Capitolo 3

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17 giugno 2019

La sveglia suona interrompendo il mio breve sonno. Ho passato quasi tutta la notte a pensare a quanto detto ieri sera al parco. Mi chiedo se farà mai meno male... Prendo il mio cellulare, c'è la notifica in prima pagina della mia agenda, c'è scritto "Amy sbrigati a ripassare tra soli due giorni hai la prima prova" 'che ansia!' eppure l'ho scritta io...
Decido di andare a ri controllare tutte le date sul calendario, scorro veloce il dito, 19 giugno prima prova e 20 giugno seconda prova. Poi il temuto esame orale il 24 giugno. Devo prendere il massimo in ognuna delle prove compreso l'orale!!
Vado in bagno, mi lavo e come ogni volta uscendo dalla doccia mi guardo allo specchio, c'è sempre lui dietro di me, è sempre sorridente e tiene le sue mani sulle mie spalle. Vorrei rompere questo maledetto specchio, ma non posso fare a meno di guardarlo, per due secondi mi sembra come se lui fosse davvero qui.
Sto facendo tardi, mi sbrigo a vestirmi, mi lego i capelli, scrivo il solito post-it a mamma e esco per correre. Non c'è il sole oggi. Ho bisogno di zittire la mia mente per un po', devo correre per non pensare... Inizio con una corsa lenta ma i ricordi riescono ugualmente a venire a galla così mano a mano corro più veloce che posso, sempre più forte, non sento le gambe né tantomeno percepisco il mio battito cardiaco, mi sembra di essere in un altro posto, qui sono io che corro e il tempo che mi viene dietro cercando di raggiungermi. È una bella sensazione... Più corro più ho voglia di continuare, senza mai fermarmi. Avere la testa vuota è la cosa più bella in questo periodo. Ogni giorno mi sento in trappola, tutto ciò che faccio in qualche modo mi ferisce. Se parto sto male per mia madre, se non parto sto male per me... È un circolo senza uscita. Sono costretta a correre per evitare di pensare al male. Ma quando mi fermo tutto mi trascina di nuovo in un abisso profondo, un abisso che nascondo a tutti, a volte persino a me.

Controllo l'orologio, 50 minuti, sto andando bene, guardo il cielo come per dire "papà ce la farò" sperando che lui sia lì. Mi riavvio verso casa. Più mi avvicinò più sento i miei passi pesanti...

Arrivata davanti la porta, la apro piano, mamma è come sempre in cucina che mi prepara la colazione. Non manca mai un giorno. Credo che lo faccia per non farmi sentire il vuoto lasciato da papà visto che prima era lui a farlo. La verità è che il vuoto non ci ha mai abbandonato.

"tesoro come è andata oggi?"
"un'ora compreso il ritorno mamma" dico sorridendo
"brava amore, lavati e scendi per la colazione" mi guarda e le brillano gli occhi
"grazie mamma"
"sono fiera di te" sorrido e salgo le scale impaziente di trovare qualcos'altro in grado di scrollarmi di dosso il peso dei ricordi.
Dopo poco sono pronta per la colazione, scendo e mi siedo sullo sgabello. Mamma mi mette davanti le mie uova strapazzate con delle verdure, adoro la colazione salata, dopo una bella corsa è quello che ci vuole.
"mangia tesoro, vado a finirmi di preparare"
"va bene mamma"
Accendo la tv, c'è il telegiornale, parla di nuovi scontri tra il nostro presidente e la Russia a quanto pare abbiamo parecchi nemici ultimamente... Cambio canale perché non voglio che mamma lo senta.
"oggi tornerò più tardi, devo passare da Lidia. Il pranzo lo trovi nel frigo, per qualsiasi cosa mi chiami e non dimenticarti che sta sera siamo invitate alla cena di lavoro"
"oddio è vero.." dico nascondendo la testa tra le mani
"dai vedrai che ci divertiremo tesoro" mi sforzo di sorridere
"a dopo Amy"
"a dopo mamma, ti voglio bene!"
"te ne voglio anche io"
Come ho fatto a dimenticare la cena...

Vado nella mia camera e inizio a ripassare tutto il necessario, ho tempo fino all'ora di pranzo.
Alle 13 in punto scendo di sotto accendo la tv, mi serve per distrarmi. Ho ancora tutto il programma di quest'anno che mi ronza in mente... Apro il frigo e trovo gli hamburger vegetali che mia madre mi ha lasciato pronti, prendo un po' di salsa, il pane e mi siedo sul solito sgabello. Cerco su netflix qualche film decente in grado di distrarmi. "BLUE LAGOON " adoro!!
Mangio con calma il mio pranzo. Una volta finito lavo i piatti, asciugo, pulisco tutto e vado in camera a mettermi le scarpe. Quando ho bisogno di distrarmi non c'è niente di meglio di una bella visita alla biblioteca. È uno dei miei posti preferiti. Ci passo le ore...
Slego i miei lunghi capelli, li pettino e esco di casa. Non è molto lontana devo solo prendere la metro per qualche fermata. Per fortuna in soli due minuti la metro è già qui, salgo. Ci sono moltissime persone, alcune stanno leggendo dei libri. Ho sempre ammirato le persone che riescono a leggere in metro. Ci vuole coraggio e uno stomaco molto forte.Per il breve tragitto mi limito ad osservare le persone che mi circondano. C'è una signora, avrà circa 70 anni, è vestita in modo sfarzoso, resto colpita dalla bigiotteria che indossa, il mio sguardo cade sulla sua mano, non c'è una fede. Mi piace pensare che l'amore esiste e forse lo crede anche lei, magari indossa i gioielli aspettano il giorno giusto in cui qualcuno si innamorerà di lei. Ogni volta che sono sulla metro immagino le vite che possono avere le persone. Ad esempio c'è un uomo sulla quarantina, ha i capelli brizzolati, è vestito con giacca e cravatta. Secondo me si chiama Adam, si! Ha proprio la faccia da Adam!! Fa sicuramente l'avvocato, se ne sta con la sua valigetta tra i piedi e osserva la sua agenda come se nella sua vita tutto si incastrasse perfettamente, come se ogni millesimo di segondo fosse indispensabile, ogni giorno per lui sembra essere una corsa contro il tempo. O almeno è così che lo immagino. C'è anche un bambino, sembra triste, giocherella con una barchetta di carta, al suo fianco c'è una ragazza, non credo sia la madre, non si somigliano affatto. Probabilmente è la tata. Un bambino infelice con dei genitori troppo impegnati a lavorare per passare del tempo con lui, abbandonato a sé stesso... La voce nella metro annuncia l'arrivo alla mia fermata, finalmente scendo...

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