Capitolo 3 - Chi Non Muore Si Rivede

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MAGGIE

Mi incamminai verso la classe ignorando il dolore fastidioso che provavo ad ogni passo e gli occhi che minacciavano di chiudersi in ogni momento. Il pomeriggio precedente ero rimasta a casa di Spencer fino alle otto e non avevamo fatto altro che fare sesso. Quando poi era giunto il momento di tornare a casa, lui mi aveva convinto a restare da lui a dormire.

Dormire... Pff.

Così avevo passato una notte in bianco e adesso mi ritrovavo alle otto del mattino a camminare per i corridoi della scuola come uno zombie; un po' per le occhiaie lunghe fino alle ginocchia, e un po' per il modo bizzarro in cui ero costretta a muovermi a causa del sesso sfrenato della sera precedente. Almeno potevo dire che era stato fantastico.

Persa nei miei pensieri, mi accorsi solo troppo tardi di Carly Fields e le sue seguaci che mi si erano parate davanti come tre militari pronte ad una fucilazione.

"Margareth Roseburn." Disse Carly, incrociando le braccia al petto e sorridendo leggermente.

"Già, è il mio nome. Ora, se vuoi scusarmi, dovrei andare in classe." Cercai di ignorarla, ma lei mi si piantò davanti un'altra volta.

"Che brutta cera, che hai fatto questa notte?" Chiese alzando un sopracciglio e guardandomi con un sorrisetto malizioso.

In quel momento un pensiero terribile si fece strada nella mia testa.

Carly sapeva.

"Nulla. Non sono riuscita a dormire." Cercai di levarmela dai piedi, ma lei non voleva mollare.

"Sai, ieri sera sono uscita e, per caso, mi trovavo vicino casa del nuovo professore di inglese, com'è che si chiama? Rykers." Disse osservandosi le unghie. "Camminavo per strada, quando, ad un certo punto, ho sentito degli schiamazzi..." Si fermò, alzando lo sguardo dalle sue unghie perfette per posarlo su di me e lanciarmi un sorrisetto.

"Oh, sì, Spencer! Non ti fermare! Ooh, sì!" Mimò.

La guardai con odio.

Tra tutte le persone, proprio lei doveva vedermi con Spencer?

"Così mi sono avvicinata alla finestra, e indovina un po' chi mi è sembrato di vedere, avvinghiata in una posizione non troppo puritana con il nostro caro professor Rykers?" Mi fermò, rivolgendomi un sorriso compiaciuto. "Te." Disse infine.

Non risposi. Non sapevo cosa dire.

"Oh Spencer, di più, più forte!" Mimò un'altra volta. "Dimmi, quante volte l'avete fatto? Una decina?" Chiese in tono saccente. "Che fai non rispondi? Hai perso la voce ieri sera pregando Rykers di scoparti più forte?" Continuò, piegandosi leggermente in avanti.

La squadrai dalla testa ai piedi; indossava una gonna in pelle nera che le arrivava più o meno sotto il sedere, ed una maglietta che lasciava scoperto l'ombelico.

Non potevo mollare, dovevo rispondere, o sarebbe stato ovvio che ero proprio io quella che aveva visto.

"Non so di cosa tu stia parlando, ieri ero a casa a studiare, quindi quella che hai visto non ero io." Risposi. "Ora dovrei andare in classe." Feci per andarmene, ma lei mi afferrò un braccio, impedendomi mi andare avanti.

"So bene quello che ho visto, so che eri te ieri sera." Disse a denti stretti. "E posso provarlo." Tirò fuori il telefono dalla tasca della gonna e, dopo averlo sbloccato, me lo mostrò.

Non appena vidi quella foto spalancai gli occhi e la mia mascella cadde letteralmente a terra. Si capiva benissimo chi fossero le due persone riprese nell'immagine, ed una ero io.

When The Sun Goes Down - Destined To BurnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora