•Wooyoung x San•

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Prima one shot dedicata a -NoMoReDrEaM- che è stata tanto dolce e gentile con me.
Questo è il mio regalo per ringraziarti, spero con tutto il cuore che ti piaccia ❤️

Bevvi un lungo sorso d'acqua, finendo quasi l'intera bottiglietta.

Dopo aver posato quest'ultima sul pavimento, di fianco a me, infilai una mano nel mio borsone e recuperai un'asciugamano.

La passai sul viso per poi poggiarla sul collo, cercando di assorbire almeno un po' del sudore che sentivo scorrere in maniera fastidiosa lungo tutto il corpo.

Spostai lo sguardo sul mio compagno di prove notturne, rivolgendogli un sorriso di incitamento che venne subito ricambiato.

«Ricominciamo?» mi chiese, alzandosi in piedi e posizionandosi nuovamente di fronte al grande specchio presente nella sala prove.

«Sei serio?!» sbottai, stupito da quanta forza di volontà avesse quel ragazzo.

«Certo, ci sono ancora alcuni passi che non mi riescono come dovrebbero.» mi rispose, fissando il suo riflesso.

«Io passo, sono esausto.» dissi, poggiando la schiena contro il muro.

In pochi secondi una musica ormai a me molto familiare si diffuse per la sala prove.

Osservai attentamente San mentre ballava: il viso, contornato da un leggero strato di sudore; gli occhi, attenti e vispi, non lasciavano per un singolo istante il suo riflesso al fine di monitorare ogni passo; le labbra, leggermente dischiuse, cercavano di catturare più aria possibile; il corpo, quel meraviglioso corpo, magro ma non sciupato e proporzionato in una maniera così spettacolare da sembrare proprio quello di una scultura.

Mi morsi istintivamente il labbro inferiore: San era tremendamente eccitante in quelle condizioni.

Avrei volentieri continuato a fare pensieri decisamente poco casti sul ragazzo di fronte a me, se solo un tonfo non mi avesse distolto dai miei pensieri.

Un'espressione di estrema paura si dipinse sul mio volto appena vidi San a terra, imprecando e tenendosi una caviglia con la mano.

«SAN!» gridai d'istinto, alzandomi di scatto e correndo in suo soccorso.

Mi gettai subito di fianco a lui, spostandogli delicatamente le mani dalla caviglia e controllando di persona la situazione.

«Riesci a muovere il piede?» gli chiesi, preoccupazione percepibile dal mio tono di voce.

«Più o meno, f-fa m-molto m-male.» balbettò lui, gli occhi chiusi ed una smorfia sul viso ad indicare quanto dolore stesse provando in quel momento.

«Ce la fai ad alzarti?» ripresi, continuando a muovere in modo circolare la sua caviglia.

«N-non n-ne h-ho i-idea... no no no, non fare così, f-fa m-malissimo.» mi supplicò, iniziando a piangere a causa del dolore.

«Merda... questa non ci voleva proprio.» borbottai, più a me stesso che a lui, e mi alzai velocemente.

Raggiunsi il mio borsone e recuperai il cellulare, componendo il numero dell'unica persona che avrebbe potuto aiutarci in quel momento.

«C-chi s-stai c-chiamando?» mi chiese San, con la voce rotta dai singhiozzi e le lacrime che continuavano a scorrere lungo le sue guance.

«Il nostro manager.» gli risposi, sentendo l'ansia prendere sempre più il sopravvento sulla mia razionalità.

𝑨𝑻𝑬𝑬𝒁 • 𝑶𝒏𝒆 𝑺𝒉𝒐𝒕𝒔 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora