Euforia

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Il corpo non sentiva stanchezza, come se fosse uscito da un eterno letargo, rinchiuso dentro una gabbia, dove giaceva stanco.
Una volta libero iniziò a correre ovunque ballando alla libertà, al ritmo della musica nella sua mente. Era invincibile e nessuno poteva fermarlo,
era solo lui nel suo universo. Goccioline di sudore imperlavano il suo volto sereno mentre le mani cercavano di catturare astri luminosi, Desidero per lui che questo tempo senza angosce duri per sempre, ma come ci hanno sempre insegnato: niente è per sempre.
Ora è coricato per terra, stremato, mentre muove la mani davanti al viso per cercare un filo che lo conduca alla conoscenza di sé e di quello che ha intorno, ma il cuore che pulsa nelle orecchie lo distrae lasciandolo nella sua cupola.
Gli occhi dilatati scuri e profondi come una foresta, giravano vaghi. Il suo universo si stava ridimensionando in un deserto dove lui era l'unico che camminava, strisciando i piedi e dove i pensieri caotici creavano l'aria soffocante.
Ora però gli occhi si muovevano velocemente agitati, delle parole anzi urla di aiuto rimasero in gola impotenti di uscire, correva tra la sabbia rovente a piedi nudi in cerca di un pozzo d'acqua fresca e silenzio. Cadde sul pavimento senza più forze rompendo la cupola di pensieri, cercando di agganciarsi al filo ma era ancora nascosto o semplicemente era troppo evidente perché lo trovasse ora.
Si portò una mano al viso spossato togliendosi i capelli sudati dalla fronte e finalmente chiuse gli occhi fermando per ora la mente.

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