il deserto

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Il deserto si estendeva per miglia e miglia mentre la pattuglia andava diretta verso un oasi di schiavisti. Sorridendo il capogruppo guidava le sue schiere con dei pezzi da novanta legate sui carri. Cinque bellissime ragazze dai capelli biondi perfettamente addestrate al piacere... e le aveva comprate da una vecchia ad un prezzo irrisorio. Guardandosi intorno tocco piano piano la sua spada in bronzo preparandosi a lanciarsi al galoppo con il suo dromedario che gli pareva nervoso come prima di un assalto nemico o di una tempesta di sabbia. Era sempre stata saggia quella bestia sin dalla più tenera età tanto da guadagnarsi l'appellativo tra i suoi conoscenti di "il dromedario più intelligente". Lo aveva accompagnato nelle fertili terre della Mesopotamia e nelle battaglie più sanguinose senza tremare mai.

"Mio signore... ce qualcosa che non va" Ahmed, il suo vice, pareva preoccupato e lui non si preoccupava mai durante una consegna ne nelle battaglie più pericolose come dimostravano le cicatrici sul suo viso. "Cosa ti dovrebbe preoccupare? Siamo in trenta armati di tutto punto... cosa porterebbe sventura a noi? Vedrai che gli dei ci assisteranno." Gli sorrise anche se lui non pareva tranquillo costringendo il giovane capo a girarsi annoiato "le bestie hanno paura... sembrano non voler trainare le ragazze e anche i dromedari più avvezzi alla guerra sembrano avere paura mio principe Ismail" quando lo chiamava per nome c'era sempre da avere paura... e se lui aveva paura il capo sapeva bene che bisognava tenersi pronti a tutto. "Manda i nostri migliori uomini intorno al carro e averti gli altri di stare attenti. Manca poco più di un'ora al mercato e domani all' alba partiremo".

Per l'ora successiva nessuno fiato. I soldati incaricati di stare intorno al carro dovettero salirci sopra perché gli animali si rifiutavano di avvicinarci e questa cosa non piaceva a nessuno dei suoi uomini né a lui. Arrivarono come previsto la sera sul tardi e vendettero le schiave il più velocemente possibile, anche ad un prezzo minore di ciò che potevano farci. Tutti sospirarono di sollievo appena l'ultima donna si allontanava avvolta dall' abbraccio di un grasso schiavista. Saltarono tutti di nuovo sui loro dromedari caricando il cibo alla svelta. Sarebbero tornati almeno un paio di settimane dopo per stare lontane almeno un po' da quelle donne che tanto li avevano terrorizzai nell' ultima parte del loro viaggio. Cavalcarono uscirono veloci dall' accampamento ma si trovarono costretti ad accampare non troppo distanti dal mercato in quanto ben preso il buio era troppo per proseguire. Crearono un accampamento e Ismail ordino turni di guardia per tutti, capitani compresi.

Fu cosi che lo schiavista si addormento, convinto che il giorno dopo avrebbe separato di mille leghe quel mercato da lui. Ciò non fu possibile. Nel cuore della notte, infatti, Ahmed lo sveglio "abbiamo un problema capo" Ismail, ancora mezzo addormentato, cerco di capire che problema ci potesse essere "che succede? Nemici all'orizzonte? Predoni?" Ahmed scosse la testa e gli indico di seguirlo mentre usciva dalla tenza. Il comandante ebbe appena il tempo di mettersi i pantaloni e prendere la cintola con la spada che già era fuori e correva verso le sentinelle dietro il suo vice. Si fermarono solo quando i fuochi del mercato furono visibili, che risplendevano in contrasto alla nera notte. "Cosa volevi farmi vedere? Mi sembra tutto normale laggiù..." Ahmed scosse la testa "non ti sembra che ci sia qualcosa di strano?" il capitano alzo un sopracciglio e guardo meglio. Il mercato sembrava come al solito, illuminato a giorno dentro i tre accampamenti hai lati delle oasi. Il mercato degli uomini, dei tesori e delle bestie erano divisi per evitare confusione tra i vari predoni, mercanti e schiavisti. E... fu allora che Ismail capi cosa non andava e una grossa agitazione entro nel suo corpo finché non gli gelo le vene. "Perché non vedo torce che si muovono tra i vari appartamenti?" ogni notte le guardie dei vari mercanti si muovano in cerchio per evitare che ladri o sicari potessero entrare nei vari accampamenti. Si muovevano sempre in grossi gruppi da un lato all' altro a intervalli regolari come a rastrellare ogni centimetro di qui metri. Perché quei soldati ora non si muovevano? Erano troppi e troppo organizzati per essere soppressi silenziosamente tutti ed era impossibile che quegli uomini fossero caduti senza incendi o altro... qui c'era sotto qualcosa "organizza gli uomini e preparati a p..." non fini la frase che si trovo Ahmed a terra con una moneta conficcata nella testa. Gli uomini intorno a lui fecero un passo indietro di scatto terrorizzati. Nessuno capisce cosa sia successo in quei pochi istanti prima che la moneta apparve nella nuca del loro vicecomandante.

