¥ Prologo ¥

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_SaMuEl_

«Hai un fallito come figlio, non te ne rendi conto Samantha?» Ecco la frase che ogni giorno bercia con rabbia, mio padre Scott.

Il figlio fallito? C'è davvero bisogno di chiederlo?
Quel figlio tanto decantato sono io, mentre mio fratello é il tizio posto a capotavola con il suo giornale sotto il naso, la tazza d'orzo fumante portata sulle labbra sottili.
I capelli castani con sfumature ramate uguali ai miei, sono cosparsi di gel.
La camicia azzurra, stirata perfettamente addosso.
La giacca sullo schienale della sedia, che non presenta grinze, neanche per puro sbaglio.
Le gambe lunghe e meno toniche delle mie, accavallate, dove la punta dei mocassini neri, spunta oltre la gamba del tavolo in legno.

É assorto a leggere qualche notizia sulla borsa, sicuramente.
Due anni più piccolo, e così diverso da me.

Ma sarebbe meglio precisare il perché io sia il figlio fallito. La pecora nera. La sciagura degli Kenthon.
Tolto il fatto che io bevo solo caffè nero e amaro.
Che oggi indosso i miei soliti pantaloni della tuta stracomodi.
Una t-shirt bianca anonima.
Un paio di Adidas ai piedi.
Non sono un incravattato come Lucas.

Ho custodito un sogno nel cassetto in questi anni. Mai una sola volta ho creduto di cedere e richiuderlo a chiave. Mai nessuno mi ha fatto cambiare idea, neanche i miei che considerano il mio sogno qualcosa di abominevole.
Per loro il primo figlio doveva prendere le redini della famiglia ed entrare a far parte dell'azienda edilizia di mio padre.
Ciò che ha fatto Lucas invece.
Il mio sogno invece é ben lontano da tutto ciò che riguarda uffici, cartelle, 24h, e cose di cui non so assolutamente un cazzo.
Io voglio essere un lottatore, senza arma e senza difese.
Un combattente.
Un gladiatore dentro il ring.

«Scott, Samuel lavora. É vero forse non ha seguito le tue orme, ma hai Lucas con te.» Mia madre cerca di apparare con tono tattile, l'ira che mio padre riversa ogni santa mattina verso di me.
E vorrei sapere perché non me lo dice fissandomi negli occhi, ma parlandone in salotto come se io fossi sordo o avessi dei tappi conficcati nelle orecchie.

Vengo distratto dal fruscio che emette la pagina del giornale.
Sembra proprio interessato a ciò che legge.
Fa così vecchio. Così triste.
Andiamo quale ragazzo di ventitré anni legge il giornale?
Lui, altri sfigati, ma sicuramente non il sottoscritto.

Io che invece tengo la penna tra le dita, che oscilla ticchettando come lancette di un orologio, sul legno della tavola, dove osservo la scritta ricalcata più volte.
Riporta il mio nome. Quello che splenderà.
Night Thunder.
Sono un tuono che squarcia e spezza l'oscurità nella notte.
Io brillo in quel buio coperto di stelle.

«Andiamo papà, si é fatto tardi.» Il soldatino fedele, viene riportato nella realtà, dal suo splendente Rolex che segna l'orario, in cui dovrebbero essere già rinchiusi nell'ufficio a parlare di come dominare il mondo.
La mia cattiveria non é molto lontana dalla realtà.
Guardano fuori dalle vetrate, come se ciò che ci circonda fosse di loro proprietà.

«Arrivo, Lucas.» É cosí fiero il tono con cui pronuncia il nome di mio fratello, che potrei persino odiarlo.

E lo faccio specialmente quando ripiega con meticolosità il giornale e porta i suoi occhi neri come onice, su i miei ambra.
«Che farai stamattina? Rincorrerai come i cani i gatti nel parco?» Le sue labbra si aprono in un sorriso di sfottò e beffardo quasi quanto la voce, che vorrei assestargli un gancio destro sul mento senza neanche un piccolo pelo di barba.

Tiro un morso vorace al cornetto, spremendolo nella mano libera, per mostrargli con sprezzo la marmellata che fuoriesce da lì.
«Amo di più rincorrere le cagne, e poi sbatterle. Impara fratello, magari riesci a non essere più vergine fino al matrimonio.» Lo schernisco con così tanta goliardia che se potessi riderei di gusto, ma invece la sua occhiataccia indispettita mi lascia un senso amaro in bocca, proprio come il caffè che ho ingurgitato.
Già perché io e mio fratello non saremo mai sullo stesso piano.
Non saremo mai davvero una squadra come quando eravamo piccoli.
Io sono un tuono che rimbomba, lui é la calma piatta.
E questo non cambierà mai.

Deeeee questo sarà uno spin-of di Death Silent. Qui vedremo faccia di virgola ovvero Samuel.
In Death Silent sembra un tipo posato e apposto.
La realtà é che lui é un ribelle, ricco ma non egocentrico come crediamo.
Ovviamente lo scriverò più avanti, ma io vi preparo a ciò che farò in futuro 😂 tanto sapete che finisco sempre tutto. Con i miei tempi ma porto a termine 😘😘😘

 Con i miei tempi ma porto a termine 😘😘😘

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/Night Thunder\      2 Vol. Serie "Fight without rules"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora