Yuanfen

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«Yuanfen (chinese): the force that brings us together


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Louis è sicuro che tutto accada per un motivo.

Quando era piccolo, sua madre gli raccontava spesso di come lei e Mark si erano conosciuti tanti anni prima.

Diceva sempre che era stato tutta un'enorme congettura del destino: che lei, ragazza sempre precisa e puntuale, era stranamente in ritardo per la prima lezione del semestre, e lui aveva sbagliato strada nonostante fosse quella che percorreva ogni mattina per andare a lavoro.

Johannah era solita ripetergli che a volte, semplicemente, non possiamo fare niente per evitare che qualcosa accada. Che deve esserci una specie di entità, da qualche parte. Una forza che, ad un certo punto della tua vita, ti trascina esattamente nel luogo in cui dovresti essere, al momento giusto.
Anche se sei in ritardo o hai sbagliato una strada che ormai potresti percorrere ad occhi chiusi. Anche se inizialmente sembra tutto sbagliato.

Louis non si è mai sentito così. Non ha mai avuto l'impressione che le circostanze della sua vita fossero regolate da qualcun altro.

Quella mattina, però, quando per la fretta è inciampato su un ragazzo tutto ricci e imbranataggine, e quando poi si è voltato e lo ha guardato, lo ha sentito.
Qualcuno — o qualcosa — voleva che accadesse. Quella forza di cui sua madre gli parlava sempre con occhi brillanti e un sorriso felice, quel giorno li ha spinti l'uno verso l'altro.

E seppur non conosca neanche il suo nome, Louis ha come l'impressione che questo accada ogni volta che si incontrano. Il pomeriggio trascorso sul tetto della scuola, quando ha bellamente ignorato la sua paura dell'altezza per avvicinarsi al riccio, e anche in mensa, quando si guardano da una parte all'altra della sala e a Louis sembra che i suoi occhi non possano posarsi su nient'altro.

Anche adesso, seduto su una panchina del piccolo parco giochi di Doncaster con un tulipano in mano, c'è qualcosa di inspiegabile e indefinibile che lo spinge verso quella figura slanciata che sta leggendo rannicchiata accanto ad un albero.

Louis si alza, quindi, e con il cuore in gola e le gambe che tremano un po' si avvicina al riccio.

-Hey- lo saluta esitante.

Lui alza la testa di scatto, qualche boccolo gli ricade sugli occhi ma non se ne cura.

-Ciao- sussurra, visibilmente imbarazzato. È adorabile.

Louis si siede, a quel punto, e gli rivolge un sorriso dolce mentre allunga il piccolo fiore verso di lui.

L'altro sembra stupito, e prende a guardarsi intorno come per controllare che non ci sia nessun altro a cui quel tulipano possa essere indirizzato.

-È per me?- domanda infine, afferrandolo con incertezza.

Louis annuisce e si passa una mano tra i capelli in un gesto nervoso. -Per te- conferma.

-Grazie- soffia quindi lui, lo sguardo puntato verso il basso e le dita che carezzano i petali con delicatezza. -E a cosa devo questo regalo?-

-Beh- balbetta il liscio, per poi passare la lingua ad inumidirsi le labbra secche e riprendere. -È che volevo chiederti se — ecco, se ti piacerebbe uscire con me, una sera di queste.-

Louis non lo sta guardando, ma è quasi sicuro che l'altro abbia sorriso. Vede una mano entrare nel suo campo visivo, e quando alza gli occhi quelli verdi del riccio sembrano brillare di felicità.

-Mi chiamo Harry- pronuncia infine, mentre Louis gli stringe la mano a sua volta. -E sì, mi piacerebbe molto uscire con te.-

-Io sono Louis- risponde, il cuore più leggero e le labbra che si alzano in un sorriso allegro.

C'è una sorta di energia tutt'intorno a loro, quella stessa forza che li ha spinti l'uno verso l'altro fin dal primo momento.

Neach Gaoil | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora