Insonnia

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Harry si era girato sul letto tante di quelle volte che il materasso sembrava sul punto di disintegrarsi. Era da tempo che non riusciva a dormire serenamente l'intera notte. Più precisamente dal giorno in cui Isabel era stata riconsegnata a suo padre. Non era ancora sorto il sole. Si alzò e prese una tazza con del caffè. Andò a sorseggiarlo sulla prua. "Cosa stai facendo?". Cedric si trovava vicino ad una delle scialuppe. Aveva una sacca sulla spalla. "C'è l'impiccagione per l'ammutinamento". Harry era livido in viso e non solo per il freddo. "Vorrei sapere cosa stai facendo". Cedric era pronto a salpare. "Harry se vuoi al mio ritorno mi farai impiccare. Io vado a riprendermi Rosita e, se fossi in te, porterei indietro anche Isabel. Si vede lontano un migli oche ti sei innamorato di lei. Da quando l'hai riconsegnata al comandante della Castillo non dormi più". Harry scosse la testa. Sapeva però che Cedric stava dicendo la verità. Non l'aveva fatta sua eppure anche la sola vicinanza con il suo corpo caldo gli aveva regalato sensazioni che non aveva mai provato. "Verrò con te, ma non per riprendermi Isabel, ma per aiutarti. Senza di me ti faresti uccidere". 

"Ci avvicineremo quanto più possibile. La Golden dovrà restare nascosta. Io e Cedric sbarcheremo a terra di notte e ci confonderemo con la popolazione. Ci sono i preparativi per il matrimonio di Milady pertanto ci sarà un via vai di persone e molto baccano. Non faranno caso a noi, ma se qualcosa dovesse andare storto, fuggite da qui il più velocemente possibile".

La luna si specchiava placidamente sul mare. Cedric remava con foga, non vedevs l'ora di riabracciare la sua amata. Non appena raggiunsero la riva, presero dei rami e delle foglie per nascondere la scialuppa. La città, così come aveva detto Harry, era in festa. Ghirlande di fiori erano fuori delle finestre del palazzo del governatore, che aveva fatto le cose in grande. Si mescolarono come dei normalissimi popolani tra la folla. Harry adocchiò un calesse e lo rubò. Strappò alcuni fiori e li gettò nel carro. "Cosa diavolo stai facendo?" Cedric non riusciva a compredere cosa stesse succedendo all'amico. "Fratello, come pensi di arrivare dalla tua Rosita? Bussando al portone del governatore? Oppure volevi dirgli ... mi scusi sono qui per rapire la cameriera di sua figlia? entreremo dalle porte posteriori della servitù. Dobbiamo portare altre decorazioni per la casa. Bella idea, no?". Cedric rimase a bocca aperta. Non aveva un piano sicuro. Era felice che Harry fosse con lui in questa temeraria impresa. Sperava anche che portasse con loro Isabel". 

Il palazzo del governatore era immenso. Su ogni gradino c'era una candela accesa, risplendeva come fosse pieno giorno. Harry e Cedric si diressero sul lato posteriore della casa. Il piccolo cancello di legno scuro era aperto. Superarono l'arco di marmo bianco, nessuno sembrava fare caso ai due uomini che reggevano alcune ceste di fiori. Segno evidene che, come aveva sperato Harry, tutti erano affaccendati nei pomposi preparativi.

Isabel era davanti allo specchio, stava provando l'abito che avrebbe dovuto indossare il mattino seguente per la celebrazione nunziale. Aveva gli occhi gonfi ed un tenue sorriso. Più che una sposa sembrava il ritratto di un condannato a morte pronto a salire sul patibolo. Il governatore stava complimentandosi con sua figlia e le stava facendo le ultime raccomandazioni. Era nulla di più di un agnello sacrificale. Don Francisco uscì dalla stanza. Isabel non ne poteva più. Si sarebbe uccisa volentieri piuttosto che giacere tra le braccia del vecchio consorte. Rosita si avvicinò alla sua padrona e la strinse forte. "Milady, lo so che non è una grande consolazione per lei, ma volevo dirle che io le sarò sempre vicina. Non la lascerò mai da sola". Isabel diede un bacio sulla fronte della sua cameriera. "Lo so. Sarà solo grazie a te che riuscirò a sopravvivere in quell'inferno". Bussarono alla porta. Rosita andò ad aprire e si trovò davanti due garzoni con il viso coperto a causa dell'enormi ceste che sorreggevano. "Altri fiori per voi, Milady". Isabel fece cenno ai due di posarli sul tavolino. Aveva la camera piena, ma nonostante tutto quei fiori non le comunicavano alcuna gioia. Ad un certo punto si sentì un rumore di vetri rotti. Rosita aveva fatto cadere la brocca che aveva in mano non appena aveva riconosciuto il suo Cedric. Isabel si voltò per vedere cosa stesse accadendo. Era spettacolare con il vestito di pizzo bianco che la fasciava come una seconda pelle. Cedric corse verso la sua donna e la baciò. Le era mancata da morire. Harry aveva occhi solo per Isabel, era di una bellezza angelica, nonostante avesse il viso pallido come i raggi della luna. "Come avete fatto ad arrivare qui, le guardie del governatore sono dappertutto". Rosita non riusciva a crederci. "Sono venuto a prenderti. Ti prego, vieni via con me. Non posso vivere senza di te. Ti amo". Cedric aveva parlato tutto di fiato tanta era l'emozione di rivederla. Calde lacrime scorrevano sulle guance della domestica. "Mi dispiace, Cedric, non posso venire con te". La ragazza si allontanò ed il cuore del biondo corsaro si ruppe in mille pezzi, più piccoli di quelli della brocca. Aveva capito che lo amava, glielo aveva detto sulla Golden Hint. Cedric non capiva cosa stesse accadendo alla sua donna, ma Isabel sì.         "Vai via con loro, te ne prego. Almeno tu, salvati". Cedric fissava ora l'una ora l'altra.                     "E' un ordine. Devi andare". Isabel si avvicinò a Cedric. "Prenditi cura di lei, per favore. Falla felice". Rosita scuoteva la testa. Non voleva lasciarla da sola. La giovane obbedì al comando della sua padrone sebbene nel cuore provasse un dolore immenso

Harry era rimasto in disparte ed in silenzio. Si avvicinò ad Isabel. La ragazza abbassò lo sguardo, non voleva vedesse le profonde occhiaie che le deturpavano gli occhi. Non voleva fargli pietà.        "Rosita portami uno dei tuoi vestiti". Isabel lo guardò confusa. "Milady non passereste certo inosservata vestita così". Cedric e Rosita erano usciti in meno di mezzo minuto, diretti nella camera della cameriera per prendere un abito nell'armadio. Harry scostò una ciocca dal viso di Isabel, le cui gote ora avaevano perso il mortale pallore. Gli occhi lucidi dall'emozione. "Ti do il diritto di scegliere tra il tuo bellissimo ed attempato sposo ed un umile e giovane corsaro". Due fossette spuntarono sul viso di Harry illuminato da un sorrisetto ironico. Isabel gli gettò le braccia attorno al collo. Non aveva senso mentire a se stessa. Si era innamorata di lui. Gli era mancato più del respiro. 

"Devo prenderlo per un sì?" 


Angolo autrice: ho visionato diecimila foto di Harry per questo capitolo. E'stato difficilissimo sceglierne una tra le tante... chissà perchè ;)

Il terrore dei mariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora