E adesso un po' di blu, come la notte
E bianco come le sue stelle con le sfumature gialle
E l'aria, puoi solo respirarla!L'aroma dell'incenso si dissolse tra le mura del tempio, coglievo quell' aura ancestrale, gli dei avevano gradito i nostri doni. L'intero viale di selci, intarsiati di gemme preziose, era ricolmo di petali di fiori freschi e profumati; le mie dita erano poggiate sui toni neri del pianoforte in legno d'ebano, e piccole com' erano si incastonavano tra un tasto nero e l'altro bianco, in una sequenza di oscurità e bagliore, le uniche tonalità che ormai riusciva a rammentare la mia ragione da quando avevo perso la vista: eppure in quella melodia dominavano entrambi, come se nessuno dei due cercasse di prevalere con rivalità sull'altro, il nero, il buio della notte, il bianco, i granelli di sabbia di Nusa Penida, come se si combinassero in un canto sacrale che si confondeva con il fragore delle onde dell'isola.
Sapevo che le sue mani erano macchiate di tenui colori combinati tra loro per crearne delle tinte diverse; avevo custodito il ricordo della tavolozza intrisa di sfumature come quelle del mare durante l'alba, un colore cristallino e verde smeraldo che si schiariva divenendo un turchese intenso. Sapevo che dalle sue mani sarebbe nato un promontorio così alto, da cui ognuno avrebbe potuto ammirare il sapore delle onde, la vista delle nuvole che scorrono via a causa delle folate di vento.
Nel mio buio i suoi occhi erano l'unica via in cui riuscivo a scorgere la luce, come un tunnel oscuro, in cui cerchi l'unica via d'uscita: quella sensazione di luce e di libertà per me era lei, per me erano le sue mani che intingevano il pennello e sfioravano la tela sotto le note del pianoforte. Era come se stessi crescendo con la consapevolezza di imparare di nuovo ad osservare il mondo a me circostante, ma questa volta in maniera diversa, e mentre gli altri danno una forma, un colore e ne costruiscono un'idea nuova da disegnare nella loro anima, io percepivo oltre, nulla aveva forma nella mia mente, ogni cosa aveva perso tonalità e sfumature, solo fragranze e sapori permettevano alle mie idee di sopravvivere tra l'oscurità.
Chopin e la sua malinconia davano tratti sfumati al dipinto che prendeva forma sulla tela, ma anche nella mia anima: un temporale si era abbattuto sull'isola, il mare era in tempesta, le sue onde erano di un blu scarlatto tendente al nero, il cielo plumbeo e grigio, le nuvole ricolme di piccoli frammenti di acqua che si ricongiungevano alle onde inferocite, l'imponenza del faro si proiettava all'orizzonte confondendosi nella nebbia del temporale. L'orizzonte era così sbiadito da non poter distinguere l'oceano dal cielo cupo. Il faro era solo lì e abbandonato, la sua luce prima accecante era divenuta soffusa e assente, così come i miei occhi, ormai vitrei e accecati dal folgore, così come una luna rimasta sola che reclama le stelle per brillare, la sua luce si era spenta quella notte e con lei anche la mia essenza di vita.
Ad un tratto la pioggia si fece più intensa nella mia mente, era come se un temporale stesse confondendo ogni mio singolo pensiero, un temporale così brusco e improvviso che ti intimorisce, da cui vuoi fuggire perché hai paura di morire tra le acque del cielo che si donano alle onde.
Chiusi gli occhi e le mie mani abbandonarono i tasti del pianoforte intrisi dalla musica di Chopin, e lasciai andare il mio corpo come se la mia anima volesse uscire da esso per raggiungere quel faro, come se l'unico desiderio fosse solo quello in questa cupa esistenza nera. E se l'uomo che vidi mentre mi lasciavo cullare dalle onde era colui che arpeggiava?
I miei occhi si aprirono repentinamente come se quello stato di shock fosse stato solo frutto di una follia, dovevo trovare il modo di giungere alla spiaggia. "Elaine, perché mi hai salvato quella notte? Cosa nasconde la luce del faro? Perché non vuoi portarmi in riva al mare?" – le domande uscivano dalla mia mente con un flusso di parole e pensieri ininterrotti, come se la sete insaziabile di sapere stesse divorando la mia mente.
ELAINE
Flashback
L'oscurità conduce con sé paura, terrore, fragilità, consapevolezza di spegnersi per sempre.
Era la notte che l'aveva portata via da me, il buio aveva voluto punire me, la mia anima: perché prendersi proprio lei? Perché il mare non prendeva il mio spirito? Lei non meritava di morire così tra le acque e il cielo, tra le ombre e le luci. Lui lo aveva fatto, aveva preso lei, senza il timore di distruggere l'ennesima vita, senza paura di lacerazioni e lacrime, come se dei sentimenti del mondo non fosse a conoscenza, come se avesse sete di vita, una vita che gli era stata tolta da quando era abbandonato, da quando quella bambina fu gettata nelle acque; lì aveva perso vita, e si nutriva delle anime.
Solo le sue iridi erano impresse nel mio pensiero, piccoli occhi da cerbiatto castani e ocra, ma quella notte non rividi mai più i suoi occhi, le sue ali le avevano permesso di alzarsi in volo, avvolta tra le stelle del cielo thailandese e tra le acque nere di Nusa Penida. Perché non sempre ciò che brilla ti conduce alla vita, spesso ti inganna trasportando verso il baratro. Quella luce aurea che ogni cinque anni si specchiava tra i promontori e la spiaggia aveva portato via il mio angelo, la mia Anong...
Perché lei? Perché il faro uccideva? Troppe erano le leggende, ma dopo la sua morte desideravo solo sapere perché la luce uccide e le tenebre proteggono.
In preda al panico urlai:-" Anong mi manchi" e le lacrime si esaurirono pian piano...
Angolo autrice
Eccomi qui con un capitolo un po' intenso, spesso siamo capaci di percepire e guardare ogni cosa anche attraverso l'anima, a liberare ogni emozione attraverso la musica, questo è ciò che succede ad Alisea.
Inoltre si scopre qualcosa in più sul passato di Elaine e della sorella scomparsa AnongSpero che il capitolo sia di vostro grandimento, se è così lasciate una stellina o un commento
La vostra ragazza del faro🐚⚓
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Sotto l'ombra di un faro ( IN PAUSA)
AdventureSpesso credi che durante la notte puoi solo scontrarti con le tue paure, i tuoi sogni e i tuoi incubi, puoi scontrarti con quel buio che ti fa paura finché non diventi consapevole che ti senti più sicura tra le tenebre piuttosto che sotto i raggi de...