la guerra

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I carri e i cavalieri si muovevano rapidi sulla strada per Babilonia. I componenti della carovana erano tutti mercenari atti a scortare il secondogenito di un importante e facoltoso burocrate imperiale in ritorno da un sopralluogo delle fortezze più lontane dell' impero.
Tutti erano attenti hai più piccoli movimenti nella zona piena di banditi in quel periodo... Tutti meno lo scortato che pensava soltanto ad andare il più veloce possibile con il suo carro.
Molti mercenari non lo avevano strozzato o accoltellato nel sonno solo per la furia futura del padre e della ricca ricompensa a fine viaggio. Mancavano solo pochi giorni e dovevano resistere ancora un poco... Lo avevano sopportato mesi interi mentre i loro capitani compilavano i vari rapporti delle fortezze e lui se la spassava tra vino e donne vantandosi di imprese militari a qui non aveva mai partecipato attivamente e non perché lo avevano Sentino ma perché lo avevano visto. In praticamente tutte le sue storie c'era almeno uno di loro che aveva preso parte agli scontri e manco si ricordavano manco del suo nome.
Al finire della giornata si decise di alloggiare in una locanda lungo la strada trovandola poco dopo. I mercenari entravano con un viso teso perché sapevano che momento era... Quel fanfarone di Marduk non avrebbe più smesso di parlare delle sue cazzo di imprese inventate. Davvero non ne potevano più di ste stronzate raccontate solo per essere considerato da loro un coraggioso e superiore. "Con quella pelle senza cicatrici tipica delle donne d'alta classe e quelle mani da femminuccia non durerebbe un minuto in battaglia!" Dicevano tra loro i mercenari ridendo lontano dalle orecchie di lui.
Quella frase venne ripetute diverse volte prima che l'ultimo mercenario varco la porta trovandosi davanti ad una taverna accogliente e con me belle donne che passavano tra loro. Le candele e le lanterne sono già accese non lasciavano neanche un punto all' oscuro.
I mercenari so sedettero al tavolo tutti insieme iniziando a bere molto vino prima che il rompiscatole potesse iniziare anche solo a pensare di parlare volevano aver già fatto portare in tavola un doppio giro di alcool per riuscire a sopportarlo meglio. Anche se... Quella sera forse gli dei avevano ascoltato le loro preghiere. Una bellissima fanciulla aveva appena arpionato quel signorino e lo stava portando in stanza tra i sorrisi e i finti dispiaceri dei soldati "ci lasci senza mirabolanti imprese Capitano?'" disse sarcasticamente uno di loro. Lo chiamavano capitano solo perché questi erano gli ordini dei loro superiori però ogni volta che lo dicevano o gli facevano un saluto militare gli occhi imploranti perdono scattavano verso Sargon il loro vero capitano.
Sargon era assiro e sapeva manovrare la spada con una bravura e velocità impressionante. Aveva ucciso più uomini di tutti loro messi assieme ed era anche molto astuto... Talmente astuto da aver fatto cadere a terra Marduk, l'uomo da proteggere, almeno una decina di volte senza che se ne accorgesse. Una volta aveva legato una corda su una porta avvertendomi tutti in modo che l'unico che ci potesse inciampare fosse lui. Mentre l'altro si alzava lui aveva già fatto sparire il trabocchetto. Avevano riso per giorni pensando all' urlo da femminuccia lanciato da Marduk, che bei ricordi.
"mi dispiace ma stavolta sarete a secco delle mie avventure anche se so che ne sentirete la macanza! Ma un altro tipo di spada ora deve essere utilizzato" disse il ragazzo prima di sparire su per le scale. Il solito presuntuoso dissero gli altri e si prepararono per mangiare "uomini" fu Sargon a parlare e immediatamente tutti tacerono. Sciiti, assiri, persiani, libici, nubiani e tutte le altre etnie appartenenti a quel centinaio di guardie del corpo, servi inculati, tacquero. Quando il vero capitano parla nessuno può fiatare "dove sono finite le donne? Erano in 5 qui..." Si portò la mano alla spada.
Avevano sentito di strane omicidi in quelle zone, troppo brutali per essere opera dei banditi.
Potevano essere capitati in una trappola di quegli assassini? La porta si aprì con violenza spegnendo le candele e facendo piombare il tutto nella notte più nera.
Nello stesso istante in qui la porta fu aperta le armi furono nelle mani dei mercenari con gli archi già semi tesi con la freccia incoccata. I servi, invece, si nascosero negli angoli bui estraendo dei coltelli e lanciando le serve dietro di loro in modo da proteggerle un minimo.
"Che carini... Vogliono vivere" disse una voce molto sensuale appartenente ad una ragazza. La sua frase allegiava ancora nel aria quando uno di noi cadde a terra con la gola squarciata. Avevamo sentito solo un fruscio muoversi tra di noi nessuno poteva muoversi così velocemente!
"Quello chiaro è mio!" Disse una voce strillante di una piccola bambina. Di nuovo quel brusio e tutti videro Argor, un grande guerriero mercenario proveniente dalla Grecia trasferitosi dopo troppe cazzete in città, essere sollevato da terra e sbalzato oltre il bancone ed essere trascinato urlante nella cucina da un qualcosa di invisibile e forte. Le sue grida cessarono appena la porta della cucina si chiuse. Nessuno poteva crederci a ciò che stava accadendo... Anzi, si domandavano proprio che cazzo stesse succedendo. Tremante gli uomini si misero sempre più stretti con il loro capitano nel mezzo che gli urlava di essere coraggiosi "coraggiosi dici?" Una risata cristallina irruppe nella sala mentre a fianco dei servi apperiva dal nulla una fanciulla nuda dai capelli biondi. La risata venne ripresa da altre tre ragazze, tra qui una bambina seduta sul bancone. "Coraggio nel morire?" Sorrise come tutte mostrando i suoi denti neri. Sargon, terrorizzato, si accorse subito he i suoi uomini avevano i suoi stessi sentimenti. Le spade tremavano, gli arcieri non riuscivano ad avere mira dal paura e le asce non riuscivano a stare ferme da quanto le membra del proprietario tremavano "che gli dei ci aiutino..." Surrusso pian piano circondato dai suoi uomini pronto a combattere questi demoni "nessuno vi aiuterà" sussurro una sua voce allo orecchio... Una quinta creatura delle tenebre aveva la faccia appoggiata alla sua spalla e sorrideva alla sorella.
I pochi secondi che ci furono dopo furono un susseguirsi di ossa spezzate, sangue fuorisciuto copioso e urla di terrore.
Poi silenzio per minuti interi, lunghi minuti passati dalla luna a entrare nella finestra per piangere sulle ennesime vittime di quelle creature notturne. Poi un tonfo è una serie di colpi secchi sulle scale. Marduk era appena caduto dalle scale completamente nudo, per poi riprendersi subito e urlare "un demone aiu..." La frase gli si strozzo il gola. Delle donne stava togliendo lingue e occhi dai suoi uomini dividendoli anche in due per poi mangiare i primi o farli mangiare delle sue serve, nude e bloccate su un tavolo. Man mano che mangiavano le sue serve diventavano più chiare di pelle, più bionde e denti e occhi diventavano neri. "Te l'ho detto di goderti il mio corpo di che potevi... E che nessun poteva aiutarti" gli sussurro la fanciulla con qui si era divertito poco fa mente gli metteva le mani al collo e glielo spezzava con un semplice gesto.

Cacciatrici Dagli Occhi NeriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora