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ABIGAIL RUSSEL non ha mai voluto molto dalla vita se non sfuggire dalla monotonia e dal trambusto di Londra. Con due genitori sempre impegnati, l'unico svago che aveva era rifugiarsi nelle meravigliose avventure dei libri che suo nonno le regalava ad ogni occasione. Abigail si accontentava di poco: l'unica cosa che voleva era perdersi nella sua fervida immaginazione, cosa che il nonno aveva capito dal primo momento in cui i grandi occhi della bambina si illuminarono, pieni di stupore, nel vedere l'enorme libreria dell'uomo.
Il professor Digory Kirk era la persona più eccentrica e pragmatica che Abigail conoscesse e proprio per questo motivo, era anche la persona a cui più volesse bene. L'uomo non era veramente suo nonno (il professore non aveva moglie) ma era l'amico più prezioso che la famiglia Russel potesse desiderare. Il professor Kirk conosceva Polly Plummer (la nonna materna di Abigail) dall'infanzia ed era rimasto affianco alla sua famiglia per tutta la vita. Abigail aveva passato numerose estati, natali e pasque con l'uomo che chiamava abitualmente "nonno" e con lui ogni grigia giornata diventava un'avventura. Con il professore non ci si poteva mai annoiare: nonostante la lunga barba bianca, era un eterno fanciullo sempre pronto a giocare con la bambina che aveva preso subito un posto nel cuore del ormai anziano uomo.
Quindi, quando durante la Seconda Guerra Mondiale la mamma le disse che sarebbe andata ad abitare da lui per un po' di tempo, Abigail riuscì a malapena a nascondere l'emozione; e quando le venne detto che a lei si sarebbero uniti altri quattro bambini - due femmine e due maschi - lei non poté ché saltare di gioia.
Vedete, nonostante Abigail fosse simpatica e ben educata, veniva sempre isolata perché ritenuta "eccentrica" e per ciò non aveva amici. Non c'era nulla di sbagliato in lei ma alle noiose persone di città, sempre pronte a guardare il mondo dal lato pratico, non vedevano di buon occhio l'amore della bambina per le fiabe e tutto ciò che era fantastico. Non era insolito alla sua età credere nella magia, ma Abigail aveva un rispetto sconfinato in ogni creatura, deliziosa o disgustosa che fosse, al punto di diventare "troppo buona": a scuola spesso rimproverava i bambini di non rovinare il duro lavoro delle formiche calpestando il loro formicaio, di non staccare la coda alle lucertole e neppure di strappare foglie e corteccia degli amici alberi. La bambina aveva un amore così grande per il creato che era pronta a rimproverare e dare ordini persino agli adulti guadagnando così i nomignoli di "Abby la strana", "la noiosa" e persino la "maestrina".
Abigail non vedeva l'ora di andare dal vecchio professore per farsi dei nuovi amici, quello però che non si aspettava era entrare in un armadio polveroso e ritrovarsi in una foresta innevata, vivendo una straordinaria avventura insieme ai quattro ragazzini tra fauni e nani, tra leoni e streghe.
La storia di come Abigail Russel ed i suoi amici divennero re e regine di Narnia è risaputa e tramandata da generazioni; quello però che non molti sanno è ciò che successe durante il suo regno, verso la fine dell'età d'oro di Narnia.
Questa storia ha luogo dopo l'ennesimo rifiuto da parte delle regine di prendere marito e, in particolare, dopo la battaglia contro Rabadash il Ridicolo.
Nonostante il popolo di Narnia ringraziasse il Grande Aslan per avere dei sovrani così benevoli, ogni anno che passava i sudditi si tormentavano sempre di più sulla questione di un erede al trono - per quanto gli animali parlanti adorassero i loro re e regine, questi non avrebbero però vissuto in eterno. E dopo la battaglia contro l'esercito di Carlomen per la mano della regina Susan, la preoccupazione del popolo aumentò ancora più.
Così, in un bel giorno di sole in cui gli usignoli cantavano nei giardini di Cair Paravel, il fauno Tumnus prese da parte il Re Supremo Peter e re Edmund il Giusto. "Vostre Altezze, Vi ho chiamato a parte poiché non volevo allarmare le nostre Regine dopo gli avvenimenti di pochi giorni fa. Vorrei farvi presente un problema, se mi permettete."
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MOMENTUM || a collection of one-shots
Fanfikce❝ La vita è un'ombra che cammina, un povero attore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di suoni e furore, significante niente. ❞ - William...