I cacciatori entrarono nella grotta infreddoliti. Da giorni seguivano il branco di cervi e la tribù aveva bisogno di carne.
Da mesi il freddo gli impediva di muoversi per più di poche ore al giorno e avevano bisogno tutti di energie. Sono in 5 tutti giovani e nel fiore degli anni in quella terra dura e freddo. L'oscurità era quasi totale all' interno della grotta e perciò decisero di restare vicino al uscita dove la luce poteva ancora esserci sebbene fioca.
Si sedettero l'uno vicino all' altro e si prepararono al loro meglio per la notte sospirando.
Le loro lance non erano riuscite a sprofondare nella carne di neanche un animale dall' inizio della caccia cosa molto strana per tutti e cinque che sono cacciatori provetti. Avevano cacciato e ucciso di tutto persino i Neanderthal del clan vicino non avevamo scampo se loro decidevano che uno di loro doveva morire. Allora perché oggi erano così sfortunati? Perché i venti gli erano sempre sfavorevoli e le lance scivolavano sempre sulle pelli degli animali?
La selce usata come punte è tra le migliori qualità in tutto il territorio e loro stessi le hanno affilate e legate strette per assicurarsi maggior efficienza nel colpo.
I ragazzi sospirarono e si guardarono in faccia uno ad uno, non guardando soltanto i dipinti da caccia sui loro visi ma principalmente gli occhi e la bocca. Esse potevano parlare più della vice e il loro capo lo sa bene per questo osserva il volto sotto le pitture nere, bianche e rosse.
Le labbra dei due più giovani, Sakan e Urul, tremano. Hanno paura... Il fallimento non è contemplato la tribù dipende da loro per sfamarsi e anche la loro sorellina più piccola. Lei ha appena due primavere loro ne hanno tredici e i genitori sono morti loro due sono gli unici che le portano da mangiare e si assicurano che loro zia faccia al meglio il loro lavoro. Questo gli ha dato una volontà ferrea nella caccia che non gli permette di tornare a casa senza almeno un pennuto... Il fatto che abbiano paura è grave.
Sargon invece pare tranquillo, ha 15 primavere sulle spalle e le cacce lo divertono molto. Nella tribù ha entrambi i genitori e un paio di fratelli più grandi ma il vero gioiello è lui... Non ha mai avuto paura neanche durante la caccia al mammut. Nei suoi occhi, infatti, non si legge paura ma delusione. La delusione di aver fallito nella caccia più importante della sua vita probabilmente.
Poi c'è Urus con 17 primavere due in meno di me. Avevano cacciato insieme e combattuto talmente tante volte da diventare fratelli di sangue come dimostrato dalle cicatrici identiche sulla mano destra applicate dallo sciamano del villaggio. Non gli sfuggì, difatti, la sua abitazione. Sua madre era nato vecchia e il fatto di non trovare carne da cuocere o frutta per lei lo rendeva parecchio nervoso emotivamente e fisicamente.
Il capo sospiro e si sollevò impiedi bloccando gli altri a seguirlo nel gesto "sentite... So che avete paura. So che vi sentite delusi, agitati e impauriti. Anche io provo queste cose... Ma non dobbiamo fare in modo che prendano il sopravvento su di noi... Perché la tribù dipende da noi! Ha bisogno di carne e di alimenti per sopravvivere. I raccoglitori hanno fallito e molti cacciatori anche. Ma noi non dobbiamo vedere.
Le pelli con le quali ora siamo ricorperti le abbiamo prese dai corpi degli animali che noi abbiamo ucciso e scuoiato. Perciò non temete il nostro momento arriverà. Magari oggi o dopodomani ma arriverà... E a casa torneremo con un bel po' di carne da mangiare e da seccare chiaro?
Io, Albarak vi giuro che porteremo a casa una grossa preda."
I volti dei ragazzi si illuminarono. È vero, avevano molte responsabilità e di decine di vite ma loro potevano farcela. Loro erano i migliori, i cacciatori più spietati di tutti e i più bravi. Mentre tutti fantasticavano sulla caccia e sul sangue della loro preda che macchiava il terreno un canto si sviluppo dal fondo della grossa.
