7 LUGLIO

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Alison Forbes osservò con cura il modo in cui il vestito corallo che aveva comprato per il matrimonio del cugino di sua madre le aderisse sui fianchi larghi e sulla pancia non piatta come avrebbe desiderato, sistemandolo affinché coprisse tutte le sue imperfezioni.
Sciolse i lunghi capelli castani che le ricaddero confusamente sulle spalle, inebriandola per un secondo con l'aroma al cocco dello shampoo con cui li aveva in precedenza lavati; erano in parte ancora umidi, e la sua pelle appariva ancor meno perfetta e bisognosa di un make up miracoloso.

Lo squillo del cellulare però la costrinse a rinunciare al suo prepararsi: le sue amiche erano sotto il cancello.

Afferrò la borsa, ci buttò dentro chiavi e cellulare e poi si precipitò di sotto, correndo ad infilarsi nella Volvo blu che l'attendeva con i fari accesi.

«Sempre in ritardo tu, Ali» la riprese bonariamente Roxy, guardandola attraverso lo specchietto retrovisore.
Quella sera avrebbero aspettato la mezzanotte per i 23 anni di Fannie su un piccolo borgo caratteristico della loro città, da cui era possibile osservare il cielo gremito di stelle senza che esse venissero oscurate dalle luci artificiali.

Alison alzò gli occhi al cielo, ma non replicò puntando lo sguardo verso la strada che scorreva aldilà del vetro.

Roxy, Fannie, Penny ed Ilary erano amiche di vecchia data, ragazze che l'avevano vista crescere e maturare molto più velocemente di una normale ragazzina di 17 anni quale era, ma con cui a volte sentiva ancora il peso di quei sei anni di differenza, per le esperienze diverse a cui erano andate incontro.

I quindici minuti di traffico passarono chiacchierando del più e del meno, della musica che bisognava sentire in radio e dei regali di compleanno più brutti che avessero mai ricevuto, ma il cervello si Alison era altrove: era da qualche giorno che si era iscritta ormai ad un'app di messaggistica online e ancora si stupiva di quanti ragazzi, giovani o anziani che fossero, la contattassero.
Certo, non era talmente ingenua da non sapere che la maggior parte di loro non fosse altro che un gruppo di soggetti al limite tra la perversione e la malattia, desiderosi solamente di addescare ragazzine online, ma una parte di lei era segretamente soddisfatta.
Rispondeva a poche persone, quelle che a pelle le ispiravano fiducia, ma tutte le conversazioni le sembravano monotone e finiva sempre col lasciarle in sospeso; l'unica eccezione era stato Luke, un biondino dal fascino tenebroso che con poche parole l'aveva attirata come non le era mai successo tramite messaggi ma che poi era misteriosamente sparito.

Il cellulare squillò, segnalando l'arrivo di un messaggio: Andy.

Aveva "conosciuto" Andy il giorno prima, su un gruppo nato per parlare di serie tv: lei aveva raccontato della sua recente fissa per Suits e lui si era mostrato molto interessato all'argomento, contattandola poi in privato per chiederle altre informazioni.
Lei aveva osservato l'immagine di quel ragazzo: le sue labbra piene in primo piano e un braccio stretto sotto al cuscino potevano appartenere tanto ad una bellezza oggettiva tanto ad un ragazzo bruttino, era impossibile capirlo, ma qualcosa dentro di lei le aveva detto di rispondere.

Aveva pensato la serie fosse stato il pretesto perfetto per scriverle ed iniziare una conoscenza, ma lui era sparito. Era il tipo di cosa che non le piaceva virtualmente, il comportamento al quale rispondeva con altrettanta indifferenza, eppure quella voce che le diceva di cercarlo era ancora accesa.
Così, poco prima di andarsi a preparare per la serata gli aveva riscritto, chiedendogli se avesse iniziato la serie o meno.

«È ora di scendere!» esclamò Ilary, richiamando l'attenzione verso la realtà.

Le cinque ragazze aspettarono la mezzanotte ridendo, scherzando e bevendo spumante scadente in bicchieri di plastica colorati, incuranti delle macchine che passavano lanciando loro sguardi incuriositi e disorientati.

«Chi è che ti tiene attaccata al cellulare?» chiese d'un tratto Ilary, notando la ragazzina intenta a smanettare col cellulare.

«Nessuno, un tizio che ho conosciuto su facebook» mentí la più giovane, nascondendo la conversazione.

Se avesse raccontato di quell'app, le ragazze le avrebbero dato il tormento: "è pericoloso", "sono siti per i repressi", "non sai che psicopatico può esserci dall'altra parte dello schermo"...
Tutte cose vere certo, ma che l'avrebbero solamente infastidita: aveva quasi diciott'anni e per quanto sognatrice, non si riteneva così ingenua da non sapere di dover andare con prudenza.

«È di zona?»

«Si, solo che studia medicina a nord» fece lei, mentendo nuovamente: Andy le aveva detto che studiava medicina al nord, ma lui ad 824 km di distanza ci viveva davvero da sempre.

Riaprì l'app e rispose al messaggio che le aveva mandato: avevano iniziato a parlare delle serie tv che seguivano, dei loro hobby -il ballo lei, il suonare la chitarra e cantare lui- e delle loro vite.
Una conversazione banale, neanche particolarmente interessante, eppure non riusciva a spiegarsi perché sentiva un attaccamento a quel ragazzo di cui non aveva ancora visto nemmeno il volto.

«Alison...» la richiamò Fannie, facendola voltare verso la strada principale su cui due macchine si erano appena fermate.
Un gruppo di quattro/cinque ragazzi uscì dai veicoli e si sedette sulla panchina opposta alla loro, iniziando a scherzare sguaiatamente e a fumare.
Tra di loro, solo uno guardó verso le cinque ragazze sedute di fronte: un ragazzo dalla pelle ambrata, la mascella scolpita e i capelli tenuti in un ciuffo alto color cenere, affascinante e - almeno per gli occhi di Alison - bellissimo.

Quando gli occhi di Ali e James si incontrarono, la ragazza ebbe un attimo di smarrimento, poi però torno ad usare il cellulare come se non le importasse della presenza del giovane.

Loro due avevano avuto tanti tira e molla per oltre due anni, ma quel rapporto era finito da mesi ormai ed era meglio così. Entrambi sapevano che alla loro età - quasi diciotto lei e venti lui - erano troppo giovani per incasinarsi la vita in una relazione tossica e pesante.

Andy le mandó la buonanotte, allegando insieme ad essa una sua foto: le labbra erano carnose e rosee così come le erano sembrate da quel piccolo scorcio dell'immagine di profilo, la carnagione era chiarissima e creava un netto contrasto con i capelli scompigliati e la barba abbastanza presente, entrambi di un castano scuro tendente al nero, e due occhi scuri che con la luce giusta mostravano delle sfumature verdastre.

Non era certo un modello, ma era bello, bello davvero e la ragazzina rimase più di qualche secondo con lo sguardo su quella foto, scrivendogli anche lei un messaggio di congedo.

"Secondo me non è reale, sarà sicuramente catfish" rise mentalmente, per poi chiudere finalmente lo schermo e tentare di godersi con le amiche il poco tempo che gli restava a disposizione prima di tornare a casa.

E, per tutto il tempo, non pensó neanche per un minuto all'apparentemente bello e perfetto Andy del nord.

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