Prologo

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11 Negli inferi è precipitato il tuo fasto
e la musica delle tue arpe.
Sotto di te v'è uno strato di marciume,
e tua coltre sono i vermi.
12 Come mai sei caduto dal cielo,
astro del mattino, figlio dell'aurora?
(...)
13 Eppure tu pensavi nel tuo cuore:
Salirò in cielo,
sopra le stelle di Dio
15 E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell'abisso!

I CIELI SI SQUARCIARONO e le stelle implosero, quando il Signore li cacciò dal proprio Regno.
Iniziò con un ruggito silenzioso, uno scoppio spaventoso che fece tremare l'aria e diede fuoco alla terra.
E l'Onnipotente diede il proprio Comando e gli Arcangeli eseguirono con cuori pesanti, ma cieca obbedienza.

Il primo a cadere fu la Stella del Mattino e sulla sua scia di strida e cenere ne seguirono altri mille. Una pioggia di meteore grandi quanto stelle nane avvolte da fiamme cangianti. Le loro grida erano insopportabili e le loro lacrime lasciarono cicatrici sterili sul suolo che li accolse aprendosi per divorarli. Non un singolo stelo d'erba vi crebbe, in seguito.

Precipitarono e continuarono a precipitare per secoli, mentre civiltà sorgevano e tramontavano senza accorgersi della loro caduta. Dimenticati, ignorati, spogliati del loro fulgore fino al giorno del Giudizio, quando le catene dell'Inferno si sarebbero saldate per sempre attorno alle loro membra, imprigionandoli in un'oscurità senza tempo né via d'uscita.

Oh, il dolore era insopportabile, ma il rancore verso Dio e i suoi fedeli soldatini superava ogni altra cosa. Con voci straziate dall'odio, dichiararono una guerra senza fine verso i loro opponenti e l'intero Creato. Oh, la sofferenza che ne sarebbe seguita per ambe le fazioni! 

Solo poche decine si pentirono profondamente di quella ribellione destinata sin da subito a un feroce fallimento e invocarono il Nome del Padre mentre la voragine senza fine li inghiottiva e si saziava delle loro maestose ali e anneriva le loro splendenti aureole.

Occhi color lillà si sollevarono un'ultima volta verso l'Alto e implorarono pietà, non per sé, ma per i propri fratelli penitenti. Poi, anche quell'ultimo corpo colpì la superficie del lago di fuoco e zolfo e la bocca infernale si sigillò sopra a uno sguardo ora di un nero infinito, venato di lacrime acide.

 Poi, anche quell'ultimo corpo colpì la superficie del lago di fuoco e zolfo e la bocca infernale si sigillò sopra a uno sguardo ora di un nero infinito, venato di lacrime acide

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