Harry

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La famiglia di Harry era numerosa e molto povera. Suo padre era un pastore protestante. Un uomo docile e gentile sempre pronto ad aiutare il prossimo. Si recava spesso al porto e, con i suoi figli più grandi, tra cui Harry, confortava le famiglie dei marinai che non facevano più ritorno. Erano tempi difficili per chi professava la loro religione. I cattolici li perseguitavano. Harry aveva sviluppato un odio profondo verso di loro e nei confronti degli spagnoli, perché la cattolicissima Spagna era la paladina della fede cristiana. Aveva poco più di dodici anni quando promise a sé stesso che un giorno avrebbe riscattato la sua gente. La vita nelle campagne del Kent gli andava stretta. Era affascinato dal mare e l'odore del legno delle navi lo faceva impazzire. Durante uno dei viaggi al porto con suo padre fu colpito dal comandante di un galeone inglese. Era autoritario, ma non dispotico ed il suo equipaggio gli ubbidiva a bacchetta. Quella nave sembrava una caserma tanto era ben organizzata.
"Padre vorrei imbarcarmi anch'io su una nave così". Il pastore rimase senza fiato. "Harry hai solo tredici anni non puoi voler fare una vita del genere. Non vedi quanti figli di marinai rimasti orfani troppo presto veniamo a consolare ogni settimana?". Harry non replicò, ma in cuor suo sentì che la sua strada era stata già tracciata.

"Ti dico di no. Non puoi andare via di casa. Sei troppo giovane". Da oltre un mese Harry e suo padre discutevano sul suo arruolamento nella flotta inglese. Erano trascorsi quattro anni dal giorno in cui era rimasto affascinato dalla Golden Hind e dal suo capitano. "Non puoi impedirmelo, padre". Harry era testardo e quando si prefiggeva una meta niente e nessuno poteva fermarlo dal raggiungerla.

"Mozzo, il tuo nome". Il capitano della Golden Hind lo squadrò da capo a piedi. Due occhi azzurri come il mare lo attraversarono da parte a parte. Aveva più o meno una cinquantina di anni, ma un fisico snello e ben mantenuto. "Harry Drake". Il ragazzino rispose senza esitazione e Sir Arthur ne rimase colpito. Era un giovane dall'aspetto fiero, i lunghi capelli ricci color del cioccolato gli incorniciavano un ovale perfetto e gli occhi verdi risplendevano come smeraldi. "Voglio vedere la mia nave splendere più del sole. Ci siamo capiti, mozzo?" Harry annuì e si mise subito all'opera. Era convinto che avrebbe imparato molto da quell'uomo.
La sera era distrutto e si addormentava in pochi secondi sul cuscino. Aveva notato che Sir Arthur era molto più intransigente con lui, molto più che con il resto dell'equipaggio. Non ne capiva il motivo, comunque non si era mai lamentato.

"Harry, fin da quando sei salito a bordo della mia nave ti ho trattato diversamente da tutti gli altri. Mi sono rivisto in te, nel tuo sguardo deciso e nel tuo carattere caparbio. Sarai un ottimo successore, la mia ciurma ti adora e non sentiranno molto la mia mancanza quando non ci sarò più". Harry impallidì. I cinque anni trascorsi agli ordini di Sir Arthur erano stati preziosi. Era diventato un uomo forte e coraggioso grazie al suo capitano, ma non era pronto a succedergli."Comandante, tra qualche giorno vi ristabilirete e riprenderete a governare la vostra nave".
Sir Arthur abbozzò un tenue sorriso. La febbre non gli dava tregua da alcuni giorni, era spossato e molto debole. Aveva capito di essere alla fine, ma non aveva rimpianti. Aveva vissuto una vita avventurosa e, negli ultimi anni, aveva avuto la fortuna di incontrare Harry. Gli voleva bene come fosse suo figlio. Era fiero di come era cresciuto. Già da tempo sir Arthur aveva redatto il suo testamento con il quale lasciava al ragazzo la sua bellissima nave ed alcuni preziosi provenienti dalle navi spagnole abbordate. La guerra tra l'Inghilterra e la Spagna si era inasprita negli ultimi anni. I corsari inglesi erano autorizzati dalla regina Elisabetta I ad attaccare e depredare le navi spagnole di re Filippo II.

"Capitano, dobbiamo rispettare la sua volontà". Sir Arthur era morto da poche ore ed essendo solo al mondo, aveva chiesto di essere sepolto in mare. L'equipaggio intero era in fila davanti ad Harry in attesa di conoscere le sue decisioni. Calde lacrime gli offuscavano la vista. Sir Arthur era stata la persona più importante della sua vita. "Renderemo onore al nostro Comandante". Harry ordinò che il corpo mortale di Sir Arthur ricevesse tutti gli onori. Fu gettato in mare mentre tutti gli uomini, sull'attenti, davano il loro ultimo saluto all'uomo che per diversi anni avevano considerato un padre.

"Capitano, che rotta dobbiamo seguire?". Cedric era con Harry fin dall'inizio. Si erano imbarcati lo stesso giorno. Avevano la stessa età. Erano diventati amici, anzi si consideravano alla stregua di due fratelli.
"Cedric sono sempre Harry". Sorrise rivolgendosi al ragazzo biondo accanto a lui. "Ci dirigeremo a Tidore. Sir Arthur aveva programmato di fare una spedizione laggiù. E noi rispetteremo le sue ultime volontà". Cedric annuì. Harry aprì la pergamena e puntò il dito sul cerchietto rosso evidenziato dal precedente comandante. Chiuse la mappa e si diresse al ponte di coperta.
"Destinazione isole Moluk, timoniere" L'intero equipaggio rispose in coro <Signorsì> e seguì gli ordini del nuovo capitano.

Harry Drake.

Sir Drake si imbarcò realmente a 13 anni e poco più che ventenne divenne comandante della Golden Hind

Il terrore dei mariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora