Isabel

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"Terraaa". Cedric osservava con il cannocchiale Ambon. Il piano di Sir Arthur ed ora di Harry era di sbarcare nel piccolo isolotto facente parte delle isole Molucche e, da lì organizzarsi per saccheggiare le navi di re Filippo II che salpavano da Tidore. Ambon era il posto ideale per attaccare e cogliere di sorpresa gli spagnoli. La folta vegetazione dell'isola poteva nascondere bene la Golden Hind e la posizione era strategica. Le stive delle navi spagnole erano sempre cariche di spezie ed oro. Depredare il loro bottino poteva arricchire velocemente. Harry non era attirato dai soldi, piuttosto dall'odio verso i prepotenti cattolici. I sudditi di re Filippo II poi erano i più intransigenti. Il suo sangue ribolliva ogni volta che vedeva salpare una nave con le insegne del re. Due leoni d'oro che sorreggevano due draghi alati.
"Harry, una nave sta lasciando il porto. Crediamo che a bordo ci siano grandi ricchezze. Sono rimasti ancorati per due giorni. Saranno stracarichi di gioielli e dobloni". Cedric non vedeva l'ora di entrare in azione. Non riusciva a stare fermo neppure per un minuto. Erano molto diversi. Harry era molto più alto, i capelli color del cioccolato, i ricci lasciati cadere morbidi sulle spalle, gli occhi verdi come smeraldi. Cedric invece era un poco più basso di statura, capelli corti color del grano e profondi occhi nocciola. Sempre allegro e sorridente. "Direi che è tempo di rimetterci all'opera. Stiamo diventando pigri, mozzo". Harry fece l'occhiolino al suo amico che uscì in fretta e furia dalla cabina del capitano gridando a pieni polmoni un "si va all'arrembaggio".
Harry mise a fuoco il cannocchiale, la Castillo aveva le insegne regali. La cosa strana era la navigazione. Era lenta, viaggiava come fosse una nave da crociera e non un galeone. Notò anche un piccolo particolare. Davanti alla porta della cabina del comandante stazionavano due soldati vestiti di tutto punto. "Hanno un carico prezioso senza dubbio e tra poco sarà nostro". Cedric estrasse la sua fidata amica. Una spada dalla lama ricurva lucidata in maniera maniacale. Le aveva dato anche un nomignolo -Luck- perché secondo lui era il suo portafortuna personale. La Golden Hind sbucò all'improvviso dalla baia in cui era nascosta. I soldati provarono ad avvicinarsi ai cannoni ma non ebbero il tempo di caricarli. Harry li aveva già speronati. Una grande falla aveva squarciato la stiva della Castillo. Sul ponte del galeone spagnolo era un andirivieni di soldati e marinai. Harry con la spada sguainata guidò il suo equipaggio all'arrembaggio. In pochi minuti a bordo della Castillo si scatenò l'inferno. I pirati erano numericamente inferiori, ma più preparati e forti fisicamente. Harry era veloce e scattante. Era davvero molto difficile da prendere. Sentì un bruciore all'avambraccio e vide la sua camicia bianca diventare rossa. Davanti a sé si ritrovò il comandante della Castillo. Harry sorrise e spavaldamente si leccò il sangue che gli stava fuoriuscendo dalla ferita. Il comandante spagnolo lo guardò dall'alto in basso, come fosse un insetto da schiacciare. Il tintinnio delle lame che stridevano era pura musica per le orecchie del giovane Drake. Harry era un abile spadaccino e l'ironico sorriso del comandante spagnolo si stava via via spegnendo. Pensava di avere un rozzo marinaio al suo cospetto ed invece il riccio si stava rivelando un pericoloso nemico. La spada del capitano del Castillo volò in aria. Harry costrinse l'avversario all'angolo. Puntò la lama al collo del suddito di re Filippo. "Arrendetevi, signore. È finita". L'equipaggio di Harry aveva ormai preso il sopravvento. Gli spagnoli erano stati sconfitti. I soldati, legati con strette corde, erano stati gettati nella stiva del galeone. Cedric aprì la porta della camera del comandante della Castillo. Rimase a bocca aperta quando si trovò di fronte due bellissime donne. Una era sicuramente una nobildonna, la seconda la sua damigella. Cedric le afferrò e le portò a prua. "Ehi capo, guarda chi ho trovato". Ci furono fischi e applausi da parte di tutto l'equipaggio alla vista delle due ragazze. Harry non si scompose. Erano belle, ma pur sempre delle nemiche. "Il vostro nome, milady". Il capitano della Golden Hind posò lo sguardo magnetico sul viso della nobildonna, che nascondeva parzialmente dietro di sé la sua cameriera come a volerla proteggere. Harry rise di gusto. Davvero quella piccola e, sicuramente viziata ragazzina pensava di tenergli testa?
"Sono Lady Isabel León Vega" rispose fiera. "Siete imparentata con il governatore Francisco?" Cedric ricordava di aver sentito già quel cognome da qualche parte. "Sono sua figlia". "Allora abbiamo un ospite eccellente a bordo. Milady sarà un piacere averla a bordo della Golden Hind". Harry fece un mezzo inchino e abbassò il cappello per prendersene gioco tra le risa scomposte del suo equipaggio. Le gote della figlia del governatore divennero color porpora dalla rabbia. "Cedric porta a bordo della nave tutto il carico della Castillo". Il ragazzo eseguì gli ordini del suo comandante. "Milady, mi spiace ma per un poco di tempo dovrà passare del tempo con noi poveri mortali. Non si preoccupi non appena suo padre avrà pagato il riscatto, ritornerà sana e salva a casa". Gli occhi di Isabel divennero piccoli come due fessure. "Non potevo aspettarmi nulla di diverso da un pirata". Aveva pronunciato l'ultima parola con freddezza. Harry scattò in avanti con l'agilità di un felino, facendola sussultare per lo spavento. "Milady, credo che sarà un viaggio molto interessante". Gli smeraldi di Harry si illuminarono.
"Cedric occupati della damigella. Milady ovviamente avrà un posto di riguardo. La mia cabina". Cedric fece cenno alla ragazza di seguirlo, ma lei non si mosse di un centimetro. "Rosita, non aver paura, fai come ti è stato detto. Mi auguro" disse rivolta ad Harry "che il vostro marinaio porterà il dovuto rispetto alla mia damigella". Harry sorrise, l' impertinente spagnola lo stava stuzzicando. Sotto quel visino dolce ed angelico si nascondeva una donna forte e coraggiosa. Domarla sarebbe diventato un piacevole passatempo.
"Cedric risponderai personalmente della señorita". I due ragazzi si allontanarono. Rosita continuò a fissare la sua padrona fino all'ultimo con le lacrime che le scendevano copiose.
"Milady dopo di lei". Harry aprì la porta della sua cabina.
Il topolino era in trappola!

Spero che questa nuova storia targata Harry vi piaccia. Non sono molto afferrata con i termini marinareschi. Sorry 🙏

Il terrore dei mariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora