Sono quasi due ore che sono seduta sul letto in questa camera d'albergo. Ana entra all'improvviso e io mi alzo di scatto. Mi passa vicino e mi sfiora il viso con una mano. Poi si va a sedere su una poltrona poco distante. Stessa scena di alcune ore prima ma il luogo è diverso. Ana tiene la testa bassa e si contorce le mani. Sta pensando alla mia domanda. La risposta continua a rimbalzarle nella testa e non ne vuole proprio sapere di lasciar spazio alla soluzione. Sto male a vederla così. Vorrei dirle che andrà tutto bene ma la verità è che non ne sono sicura neanche io. Non voglio mentirci. Mi avvicino e vado a sedermi sopra di lei. Le prendo le mani e le metto sui miei fianchi sperando in una sua reazione. Niente. Ha gli occhi vitrei. Lei è qui ma i sui pensieri no. Le scosto i capelli e inizio a baciarle il collo. Il suo corpo è percorso da un brivido. Una lieve scossa ma è ancora troppo poco perché ritorni da me. Salgo fino all'orecchio e con le labbra inizio a giocare con il lobo. So che a questo non riesce a resistere e infatti inizia a muovere le sue mani sul mio corpo. Mi accarezza la schiena.
"Hai scelto me questa notte. È già un inizio di risposta" Qualcosa si sblocca in lei. Realizza che mi ha fatto portare qui per darmi un segnale e che il portarmi qui è già di per sé un segnale.
Inizia a baciarmi il collo. Butto indietro la testa perché possa farlo meglio. E perché mi piace. Sento che con le mani mi solleva e mi ritrovo in piedi, davanti a lei. I nostri corpi sono attaccati.
"Se potessi sceglierei sempre te" me lo dice guardandomi negli occhi perché io possa vedere che non sta mentendo. Già, se potessi. Solo che non puoi per colpa di questa maledetta distanza che ci divide. Riprende a baciarmi. Io l'aiuto a togliermi il vestito. Ci muoviamo lentamente verso il letto. Le nostre ombre diventano sagome riflesse in uno specchio. Ci siamo ancora noi negli specchi sulle pareti di qualsiasi luogo.
Ana mi posa piano sul letto senza smettere di baciarmi. Inizio a sbottonarle la camicia baciando ogni pezzetto di pelle man mano che si scopre. Mi mancano i suoi capelli, il suo odore, la sua pelle morbida che si attizza al tocco delle mie dita. Ana mi guarda per qualche secondo. Mi desidera. "Sei bellissima" mi dice prima di coricarmi sul letto e di sdrairsi sopra di me. Facciamo l'amore con nostalgia. Le nostre mani si muovono avide su corpi di cui sentivano la mancanza. Facciamo l'amore con dolore. Entrambe sappiamo che troppo presto ci dovremo lasciare di nuovo e che ogni volta il distacco fa sempre più male. Al contrario di lei, io faccio l'amore anche con rabbia. Pianto le mie unghie sulla sua schiena con un po' più di forza, succhio il suo collo per lasciarle i segni. Domani quando tornerà dall'altra potranno entrambe vedere il mio marchio sulla sua pelle.
Ci lasciamo cadere l'una nelle braccia dell'altra e tutto è perfetto, di nuovo. Non parliamo. Siamo esauste ma entrambe non vogliamo cedere al sonno. Continuiamo a sfiorarci. Sorridiamo ma i nostri occhi diventano ad ogni istante più tristi sapendo che ad ogni istante il tempo a nostra disposizione diminuisce.
Il suo cellulare suona. "Devo andare. Tra poche ore ho il volo per Washington"
Il resto sono solo silenzi, sguardi, respiri, baci e carezze perchè tutti i nostri sensi possano ricordarsi a lungo di noi.
Lascio Ana nella stanza e esco dall'albergo. Chiamo un taxi con la mano. Se ne ferma uno. Apro lo sportello, sto per entrare ma lo richiudo. È l'alba e l'aria è fresca. Mi stringo la sciarpa attorno al collo e mi lascio scaldare dal profumo di Ana che ancora mi porto addosso. Mi incammino verso casa, sorrido: Buongiorno New York!
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New York - Settembre 2015 - A ChiAna Tale
FanfictionNon avrei ma pensato che prima o poi avrei postato questa storia ma visti gli eventi degli ultimi giorni eccola qua...questa storia é completente frutto della mia fantasia. L'ho scritta di getto, come uno stream of consciousness, quando nel 2015 Chi...