4. Lo sconosciuto dagli occhi di giada

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Brianna attese che il battito accelerato del suo cuore tornasse ad un ritmo normale prima di sedersi e meditare su quanto era accaduto. Wallace era un bastardo.
Chiunque avrebbe potuto accorgersene se solo lo avesse sentito parlare, perché la prima impressione era tutt'altro che brutta. Un marchese di aspetto affascinante, con labbra così perfette che lei per la prima volta aveva sentito un autentico desiderio di baciare. Ma gli occhi, scuri e di un'intensità assurda, le avevano incusso timore dalla prima occhiata che si erano scambiati.

Non appena l'aveva vista, pur sotto la fioca luce della candela, Wallace aveva cercato di saltarle addosso tentando di strapparle gli abiti. Lei non era riuscita a tirare fuori in tempo il coltello, ma era comunque stata in grado di fuggire non prima di avergli sferrato una ginocchiata.
Wallace, però, non aveva perso tempo e l'aveva rincorsa. Il bordello di Mrs Clinton si trovava a pochi chilometri dal porto di Waterford, così Brianna aveva corso con in mente uno scopo preciso, cioè trovarsi in mezzo alla gente così che lui non potesse fare nulla. Non ci era riuscita. Wallace l'aveva afferrata da dietro e scaraventata a terra, appena prima di raggiungere la piazza del mercato del pesce. Brianna si era sentita mancare il fiato. Come era accaduto anni prima, quando suo fratello bastardo le aveva sottratto la purezza. Allora aveva rivissuto l'intera scena, aveva paragonato i movimenti di Wallace ai suoi, lo sguardo famelico come animato da qualcosa di inumano, i tentativi di allargarle le cosce... e Brianna aveva urlato di rabbia.

Accanto a lei, di fianco, aveva sentito qualcosa sotto le dita che erano sfuggite alla presa dell'uomo e aveva trovato un sasso dai bordi scheggiati. Non si era pentita di averlo colpito. Non lo avrebbe mai fatto. Wallace le era crollato sopra tramortito, finalmente immobile. Lei sapeva di non averlo ucciso, ma il senso di liberazione non era bastato a calmarla. Terrorizzata dai ricordi che aveva rivissuto, se lo era tolta di dosso con prepotenza e aveva ricominciato a correre. Verso il molo, dove sembrava esserci aria meno marcia di quella che aveva respirato fino a pochi istanti prima.

E poi si era imbattuta in quell'uomo.

Non sembrava essere una cattiva persona, ma Brianna, troppo intimorita e arrabbiata, gli aveva inveito contro sputando fuori parole che nemmeno ricordava. Forse riusciva a ricordare solo lo sguardo. Era stato pulito, sincero, colmo di preoccupazione nei suoi riguardi, una ragazza che nemmeno conosceva. E gli occhi... un verde appena sbiadito, come le praterie sotto la foga dei primi accenni d'autunno. Ricordava di aver pensato che fossero gli occhi più espressivi e magnetici che avesse mai visto. Vi era rimasta avvinghiata per pochi attimi, ma erano stati sufficienti a sconvolgere qualcosa all'interno del suo corpo. Era rimasta destabilizzata dall'intensità che era emanata, tanto che adesso, dopo quasi un'ora, ancora non riusciva a respirare normalmente.

Non era stato solo a causa della colluttazione con Wallace, lo aveva compreso non appena aveva chiuso gli occhi e le era apparso il volto di quell'uomo sconosciuto davanti. Aveva cercato di aiutarla, come se lei avesse davvero bisogno di aiuto. Quello l'aveva sconvolta ancora di più. Nessuno, nemmeno sua madre, le aveva mai chiesto se avesse bisogno  di aiuto, se avesse bisogno di una spalla su cui piangere, o se... Ma non aveva importanza.

Ricacciò indietro le lacrime che all'improvviso cercavano una via d'uscita dai suoi occhi.  Probabilmente non avrebbe mai più rivisto quell'uomo.
Lei non voleva rivederlo. Che senso avrebbe potuto avere, in fondo? Anche se lo avesse rivisto, nessun tipo di conoscenza si sarebbe potuta instaurare. Lei non era più vergine ed era quasi un'assassina.
Un uomo come quello, rifletté, non l'avrebbe mai voluta.
Scosse la testa dandosi della sciocca. Se la sua mente aveva preso una certa direzione era solo perché quella era stata l'unica persona ad essersi mai interessata a come stesse, anche senza conoscerla. Senza accorgersene, le labbra le si curvarono in un accenno di un sorriso.

In un certo senso si rammaricava del modo in cui lo aveva trattato. Non sapeva nemmeno chi fosse. Magari si trattava di un lord – e a giudicare dal taglio degli abiti era proprio così – e lei poteva finire nei guai. O magari era un nobile di passaggio e in visita in Irlanda e l'aveva già dimenticata, e forse non avrebbe nemmeno ricordato lo spiacevole episodio. Non che per lei fosse stato tanto spiacevole.
Di nuovo, Brianna scosse la testa. Aveva cose ben più importanti a cui pensare, come tenere il conto del denaro che mancava per la sua partenza dall'Irlanda.
E dopo aver colpito Wallace, doveva darsi una mossa. Poteva davvero finire in prigione per quello. Maledizione a lei e a quando aveva scelto quella strada.

Si prese la testa tra le mani e diede sfogo al pianto, un pianto silenzioso, mentre le ombre della sera facevano il proprio ingresso sul mondo. Era passata l'ora del tramonto, avrebbe dovuto mettere qualcosa nello stomaco ma non aveva alcuna intenzione di tornare a casa. Sua madre, comunque, non avrebbe mostrato segni di preoccupazione.
Sospirando sconsolata, si raccolse i capelli nella solita crocchia e si sollevò dal suolo. Doveva tornare al bordello per riprendere Ferit. Maledizione.
Quello era davvero l'ultimo posto in cui volesse andare in quel momento.

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