Cap.1

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Era sempre la stessa storia: iscriviti, ambientati, cambia scuola, iscriviti ,ambientati ...

Insomma , la mia vita è tutto fuorché normale.È caratterizzata da continui alti e bassi ( soprattutto bassi) ,
una vita all'insegna delle stramberie e delle cose anormali.
Ma il culmine , lo raggiunsi soltanto quella sera.

Era una serata normalissima, una di quelle da passare distesi sul divano a guardare un film , con qualcosa da mangiare accanto. Ma no , quella sera dovetti uscire  e adesso che sono qui nel cuore del bosco, con i vestiti fradici , e i rovi che mi graffiano la pelle, lo rimpiango amaramente.

Ma cominciamo da capo , non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Penelope Levans, ho quasi 17 anni, un fisico asciutto e
abbastanza alto , una folta capigliatura corvina , e occhi che non sanno neanche loro di che colore sono, ma diciamo che per la maggior parte del tempo sono blu. Come stavo dicendo, tutto cominció quella sera.

Vivevo da sola con mia madre , alla quale importa poco e niente di me , così , fu facile sgattaiolare via senza destare sospetti. Avevo preso appuntamento con il mio nuovo ragazzo Jhon, nel magazzino abbandonato, vicino al lago che accostava il nostro paesino.
Mi piacerebbe dirvi che sono una ragazza seria, una di quelle che ha aspettato per il primo bacio , e che non si mette con il primo ragazzo attraente che incontra, ma mentirei .Ora però non capite male , non sono mai andata fino in fondo con nessuno , anche se Jhon che conosco da soli due giorni non vorrà solamente parlare in un vecchio magazzino abbandonato .

Quando arrivai lui già era lì ,e stava fissando la superficie splendente del lago di notte "Jhon!" lo chiamai "Hey dolcezza sei arrivata" rispose e prendendoci per mano  entrammo nel magazzino , chiacchierando di sciocchezze .

L'atmosfera creata dalla pallida luce lunare che filtrava da un unica finestra sul soffitto, basto a far scoppiare la scintilla di desiderio tra noi due e cominciammo a baciarci dapprima lentamente ,poi selvaggiamente ,per questo non lo fermai quando infilò una mano sotto la mia maglietta, e scostò il reggiseno .

Continuammo per un po' mentre io avevo una mano nei suoi capelli , e una sui suoi pettorali. Mi irrigidì , quando la sua mano si avvicino al bottone dei miei jeans, lui se ne accorse ma continuó lo stesso, così tentando di alzarmi dissi" Oh guarda che ora si è fatta devo proprio anda-" non terminai la frase, poiché Jhon mi riportò per terra "Dove credi di andare?Con te non ho ancora finito" e un sorriso minaccioso apparve sulla sua faccia . Non ero pronta ad andare fino in fondo , così tentai di dimenarmi, ma fu tutto inutile lui era quasi il doppio di me, solo allora mi accorsi che era ubriaco , che stupida che ero stata come avevo fatto a non accorgermene , ecco il sapore strano che avevo sentito baciandolo. Non avevo intenzione di farmi violentare in uno stupido magazzino ,ma neanche di implorarlo di farmi andare via , così gridai " Brutto
stronzo, faccia di culo di babbuino, lasciami andare!"
Ma servi solo a peggiorare la situazione, lui saldò la presa su di me , "Ti preferisco quando stai zitta !" disse e tentò di zittirmi baciandomi.

Fu allora che accadde la cosa strana.

Pensate al fianco di una collina, alla base è situato un lago , una decina di metri più su un magazzino, ecco noi eravamo in quel magazzino, ed era fisicamente impossibile,che dei rivoli d'acqua stessero entrando da tutti gli spifferi . Non sono una scienziata , ma so che per la forza di gravità , l'acqua sarebbe dovuta uscire non entrare, eppure le goccioline si comportarono come tanti pezzi di ferro attirati all'interno della stanza da un enorme magnete.

Quando Jhon notò l'acqua ,iniziò a dare di matto e cercò di raggiungere la porta, ma fu come se l'acqua che filtrava sempre più velocemente e ormai gli arrivava alle ginocchia lo ricacciasse all'indietro . E mi scappò una risata isterica ai suoi nulli tentativi di raggiungere la porta.

Solo allora, si ricordò di me e gridò" Fai qualcosa stupida!" era molto agitato gli si vedevano le vene in rilievo sulle tempie, invece io ero inspiegabilmente calma . Sapevo che l'acqua avrebbe presto raggiunto il soffitto, ma non feci niente e così accadde .Vidi Jhon che si dimenava nell'acqua in cerca di ossigeno, mentre io non sentivo il bisogno di respirare. Poi lui smise di dimenarsi e l'acqua torno al lago.

'È morto'  un inquietante soddisfazione , s'impossessó di me e per un istante fui felice, finché la vita reale non torno a bussare alla porta del mio cervello.

"L'ho ucciso" dissi l'ho ucciso 'Oh no,ora cosa faccio' pensai. Probabilmente Jhon aveva detto a qualche suo amico di essere lì con me, o forse qualcuno in paese mi aveva visto passare. Nella mia mente si alternarono scene di poliziotti che mi venivano a prendere ,e della gente che mi chiamava 'mostro! assassina!'

Il mio istinto mi suggerì 'Scappa' ci pensai , cosa avevo da perdere , una madre disamorevole , e una vita da prigioniera? In preda al panico assecondai il mio istinto , e fuggí, ecco perché ora mi ritrovo nel cuore del bosco, con i vestiti fradici, i rovi che mi graffiano la pelle , e senza una meta precisa in cui dirigermi.

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Vi è piaciuto il capitolo?

Se è no , siate clementi, non ho scritto molte storie questa è la seconda .

Se vi è piaciuta votate e commentate, ve ne sarei grata .

Per chi non conoscesse la mia prima storia , si chiama DUE ANIME , passate a leggerla se avete tempo.

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