È morta.
Lei è morta e mi ha lasciata qui da sola.
Lei è morta e mi ha abbandonata qui.
È morta senza avvisarmi.
Senza darmi un ultimo abbraccio.
Senza dirmi addio.
È morta così, cadendo dalla nave e tranciata a metà.
Mancavano solo quindici minuti e saremo scese.
Quindici minuti e lei sarebbe ancora viva.
Quindici minuti e ora non sentirei questo vuoto che ho nel petto.
L'intera scena si è svolta al rallentatore. Lei che scivolava. Lei che cadeva. Il tonfo sordo nell'acqua. Il sangue.
Da ore ormai, questa è l'unica cosa che i mei occhi riescono a vedere.
Insieme ci saremo rifatte una vita.
Insieme saremo state felici. Invece è tutta un'amara illusione.
Avevamo viaggiato per ore.
Avevamo sudato ore per trovare quel passaggio, e finalmente lo avevamo trovato.
Quindici minuti e le nostre vite sarebbero state vicine alla felicità.
Invece è morta.
Lo vedevo quel luccichio nei suoi occhi. Lo stupore, la meraviglia e anche la paura per quella enorme distesa d'acqua che mai avevamo visto, e per il brivido di doverlo attraversare. Di dover affrontare le sue impetuose acque per raggiungere la felicità. Di doverlo superare ad ogni costo.
Infondo era normale.
L'unica distesa d'acqua che potevamo ammirare noi al villaggio erano le pozze di fango e i fiumi rinsecchiti. Niente mare. Solo terra arida baciata dal sole rovente.
Quello stesso luccichio infondo agli occhi ce lo avevo anch'io.
Mai avrei immaginato di vedere qualcosa di così spettacolare, e mai avrei immaginato che la morte ci avrebbe fatto visita, fredda e silenziosa portandosi via ciò che realmente contava nella mia vita. E che vita.
Zappare la terra come un mulo, non guadagnarci nulla e andare alla pompa. Questa era la mia vita.
L'unica cosa che realmente amavo di quel posto erano le lezioni clandestine di italiano e inglese, solo per realizzare il nostro sogno: andarcene da lì. Insieme.
Invece alla meta finale ci sono arrivata solo io.
Se solo potessi tornare indietro, le avrei detto di non sporgersi troppo.
Se solo potessi tornare indietro lei ora sarebbe qui con me.
Oppure se solo potessi tornare indietro, mi sarei inginocchiata davanti alla morte e gli avrei chiesto di prendere me invece che lei.
Ora sono solo un contenitore vuoto.
Privo di emozioni, con un buco nero che risucchia tutto.
Mi trovo in un posto in cui lei sognava di stare giorno e notte.
Mi trovo in un posto che non conosco, completamente vuota con solo una sottospecie di valigia sgangherata a farmi compagnia. Al buio con una candela. In una baracca abbandonata da chi sa quanto tempo. Piove.
Piove ma non lo percepisco.
Anche se le goccioline continuano ad impregnare l'asfalto là fuori, io non sento nulla. È come se mi avessero strappato il cuore e lo avessero buttato nel mare lì dove è morta.
Il gracchiante freddo mi penetra le pelle raggiungendo le fibre, per poi intrufolarsi nelle ossa fino al midollo senza pietà.
Rido.
Mi metto a ridere perché mi va. Sarà per disperazione o pazzia? Chi lo sa!
Rido talmente forte da sentire tutti gli addominali dello stomaco contrarsi, uno stomaco completamente vuoto visto che non metto nulla sotto i denti da chi sa quanto tempo.
Rido così forte da sentire le fragili mura della baracca tremare.
<<Si, tremate! Crollate! Non mi importa, basta che io continui a ridere!>> Mai avrei pensato che questa lingua avrebbe bagnato le mie labbra, mai avrei pensato che avrei parlato l'italiano in Italia!
<<Non sentirò nemmeno il vostro peso su di me, ormai sono vuota e non sarete voi a riempirmi!>> Grido così forte da sentire la gola bruciare, le corde vocali strapparsi e la salivazione a mille.
Ed è lì che scoppio. È lì che mi lascio andare.
Calde lacrime iniziano a solcarmi le guance mentre stringo il labbro trai denti, fino a sentire il gusto metallico del sangue.
<<Se volevi del sangue prendevi il mio!>>grido contro il vecchio distributore abbandonato.
<<Ci hai abbandonati, noi, due anime dannate dimenticate da Dio, costrette a vagare nel buio. E quando finalmente troviamo uno spiraglio di luce>> ringhio <<tu decidi di gettarci in pasto agli inferi!>> le lacrime continuano a sgorgare imperterrite mentre furiosa punto il dito contro il muro pieno di lanugine e escrementi di topi.
<<Lo ricordo bene io, la fame patita in quel posto, le sofferenze e le ingiustizie di quel posto, il caldo infernale che ha macchiato la mia pelle di pece fin dalla nascita>> incapace di fermarmi, continuo a gridare contro il distributore, gesticolando più volte come se stessi parlando con una persona in carne ed ossa.
<<In quel posto hai lasciato che lui>> indico furiosamente il muro << che lui si prendesse i nostri genitori troppo presto! Che ti abbiamo fatto di male?!>>
<<Non avete fatto nulla di male.>>
Mi giro di scatto verso la persona che ha appena parlato.
<<Non hai fatto nulla di male>>
Un ragazzo, con la pelle color porcellana poggia sul bancone del bar con le braccia conserte e lo sguardo basso
<<Se fossi il fuoco arderei il mondo. Se fossi il vento gli farei tempesta. Se fossi acqua lo farei annegare. Se fossi dio lo farei sprofondare.>> lentamente si avvicina a me, tenendo sempre lo sguardo basso.
<<Se io fossi il Papa, sarei sicuramente felice, perché metterei nei guai tutti i cristiani. Se io fossi imperatore, sai che farei? Taglierei la testa a tutti.>> si ferma a qualche passo da me, alzando finalmente lo sguardo e posando le sue pagliuzze verdi su di me.
Pagliuzze che brillano in questo buio pesto, unicamente illuminato dalla fiocca luce della candela.
Diverse sfumature di verde combattono tra di loro nelle sue iridi per sovrastare le altre,e infine mi catturano.
Mi tengono incatenata a loro come se avessero paura che scappassi da un momento all'altro.
<<Se fossi la morte andrei da mio padre, se fossi la vita fuggirei da lui. Lo stesso farei con mia madre.>> Prende dolcemente le mie mani nelle sue, come se stesse raccogliendo una pietra preziosa o un'opera d'arte.
<<Se io fossi Cecco, come sono e sono sempre stato, mi prenderei le donne giovani e graziose, e lascerei quelle vecchie e volgari agli altri. >> lentamente accarezza le mie mani, continuando a tenere il suo sguardo incatenato al mio mentre un leggero sorriso bagna le sue labbra.
<<S'i fossi foco. Di Cecco Angiolieri>>.Come ho già ribadito questa è una One shot per il concorso "Fictional Contest" di beutifulcontest
Come ben vedete affronta un tema importante, ovvero la morte di una persona cara unita al dolore immenso che si prova.
Ho scelto questo titolo perché io stessa so che dolore si prova, so quanto fa male, e ciò che sentivo era proprio uno spazio vuoto in mezzo al mio cuore, un buco nero che risucchiava tutto.
La vita è breve sia per voi che per gli altri, godetevela ogni minimo secondo ^-^Dopo questa piccola premessa, chiedo scusa per ogni eventuale errore e vi pregherei di farmeli notare in caso a me fossero sfuggiti.
Sono ben accetti ogni tipo di commento costruttivo.
Non tollero alcun tipo di copyright e se dovessi beccare qualche furbetto, non mi farò problemi a farne causa.Ringrazio di cuore METEORA- per la copertina favolosa, e spero che questa storia possa piacervi e se possibile, lasciarvi qualcosa di importante
STAI LEGGENDO
Vuoto
RomanceUn'anima tormentata fin dalla nascita, abbandonata tra le fauci delle tenebre. Perde l'unica persona che realmente conta per lei. Un vuoto incolmato persiste nel suo cuore, vuoto che cresce sempre di più. Si trova in un posto a lei nuovo. Da sola...