Un canto armonioso di delicato come una piuma e dolce come il miele. La canzone era in una lingua sconosciuta che gli dava quel tocco in più di mistero. I ragazzi si guardarono tra loro e impugnarono le lance anche se sembrava quasi a malavoglia puntandole contro il fondo della grotta nel buoio. E da esso apparve una donna stupenda. I capelli neri lasciati liberi sotto la schiena, le labbra carnose di un rosso naturale impeccabile e un viso dolcissimo.
Il corpo, completamente nudo, lasciava intravedere i piaceri che nessuno poteva dare se non lei. I ragazzi, rapito da quel canto, si lasciarono andare e lei avvicinandosi, sussurro piano sorrodendo "vivete la vostra ultima notte".La luna illuminava il bosco mentre un giovane ragazzo correa ansimante e zoppicante al suo interno. Si stringeva il fianco sanguinante e negli occhi aveva il terrore più nero. Quel giovane era Urul.
Quella notte si, se la erano goduta all' inizio. La donna gli aveva dato dei piaceri che nessun altra donna gli avevano mai dato mostrando una bravura innaturale nella seduzione e nelle arti dell' amore. Per ore intere si erano alternati a fare l'amore o l'avevano fatto a gruppi e lei saziava tutti senza alcuna vergogna o purore o esitazione.
Lui si era appena riverstito per uscire dalla grotta a prendere una bocca d'aria quando la donna si era trasformata. I denti diventarono neri come gli occhi e lancio un grido acuto lungo la grotta. Sargon e Sakan avevano appena finito l'ultimo amplesso e non poterono fare niente per difendersi... Le mani della donna gli perforarono il petto e si sentì chiaramente il crok delle ossa spezzate mentre le mani attraversavano i loro corpi per poi strapparne via i cuori. Suo fratello gli era appena morto davanti agli occhi e Urul non riusciva a muoversi dalla paura. Infatti il demone si scagliò su di lui artigliando lo il dando e spingendolo a terra. Il colpo gli tolse tutto il fiato che aveva in corpo e, affannosamente, cercava di allontanarsi dalla donna che torreggiava su di lui. Ridacchiando la donna si preparo a uccidere anche lui quando da in mezzo hai seni uscì una lancia... Lasciando la donna più perplessa che altro. Albarak gli aveva piantato una lancia dritta nel petto e intanto Urus stava afferrando la mia lancia e quella del fratello "corri dalla tribù! Digli di scappare il poi velocemente possibile!" Mi urlo Albarak mentre afferrava la lancia che il suo fratello di sangue di stava porgendo.
Ragazzo, ormai governato solo dall' istinto, scappo il più velocemente possibile fuori dalla porta non voltandosi neanche una volta. Ansimando il ragazzo si appoggia ad un albero ed entra in una radura, è molto stanco e fa fatica ormai ad avanzare ma deve riuscire a portare la notizia alla sua gente. Alza lo sguardo per orientarsi e si paralizza. Davanti a lui 4 alberi portano appesi su di loro la parte superiore dei suoi compagni. Tutti e 4 hanno la bocca spalancata e gli mancano sua lingua che occhi. Sul petto il c'è uno scuarcio grande quanto una mano all' altezza del cuore. La parte dalla vita in giù è completamente mancante.
Chi era quella cosa? Come l'aveva superato con quei corpi senza che lui se ne accorgesse?
Il ragazzo non riuscirà mai a farsi queste domande e non potrà mai porle... Senti appena dei piccoli passi dietro di lui prima di trovarsi a guardare le stelle con il suo sangue che si macchiava il terreno in una grande pozza.

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Cacciatrici Dagli Occhi Neri
HorrorQuando l'uomo era agli albori la malvagità già riempiva il cuore di molti. La crudeltà sembrava impiantata nella loro anima... E da un opera di crudeltà si levarono loro, le cacciatrici dagli occhi neri. Antichi dei raccolsero le parole di rabbia e...