domanda è Dylan che come sempre è molto geloso nei miei confronti, all'inizio era solo un po preoccupato per me ma adesso la cosa sta veramente andando troppo oltre.
-Dylan, è il mio vicino di casa e andiamo in classe insieme a biologia e letteratura, non devi preoccuparti. Ti ricordo che sei stato tu a farci parlare la prima volta, non osare prendere mai più la mia moto.
Prima che il ragazzo possa ribattere mi alzo dal tavolino salutando i due con dei baci sulle guance, vorrei tanto restare con loro ma devo andare a studiare, domani ho un compito.
-Io vado ragazzi, ci sentiamo più tardi. Cheryl, ricordati di inviarmi la foto dei compiti di matematica, non ci capisco nulla. A dopo.
Sorrido ai due e mi dirigo verso casa mia, per la strada mi fermo ad osservare ogni singola vetrina. Libri, cupcake e anche oggetti d'antiquariato, c'è di tutto e di più.
Mi fermo davanti a quella dei libri e decido di entrare, è da un po che non leggo un buon libro e dovrei iniziare a farlo più frequentemente proprio come prima.
Mi guardo attorno tra i vari scaffari dei libri finché non trovo un libro che cattura la mia attenzione, mi allungo per prenderlo ma non ci arrivo.
Certo che i miei potevano sforzarsi di far nascere una persona che non avesse problemi d'altezza.
Mi allungo un altro po finché non sento il fiato di qualcuno dietro di me, questo qualcuno afferra il libro che volevo prendere, mi volto per vedere chi fosse.
Come dimenticarsi di lui. Il ragazzo della festa.
Lo osservo attentamente, ha un braccio fasciato e un pezzo di carta nel naso per bloccare il sangue. È ridotto proprio male.
Il ragazzo davanti a me mi porge il libro con un leggero sorriso, afferro il libro e lo stringo tra le mani osservandolo per evitare lo sguardo del ragazzo.
-Le pagine della nostra vita? Bella scelta.
Il biondino mi guarda allontanandosi leggermente da me,ha ancora quel leggero sorriso sul volto e continua ad osservarmi.
-L'hai letto?
-Mi chiedi se l'ho letto? Io adoro quel libro. Conosco ogni battuta a memoria.
-Io non l'ho mai letto ma credo che lo farò, tornerò a prenderlo quando avrò messo da parte i soldi necessari.
Il ragazzo davanti a me annuisce per poi grattarsi la nuca per l'imbarazzo, non deve essere facile parlarmi dopo quello che gli ha fatto Aron.
-be,comunque, mi chiamo Isaac. È un piacere conoscerti.
Immagino guarda.
Il ragazzo tende la mano nella mia direzione e io gliela stringo portando lo sguardo dalle nostre mani al suo viso mentre lui continua a guardarmi negli occhi.
-Ci vediamo in giro Isaac.
Gli sorrido e mi dirigo verso l'uscita della libreria andando poi verso casa mia.
[...]
Sento bussare alla porta della mia stanza, chiudo i quaderni e i libri e do il permesso per entrare.
Mio padre mi guarda ed entra nella stanza sedendosi sul mio letto e sono già sicura che debba parlarmi.-Ei Haze, stavi studiando?
-Si papà, domani ho un interrogazione di storia. Hai bisogno di qualcosa?
-in effetti c'è una cosa di cui vorrei parlarti.
Fa una lunga pausa prima di riprendere a parlare, mi siedo sul mio letto al suo fianco curiosa di sentire ciò che ha da dirmi, dev'essere importante, è da tempo che non parliamo dato che lavora sempre.
-Tu sai che non ti ho mai vietato nulla, quando tua madre se n'è andata.. diciamo che ho cercato di non farti mancare nulla e ti ho permesso qualsiasi cosa... In questo ultimo periodo però ti sento lontana e volevo dirti che se hai voglia di parlarne io ci sono.. So che vivere senza una mamma può essere dura ma io sono pur sempre tuo padre. Quindi, che succede? C'è per caso un ragazzo..?-
Dio santo.
Mi alzo velocemente dal letto iniziando a camminare per la stanza e trascinando poi mio padre verso la porta.
-ok papà bella chiacchierata, ora vorrei studiare. E no, non c'è nessun ragazzo.
Lo caccio fuori dalla stanza chiudendo la porta alle mie spalle, mi appoggio a quest'ultima sedendomi a terra.
A volte mio padre sa essere davvero incredibile, i suoi sforzi non riescono comunque a farlo diventare un padre perfetto e si nota un miglio che gli manca la mamma, ma sa perfettamente che riportarla a casa sarebbe solo una brutta idea.
Lo odio quando fa così, e poi come gli viene in mente che mi possa mai piacere un ragazzo? L'unico che mi sta davvero simpatico è Dylan, peccato che sto avendo dubbi sulla sua etero sessualità.
STAI LEGGENDO
tra il freddo e il gelo.
Teen FictionPerché infondo queste sono le cose che contano nella vita, non le vittorie ma le sconfitte. Perché infondo i veri vincitori sono i perdenti, sono quelli che lottano e sbagliano ma nonostante questo continuano a lottare. I vincitori, i veri vincitori...