Sono Qui (Johnlock)

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John correva, non sapeva da quanto. Era notte fonda, una notte invernale senza nuvole e soprattutto gelida. Il dottore aveva addosso solo uno di quei maglioni che il suo coinquilino, Sherlock Holmes, odiava tanto. "Sherlock". Ripeté mentalmente il suo nome. È colpa sua se ora si trovava lì, alle 3 di notte, a cercarlo. D'istinto si mise a pensare a quello che era successo il giorno prima...

Sherlock di prima mattina, che lavora ad un caso, in piedi davanti ad una cartina dell'Inghilterra. Di colpo dice di aver capito e si precipita giù dalle scale urlando un:"John non seguirmi, ci metterò poco!"

Ma nonostante le ore che passavano di lui neanche una traccia. Studiando la mappa aveva capito a grandi linee dove poteva trovarsi, aveva chiesto in prestito la macchina a Greg e si era precipitato in quella zona. Erano al fuori della città, oltre alla strada poteva vedere solo i campi e gli alberi, resi ancora più sinistri dal buio.

Questo flusso di pensieri venne interrotto quando John vide una figura sotto un'albero. "Sherlock" pensò. Corse fino a sotto l'albero continuando a chiamarlo e poco dopo una lacrima rigò il suo viso.
<<Sono qui Sherlock, andrà tutto bene>> provò a scuoterlo gentilmente, ma l'altro non accennava a muoversi. Persa la speranza abbracciò il corpo del consulente investigativo, qu

Una mano gli toccó la spalla da dietro, e una voce, la voce che secondo lui era la più bella di tutte, gli disse, carica di preoccupazione:<"JOHN! Stai bene? Stavi urlando il mio nome e pensavo ti stessero rapendo o che so io. Hai avuto un'altro incubo?>"

John si sveglió. Era stato un'incubo. Uno dei tanti, ma pur sempre un'incubo.

Si giró e vide il suo coinquilino, vivo e vegeto, lì accanto. Senza pensarci un momento di più si fiondó tra le braccia dell'amico. Già, perchè nonostante i sentimenti che John provava, era quasi sicuro che non fossero corrisposti. Amava Sherlock, da morire, ma lui "si considerava sposato con il suo lavoro" parole sue.

<'' S-Sherlock"> disse John, la voce rotta dal pianto. <"Eri... Eri tu. Ti trovavo morto sotto un'albero, senza poter fare niente e... E pensavo di averti perso. Di nuovo."> continuó, ancora abbracciato a lui.

<"Tranquillo John, sono qui. E non mi perderai di nuovo. Va tutto bene"> una strana sensazione si era impadronita del detective. Aveva i fuochi d'artificio nello stomaco, e stranamente il contatto con John non gli dispiaceva. "Maledetti sentimenti!" pensó. Perchè sì, lui, il grande Sherlock Holmes, l'uomo "senza sentimenti", si era innamorato del suo più grande amico, John Watson.

Il dottore, dal canto suo, aveva appena realizzato che Sherlock aveva ripetuto quello che lui stesso aveva detto al suo amico nel sogno.

Improvvisamente, John si staccò da Sherlock e, ancora con gli occhi bagnati di lacrime, si mise di fronte a lui. Lentamente appoggió la sua fronte a quella del consulente investigativo. Lo guardó negli occhi, quei bellissimi occhi grigio-azzurri che avevano sempre il potere di lasciarlo senza parole. Ma in quel momento le parole non servivano. Si continuavano a guardare negli occhi, persi ognuno in quelli dell'altro.

Rimasero così per quali che potevano essere stati secondi, minuti, giorni interi o perfino anni. Il tempo non aveva senso in quel momento. Poi, preso coraggio, si mossero nello stesso momento uno verso l'altro, fino a far combaciare le loro bocche. Sembravano fatte su misura l'una per l'altra. Fu un bacio dolce, lento, al ritmo dei loro cuori che battevano sincronizzati, che battevano l'uno per l'altro. John intrecció le sue mani nei ricci del moro e Sherlock mise le sue sui fianchi del biondo. Tenevano entrambi gli occhi chiusi, godendosi quel momento come se ne andasse la loro intera esistenza. Si sentivano completi in quel momento, come due metà che finalmente sono riuscite a riunirsi. Continuavano a baciarsi, staccandosi ogni tanto per riprendere fiato e guardarsi negli occhi. In una di queste pause, John disse a Sherlock:<"Grazie Sherlock. Io.. Ti amo. Da morire. Non so come io abbia fatto a vivere senza dirtelo in questi mesi.''> e mentre parlava si sdraió sul letto, facendo segno a Sherlock, come per chiedergli "dormi qui, se ti va?".

Sherlock non se lo fece ripetere due volte e si sdraió, la guancia sul petto di John. Quest'ultimo inizió a giocare con i suoi ricci, mentre il più giovane gli accarezzava il petto, felice come non mai. Continuarono a coccolarsi così per qualche tempo, fino a quando Sherlock non aprì la bocca per parlare, per la prima volta da quando si erano baciati. <"Ti amo anche io, John"> disse semplicemente, prima di addormentarsi.

John rimase leggermente sorpreso, poi sorrise e si lasciò cadere in un sonno profondo e felice. Il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi fu:"nemmeno tu mi perderai mai Sherlock."





Spazio autrice:

Ciao a tutti e grazie per aver letto la one shot. Vi siete spaventati all'inizio, quando sembrava che Sherlock fosse morto?

Anyway, questa era la prima che pubblicavo e ho pensato di iniziare con la ship che mi ha fatto innamorare di Sherlock e fatto entrare nel suo fandom. Detto questo, ci vediamo alla prossima one shot. Byyyeeee!

Ali💙

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