Poi, uno a uno, iniziano a sparire i soldati come rapiti dalla notte stessa tra le loro grida. I soldati iniziano ad uscire dalle tende armati alla bell'e meglio ma anche loro iniziano a sparire nella notte più buia da esseri invisibili ad occhio nudo. E cosi, Ismail, è costretto ad osservare i suoi uomini morire, completamente impotente. Cerca di afferrarli, di toccarli, di stringerli a se prima che essi spariscano. Gli urla di scappare ormai disperato dalla loro fine correndo di qua di là alla ricerca di superstiti che quando trova vede sparire nell' ombra tra le grida. Vede solo leggeri movimenti della sabbia prima che un suo uomo sparisca nel nulla. Una leggerissima brezza pare toccarlo ogni volta che quasi sfiora un suo uomo prima che esso venga risucchiato dalla notte. Sente una leggera risata ogni volta che un grido di terrore vicino a lui si spegne dopo aver squarciato la notte. Alla fine, il povero capitano, prega ogni dio che conosce di salvare i suoi uomini mentre gira tra le tende finché, ormai disperato, non si siede in ginocchio con le lacrime agli occhi e il labbro tremolante gridando al cielo la sua rabbia e la sua tristezza. Non capisce cosa si sia abbattuto sui suoi uomini, non sa cosa sia successo e cosa abbia visto.

Sa solo che i suoi uomini sono scomparsi nel nulla e che una leggera e dolce risata si sta spargendo intorno a lui. Alzando gli occhi davanti a lui la vede una delle colpevoli, sorridente e gloriosamente nuda davanti a lui. Il suo corpo è perfetto, senza se e senza ma. Il suo nido d'amore tra le gambe pare fatto apposta per corrompere gli uomini, mentre il seno delicato si muove graziosamente mentre lei si avvicina le sue tette di muovono leggermente e l'uomo, per lunghi secondi, si ritrova incantato da quel movimento ritmico seguendolo interamente e desiderando profondamente affondare il viso lì e mordicchiare i capezzoli di lei.

Poi, prima lentamente poi con sempre maggiore forza, il suo istinto comincia a prevalere sulle sue pulsazioni. Quasi si era scordato del pericolo e della scomparsa dei suoi uomini alla vista di quella donna così bella e attraente. L'istinto lo costrinse a staccarsi dal suo corpo con molta fatica e a notare come i capelli biondi si intonassero bene a quella pelle così chiara come il latte appena munto e... e, con un'altra scarica di volontà l'istinto gli fece alzare il capo.

Nulla di ciò che aveva visto prima, che lo aveva attratta aveva più senso. Nulla aveva avuto senso prima nulla avrebbe avuto senso ora. Nello stesso istante che i loro occhi si erano incrociati lei aveva fatto un piccolo sorriso con le labbra ben sigillate mentre il terrore pervadeva il corpo di Ismail. Un terrore nero che salive e scendeva su tutto il suo corpo tremante. Perché quegli occhi erano completamente neri e trasudavano malvagità. Lei era la a pochi passi da lui e inclino leggermente la testa facendo un enorme sorriso e con orrore l'uomo vide dei denti neri come la pece prima coperti da quelle labbra così delicate, rosse come una ciliegia matura. "La mia sorellina voleva così tanto divertirsi un po' con te sai?" l'uomo non riuscì neanche a connettere la parola sorellina a lui che una presa forme ma delicata gli avvolse il collo trascinandolo nel buio.    

Cacciatrici Dagli Occhi NeriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora