Come stai lassù, Freddie?

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George stava accompagnando il figlio a scuola. Ormai erano davanti all'istituto e il bambino stava scendendo, quando dal suo zainetto cadde un piccolo, ma stracolmo di fogli, quaderno rilegato. George cercò di avvertire il figlio ma ormai si era già avvicinato ad un gruppetto di bambini.

Era contento di vedere il piccolo felice, spensierato e in compagnia, così ripartì.

Una volta a casa pose il quaderno con noncuranza sul comodino dell'ingresso quando gli cadde di mano un mazzetto di fogli infilatici alla bell'e meglio.

Anch'essi erano rilegati forzatamente con un piccolo nastro e chiuso con tanti nodi. Prima che potesse metterli via, il suo sguardo ebbe la meglio sul suo buon senso e decise di dare un'occhiata.

I primi foglietti riguardavano due foto: una rappresenta George, Angelina e il bambino. Guardando l'altra, il ragazzo rimase stupito su come fosse venuta in possesso del figlio. Ritraeva George e suo fratello gemello Fred. Erano ad Hogwarts, il loro primo anno, il loro primo giorno di scuola. Erano sorridenti e tenevano in mano alcune casse con una "W" stampata sopra.

"I Tiri Vispi Weasley." Disse George tirando su col naso.

Al tempo quel nomignolo era solo un sogno per i fratelli. Non si sarebbero mai immaginati di poter essere a capo di un negozio di dolciumi magici, di scarpe volanti, di pasticcini per saltare la scuola e di tante altre cose del genere.

La foto si muoveva, e si poteva vedere Madama Chips che correva dietro ai ragazzi seguita da fuochi d'artificio.

A George scappò una risata. Decise di riporre le foto nel quadernino e di continuare la lettura.

"Caro Fred," iniziava così quella che poteva essere una lettera. "Sono Fred. Esatto, ci chiamiamo allo stesso modo, ma papà non ama chiamarmi così. Di solito mi chiama Freddie perchè quando sente il nome "Fred" il suo sguardo si perde nel vuoto e rabbrividisce.

Tu sei mio zio. Ho sentito tanto parlare di te, tu e papà dovevate essere una bella coppia! Mi ha detto che eri rosso come lui, eri sempre solare, sorridente e per te era sempre momento di far festa. Mi ha anche detto che eravate identici, riuscivate a completarvi le frasi reciprocamente e che eravate come una sola persona. Ma era sempre più bello lui!"

Un'altra risata di George.

"Sai, gli manchi molto. Manchi a tutti loro. Nonna Molly è sempre triste e anche gli zii lo sono. Ma a papà sembra gli abbiano strappato via una parte di lui. E' come un corpo senz'anima.

Ogni mattina quando si guarda allo specchio per farsi la barba scoppia a piangere perchè in lui vede te. A volte invece va allo specchio apposta per scambiare con te qualche parola e chiederti come stai, ma tu non rispondi mai.

Perciò te lo chiedo io. Come stai lassù, zio Fred?

Sai, io quest'anno inizierò a frequentare Hogwarts e sono stra felice! Ancora ho 10 anni, ma per il 1° settembre ne avrò 11. Spero tanto mi smistino in Grifondoro.

Ho intenzione di riaprire "Tiri Vispi Weasley" ma non ho il coraggio di dirlo a papà, per lui è una questione delicata.

Chissà se insieme a Frate Grasso mi farai compagnia nel dormitorio. Anche tu sei morto nel castello."

George a quelle parole si irrigidì. Anche se erano passati ormai tanti anni, non riusciva a togliersi dalla mente quell'immagine di Fred disteso sul pavimento del castello con gli occhi vuoti. Persi nel nulla eterno.

"Insomma, zio. Quaggiù ti amiamo tutti e manchi tanto ad ognuno di noi.

Forse un giorno ti conoscerò.

Ti voglio bene, Freddie."

George richiuse il quaderno scosso e con il volto impregnato di lacrime.

La porta si aprì ed entrò Angelina dicendo:" George! Sono tornata!"

Lo vide con gli occhi lucidi e con quel quaderno in mano.

"Cos'hai, George?"
Lui esita un attimo, ma alla fine riesce ad allargare un gran sorriso. Gli occhi persi nel vuoto, un vuoto strano.

"L'ho rivisto. Ho rivisto Freddie."

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