3▪︎Il vostro corpo vi tradisce

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Dopo due  settimane di balli, cene, pranzi, e tè, si può dire che sono completamente sfiaccata. Perciò quando Frederick ha ricevuto un invito per uno spettacolo in tre atti al Royal Victoria Theather, l' ho pregato di portarmi con lui.
Necessito di una pausa da tutto quel volteggiare, piedi pestati, odori sgradevoli, impertinenza. Non comprendo ancora del perché le persone non aspettino altro che l’inizio della stagione. Da una parte schiere di giovani donne imbellettate e civettuole che non attendono altro che essere notate dalla fazione opposta, composta da pomposi uomini che altro non anelano che poter spassarsela. Tutto ciò sotto gli occhi vigili di parenti, amici e conoscenti. Non è altro che una caccia dedita a rinchiudere in una gabbia d’oro, priva di ogni libertà, noi povere donne, con l’unico scopo di dare un erede.
Ho bisogno di una tregua da questo gioco al quale non ho mai ambito a partecipare. Un gioco che mi risucchia in un vortice di squallidi balli, cene disgustose, mani sudice, e conversazioni futili.
Non appena entriamo nel nostro palco, rimango sorpresa nel vedere Letum.
I suoi occhi mi divorano all’istante.
Mio fratello è rimasto fuori con nostro cugino, mentre Arabella deve ancora arrivare. Dopotutto lo spettacolo inizierà tra più di un’ora, ma non vedevo l’ora di evadere da casa e di ascoltare null’altro che musica e magari appisolarmi nel mentre.
Non immaginavo di vederlo qui, maestoso e perfetto. Assaporo con gli occhi la sua figura elegante mentre si avvicina a me. È particolarmente elegante questa sera, i suoi abiti lo avvolgono perfettamente, come se gli fossero stati cuciti addosso.
“Lady Elèna.”. Afferra la mia mano, e come ha già fatto in precedenza indugia in un bacio fin troppo lungo. Sento una strana sensazione pervadermi, non riesco a darle un nome, come tutto con lui, non riesco a dare un nome a niente quando sono in sua presenza.
“My Lord.”. Questo momento eterno dura un battito e viene interrotto dalla voce del mio caro fratello.
“Letum amico, se già qui.”.
Ritiro velocemente la mano, mi accomodo nel posto retrostante, non sono molto interessata all’opera, quindi preferisco lasciare il posto davanti ad altri.
Io e Letum non abbiamo altre interazioni.
Poco prima dell’inizio, Arabella arriva con la sorella Mary. Mary è una cara donna, è sposato ormai da cinque anni con un uomo che non la ama fatto, e che preferisce lasciarla a casa sola il più delle volte, non so dove si rechi o cosa faccia. Arabella tuttavia dice che in compenso con tutti quei soldi non le fa mancare nulla.
Esattamente questo tipo di matrimonio voglio evitare.
Frederick presenta entrambe a Letum.
“Elèna cara, sono settimane che non ti vedo, sei indubbiamente la più bella fanciulla della stagione.”. Afferma calorosa.
“Grazie sorella cara.”. Controbatte sprezzante Arabella. Non riesco a trattenere una risata. Sulla prima fila si accomodano i tre gentiluomini e Mary, mentre io e Arabella ci sediamo dietro a loro.
“Non ti toglie gli occhi di dosso.”. Sussurra lievemente la mia cara amica, dopo aver avvicinato la sedia alla mia.
“Non è una cosa che mi interessa.”. Mento. Il solo pensiero di lui che mi guarda invece mi accalda.
“Ah no?!”. Chiede scherzosa.

Il primo tempo sta per finire e potremo alzarci finalmente per sgranchire le gambe.
I corridoi che uniscono i vari palcchetti sono pieni di dame e gentiluomini che fumano, bevono e spettegolano. Per un momento mi sembra di essere tornata in una sala da ballo. All’improvviso sento delle dita fredde sfiorarmi indiscrete dietro il braccio. Riconosco quell’odore di pulito e mi lascio cullare.
“Questa opera non è di vostro gradimento, o siete qui per un altro motivo?”. Chiede malizioso Letum. Pensa sia qui per lui, che sfacciataggine!
“È di mio gradimento indubbiamente. Sono solo…”. Non voglio fargli captare null’altro su di me.
“Siete stanca Elèna. Lo vedo sul vostro viso.”. Sembra quasi premuroso nell’essersene accorto. L’uso del mio nome, questa informalità che si è preso, alimenta il fuoco in me. Non so come descrivere tutto ciò.
“State dicendo forse che ho un brutto aspetto?”. Rispondo ironicamente offesa.
“Nemmeno se una tormenta vi investisse, potreste risultare sgradevole alla vista.”. Risponde serio. Si avvicina pericolosamente, non riesco a fare a meno di desiderare questa vicinanza, nonostante la gente, nonostante il decoro.
“Elèna!”. È  la voce di Arabella, esco da qualunque maleficio mi ha fatto e mi avvicino a lei.
“Grazie.”. Rispondo senza fiato.
“Buon Dio Elèna, con tutte queste persone, come puoi rischiare così? Dov’è tuo fratello?”. Mi fa la predica sussurrando mentre ci allontaniamo dalla folla e da orecchie indiscrete.
“Non lo comprendo nemmeno io.”. Rispondo non poco sconvolta.
“Ti senti bene? Ti ha forse imposto qualcosa? Io lo tiro per le orecchie a quel gentiluomo da strapazzo. Come può mettere in disgrazia così una fanciulla? Quella mano che ti ha sfiorato il braccio senza alcun pudore, per poi avvicinarsi in quel modo indecoroso, davanti a la crème della crème dell’alta società inglese per di più. Ma cosa hai in mente? Ceci forse?”. Nessuno si prende cura di me come lei.  È più perspicace di me, e conosce certamente i comportamenti degli uomini più di me. È un anno più grande e durante la sua prima stagione l’anno scorso ne ha viste delle belle, ogni giorno mi arrivava una lettera con un quasi incidente.
“Non credo avrebbe fatto nulla, non ha fatto nulla quando avrebbe potuto, perché rischiare ora, in pubblico poi?”.
“Cosa intendi Elèna, ha cercato di farti violenza?”. Chiede scioccata.
“No, assolutamente no, non mi ha fatto nulla. Credo che voglia giocare con me, sedurmi, perché io ho rifiutato un bacio.”.
“Ha chiesto di baciarti? Ma io, io, gli tiro le orecchie!”.
Trattengo una risata.
“Non preoccuparti per me. Non accadrà nulla, voglio giocare anche io. Dopotutto non avrò molte stagioni davanti a me.”.
“Sei sicura che vuoi solo giocare e non altro?”.
“A questo non so dare una risposta, non ancora, in poche settimane ha messo in dubbio molte cose. Sono confusa.”.
“Non credo ti ferirà fisicamente, ma a me importa che non ti ferisca sentimentalmente.”.
“Non preoccuparti, cercherò di difendermi al meglio.”.
“Alla passeggiata di domani voglio ogni dettaglio del vostro incontro però!”. Afferma alleggerendo l’atmosfera.
Durante il secondo atto mi sono annoiata in maniera indicibile, mentre Arabella è più presa che mai. Il secondo atto è stato relativamente breve, mentre il terzo durerà all’incirca quanto il primo.
“Non mi capacito che non ti interessi.”.
“ È che sono tanto stanca, come fai ad avere così tanta energia? Io sono sfinita.”.
“Lady Arabella, se lo desiderate potete prendere il mio posto, Io non sono affatto interessato a stare in prima fila.”. Letum si intromette sfacciato nella nostra conversazione.
“Non potrei mai lasciare lady Elèna sola.”. Mi guarda con fare interrogativo, vuole sapere se per me va bene.
“Per me non c’è alcun problema! Vi prego di accettare.”.
“Ne siete sicura?”. Chiede ancora.
“Assolutamente.”.

Il terzo atto è cominciato da qualche minuto, segretamente speravo che Letum si sedesse di fianco a me, invece di lui neanche l’ombra, deve essersi fermato fuori a bere, o a fumare o forse quest’opera davvero non gli interessa. Allora perché venire? Troppe domande, che a loro volta ne generano di nuove, alle quali non posso rispondere.
Chiudo gli occhi stanchi e mi lascio andare al torpore che ben presto pervade il mio corpo. Sto per abbandonarmi al sonno quando sento un movimento di fianco a me. Apro immediatamente gli occhi.
Letum. La sedia che in precedenza Arabella aveva avvicinato alla mia rende la nostra distanza minima, sento il suo odore quasi.
Sono stranamente sveglia e lucida: aspetto la sua prossima mossa, non posso lasciarmi andare. Cerco di concentrarmi sugli attori, ma la sua sola vicinanza mi rende nervosa. Il corsetto mi rende impossibile respirare a pieni polmoni, mi gira quasi la testa dall’intensità di questo momento.
“Non temete, non farò nulla di sconveniente, non troppo.”. Sussurra piano. Le sue parole rese udibili soltanto a me grazie alla musica alta. Mi giro e con sorpresa trovo il suo viso molto più vicino del dovuto.
“State tranquilla, questi sono i posti degli amanti, nessuno è in grado di vederci da qui.”. Sussurra vicino al mio orecchio.
“E cosa rischiano di vedere my Lord?”. Chiedo sfrontata, non era affatto mia intenzione provocarlo. Dopo pochi istanti percepisco le sue dita tracciare il mio collo partendo dalla base della nuca per scendere lungo la spina dorsale tra le scapole, per poi risalire ancora una volta. È oltremodo oltraggioso il suo comportamento, proibito, ma come faccio a sottrarmi, quando quel contatto mi manda, non so esattamente dove. Sento una sensazione strana al basso ventre, quasi dolorosa.
Rilascio un sospiro, come se lo avessi trattenuto per più del dovuto. Questo è un gioco pericoloso, e io ho accettato di giocare senza conoscerne le regole. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare in quel posto così lontano e straniero da dimenticare dove sono. È una sensazione estremamente piacevole. Le sue dita sono così delicate sulla mia pelle, più delicata della seta.
“Permettetemi di assaggiarvi". Odo a stento quelle parole scandalose, sussurrate eccessivamente vicino al mio orecchio, di nuovo questa richiesta. Non sono capace di dargli una risposta, la mia voce è andata persa, non sono più padrona del mio corpo. Nonostante tutto deve aver preso il mio silenzio per consenso poiché sento le sue labbra indugiare sul mio collo. Inclino, quasi d’istinto, leggermente la testa di lato mentre lascia baci delicati ed umidi sulla spalla scoperta per poi tornare nuovamente su verso il collo. È una tortura alla quale non ero mai stata sottoposta, mi fa desiderare altro, ma altro cosa? Sono così confusa. Intanto questa sensazione nel basso ventre si intensifica. Mentre mi perdo spudoratamente alle sue attenzioni, sento la sua mano sulla mia gamba. Nessuno aveva mai osato sfiorarmi il collo con le labbra, o la gamba con le dita, nessuno si era mai permesso di parlarmi in modo così illecito, nessuno mi aveva mai fatto proposte del genere. Nessuno mi ha mai fatto sentire così. Nessuno mi ha mai toccata così.
Un oscuro dubbio s’insinua tra i miei pensieri.
E se pensasse che mi comporto in questo modo così disdicevole con tutti?
E se pensasse che sono una poco di buono?
Ma cosa penso di fare?
Come ho potuto essere così sciocca?
Come ho fatto a lasciarmi ingannare così?
“Vi prego, fermatevi.”. Sussurro supplicante aspettandomi un suo rifiuto. Inaspettatamente si arresta all’istante e allontana la mano della mia gamba.
“Io, io non…”. Non ritrovo più la voce. “Non sono…”.
“Cosa?”.
“Non ho mai, mai..”. Non so cosa dire.
“Lo so. Per questo vi bramo.”. Nonostante abbia compreso ciò che volevo dire, mi vergogno.
Mi vergogno tremendamente per il mio comportamento, per la mia bramosia del suo tocco e per il semplice fatto di essere stata così sciocca da lasciarmi toccare in modo così inappropriato da un uomo.
Mi sento tremendamente sporca. Sono confusa da tutte le sensazioni che pervadono il mio corpo, non le comprendo. Non riesco a respirare quasi.
“Vi prego, non vi struggete.”. Mi porge un fazzoletto ricamato. Non me ne ero accorta, ma sto piangendo.
“Sapete, io la mia opinione su di voi non l’ho cambiata Elèna.”.
“Cosa volete da me?”.
“Tutto, desidero tutto di voi.”.
“Voi non mi conoscete.”.
“Allora fatevi conoscere.”
“Siete così sicuro di voi. Cosa vi fa credere che io vi voglia conoscere?”.
“Il vostro corpo vi tradisce. Non vi comportate così con nessun altro, e mai lo farete.”.
Non rispondo nulla, non so cosa rispondere.
“Non so cosa dirvi.”.
“Ditemi solo sì.”.





Salve a tutti, spero vi piaccia il nuovo capitolo~
Mi scuso in anticipo per la presenza di eventuali errori!

▪︎Nana▪︎

Finché Morte non ci separiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora