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°solo... O quasi°

È una settimana oramai che sto evitando tutti. Non sono andato a scuola, ho chiesto ai miei genitori che avevo bisogno di stare da solo un po'.  Ho spento il telefono e rifiutato la visita dei miei amici più volte.

Ho cercato di riflettere in tutti questi giorni ma non sono arrivato a una conclusione. Tutto ciò che mi era stato raccontato mi aveva profondamente scosso.

Tuttavia ho capito una cosa:solo io posso mettere fine a tutto questo. Ma io, cosa posso fare in questo tipo di situazioni?

Ho sbagliato a rivolgere quelle parole a Taehyung. Erano parole dettate dalla rabbia e dalla frustrazione. Ma ora come ora, non ho nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia.

Non ho il coraggio di guardare in faccia i miei stessi amici. Non dopo aver scoperto che uno di loro era un demone.

Non ho il coraggio di guardare in faccia i miei genitori, a cui non ho mai raccontato nulla. Nemmeno a mia madre, che dietro di sé nascondeva molti punti di domanda.

Non ho nemmeno il coraggio di guardare me stesso. Non mi riconosco.
Il Jungkook dei miei ricordi, quello delle sette porte, è diverso dal Jungkook di adesso che viene dall'oblio.

Io non sono quel Jungkook. Quel Jungkook è solo una parte della mia mente. Io non sono una persona dal cuore puro come lui. Ho un sacco di imperfezioni e non so come controllare i sentimenti.

Cosa sono io? Una brutta copia di ciò che era stato Jeon Jungkook. Già perché quel Jeon Jungkook è scomparso.

Tocco il mio petto. Il mio cuore sta battendo. Ma dentro questo cuore c'è solo paura, oscurità e insicurezza.
Ho cercato di liberarmi dell'esperienza passata nell'oblio. Io ho sempre temuto quel posto. Però, a quanto pare sono stato segnato e forse per sempre.

Mi alzo dal letto e mi metto davanti al grande specchio sul mio armadio che rifletteva la mia intera figura.
Con il palmo della mano sfioro la superficie fredda dello specchio.

"Io, chi sono veramente?"

"Sei Jungkook, chi altri dovresti essere?"
Una voce risponde alla mia domanda, o per meglio dire la mia voce.

"Sei di nuovo tu, il mio subconscio?" esclamo del tutto sorpreso, e la figura davanti a me annuisce.

"Pensavo che non sarei più riuscito a fare una conversazione con te, invece eccomi qui."

"Ma... Non eri svanito nel nulla?"
Chiedi sospirando.

"No te l'ho detto che sarei sempre stato una parte di te. Ed essendo una parte di te, ascolto anche i tuoi pensieri"

"Ah,quindi hai sentito il mio stupido monologo sull'essere o non essere"
Dissi ironizzando.

"Concordo sul fatto che fosse stupido.
Tu dimmi, chi vuoi essere?" dice mettendosi una mano sotto il mento.

"Voglio essere il ragazzo di un tempo, voglio essere te." dissi a fil di voce.

"E perché?" dice rimanendo impassibile.

"E me lo chiedi pure? È semplice:io sono solo un fantoccio, una tua copia. Solo ora sto iniziando a rendermi conto che io, non sono in grado di gestire la mia vita. Fino ad ora ho fatto finta che andasse tutto bene, e quando l'equilibrio che mi ero creato è stato spezzato, ho riversato tutto il mio odio su Taehyung. " dico guardando in basso.

"Io, avrei dovuto aiutare Taehyung, ringraziarlo. Nonostante tutto è stato lui l'unica persona che mi ha messo sempre al primo posto, che mi ha sempre protetto. E io non ho saputo gestire nemmeno quella situazione e sono scappato. Scappare è diventata la mia unica uscita." continuo volgendo il mio sguardo verso la finestra, che faceva intravedere un cielo scuro senza stelle. Proprio ciò che ero io. Un cielo scuro senza stelle.

"Hey,ascoltami bene. Io e te siamo la stessa persona. Che assurdità vai dicendo col fatto che siamo diversi e che tu saresti il mio fantoccio?" dice ridendo.

"Non devi mai dimenticare che sei un essere umano, ed essendo tale provi tante emozioni, la maggior parte contrastanti. Hai i tuoi punti deboli. Hai i tuoi momenti di crollo e sfiducia in te stesso. Non puoi risolvere sempre tutti i tuoi problemi da solo. E se non riesci a risolverli non devi nemmeno pensare che sei inutile o che non sai gestire nulla. Non sei solo, hai intorno le persone che ti amano esattamente così come sei. Devi imparare ad amarti, non puoi scappare da te stesso, Jungkook"
Spiegò il mio subconscio tranquillamente.

Io nel frattempo sono rimasto silenzioso e attento al suo discorso, che in fondo era sempre stato ciò che volevo che mi fosse detto da qualcuno.

"E adesso tu Jungkook, continuerai a vivere come ti senti, io ho sempre avuto fiducia in te, e dentro di te hai qualcosa che ti contraddistingue,che ci contraddistingue, da chiunque. E ora, va ad affrontare le tue paure, sei tu che hai il controllo del tuo destino" conclude puntando un dito contro di me.

Annuisco, profondamente grato al mio subconscio. Anzi no, profondamente grato a me stesso.
Una piccola lacrima fa capolino dal mio occhio destro, che appare anche sulla figura davanti a me,che con un piccolo saluto, "sparisce", e davanti allo specchio rimango solo io.

Io, ho il controllo del mio destino.

E con questa frase che mi frulla per la testa, scendo in fretta e furia al piano di sotto e mi posiziono davanti al camino.

"Fa che sia ancora lì, ti prego" dissi a bassa voce guardando se tra la legna ci fosse il ciondolo o se fosse rimasto una piccola parte di esso.

Dopo aver frugato per qualche minuto, trovai il ciondolo ancora del tutto intatto sotto la cenere.

Con un grande sorriso sul mio volto, accendo il fuoco con l'accendino e attendo con impazienza l'arrivo della fenice.

Your glow|VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora