Certe volte non riusciamo a reagire.
Ci sentiamo impotenti,fragili,inutili.
Incapaci di riuscire a far capire al mondo che noi siamo qualcuno e che abbiamo delle capacità.
Vorrei urlare al mondo "basta".
Basta giudicare.
Basta usare le persone.
Basta odio.
Basta tutta questa cattiveria.
Mia madre diceva sempre "si gentile e abbi coraggio".
Quelle parole le ho sempre prese in parola.
Ma a volte essere gentili e altruisti ti fotte."Amber tesoro vestiti oggi c'è il concerto"urla mia mamma dal piano inferiore.
Oggi andrò al concerto di Ultimo.
Niccolò,la persona che mi ha sempre capita.
Attraverso i suoi testi mi sento me stessa,non mi sento giudicata da nessuno.
Vivo nei suoi testi.
"Si mamma"le rispondo urlando.Mi chiamo Amber,ho sedici anni,e frequento il liceo delle scienze umane nella mia città.
Ho i capelli corti,con i colpi di sole,occhi verdi tendenti al marrone,sono molto bassa,e ho un fisico normale.
Non sono una ragazza che ama farsi notare.
Resto sempre sul mio e studio tutti con lo sguardo.
Odio stare al centro dell'attenzione,non amo vantarmi di me,anche perché non riuscirei a vantarmi di nulla.Mi alzo dal letto e vado in bagno.
Mi trucco poco,indosso un pantalone nero aderente,una maglia bianca di ultimo,e sopra la felpa sempre di ultimo nera.
Scendo giù,mangio un biscotto e bevo un succo ai frutti di bosco e salgo di nuovo in camera.
Prendo uno zaino e ci metto il telefono,il biglietto,il biglietto per il backstage,caricabatterie portatile,acqua,mascara,e cibo.
Mentre mi finisco di prepararmi suonano al campanello.
Questa deve essere Federica.
Federica,la mia migliore amica,colei che c'è sempre stata per me.
Ci conosciamo dalle elementari.
Siamo inseparabili.
Bussano alla porta,quindi metto lo zaino in spalla,e apro la porta.
"Ciao amo"urla lei saltandomi addosso.
Risi e ricambiai il saluto baciandole la guancia.
Scendiamo al piano di sotto e ci dirigiamo in macchina.
"Allora ragazze state attente,non allontanatevi dal San Paolo,non date confidenza agli sconosciuti e tu Amber manda via la timidezza e buttati"parla mia mamma guardando la strada.
Annuiamo e poco dopo ci troviamo fuori lo stadio.
Andiamo verso la security e diamo a loro i pass.
Entriamo nello stadio,c'è un silenzio tombale.
Siamo solo noi.
Ci avviamo verso la prima fila e aspettiamo il concerto.Quattro ore dopo.
Il concerto sta per iniziare,tutto il tempo io e Federica lo abbiamo passato a mangiare e a parlare del più e del meno.
"1,2,3...BUIO"la sua voce..
Già sento gli occhi pizzicare.
Dopo cinque secondi Niccolò sale sul palco.
"Ciao Napoli!come state ?io bene,è un onore essere qui con voi stasera"dice lui in tutta la sua bellezza.
Aveva le vans ai piedi,pantalone nero attillato è una maglia con il suo nome d'arte scritto in oro.
Canta Ipocondria,Ovunque tu sia,Piccola stella e altre.
Arriva "La stazione dei ricordi".
Quella canzone parla di me.
"Togli quegli occhiali,fa parlare i tuoi occhi"urlo io guardandolo.
Stranamente sembra capirmi e leva gli occhiali.
Inizia a cantare.
Questa canzone parla della mia vita,non sbaglia di una virgola.
"Amber sta guardando te"è Federica a parlare.
Io la guardo e scoppio a piangere.
Non voglio lasciarlo andare.
Non c'è la faccio.
Non riesco più ad andare avanti.
Voglio ritornare a 3 anni fa e fermare tutto quello che mi facevano quelle due bestie.
Urlare al mondo che sono stanca.
Continuare a giocare a pallavolo.
Arrivare alle nazionali.
Ma ora non posso fare più nulla.Alzo la testa e vedo che Niccolò sta salutando il pubblico.
Scoppio di nuovo in lacrime,e alzo la chiave che ho al collo guardandolo.
Lui va via e tutti urlano.
"Dai andiamo nel backstage,lo abbraccerai"dice Federica sorridendomi.
"Fede io non so se sono in grado di lasciarlo andare"sussurro stringendo i denti per non piangere.
"Sei forte Amber,andiamo"mi trascina nel backstage ed entriamo.
Niccolò è seduto che ride e scherza con Adriano.
Il mio cuore perde un battito.
"Ehm ciao ultimo"dice Federica sorridendogli.
Lui le sorride ma posso intravedere un pizzico di fastidio.
Gli ha dato fastidio il modo in cui l'ha chiamato.
Lei si fionda tra le sue braccia e scattano una foto.
Tocca a me.
Prendo forza e dico "ciao Niccolò".
La mia voce trema,lui mi guarda e sorride.
"Ei ciao,vieni qui,non mangio tranquilla,come ti chiami ?"sorride lui prendendomi la mano.
"Amber"sussurrò per poi trattenere le lacrime.
Mi fiondo tra le sue braccia e iniziò a singhiozzare.
Mi stacco da lui e domando "come stai?"
lui mi guarda stranito ma poi sorride "bene,ma sei la ragazza che stava in prima fila?"dice lui con un sorriso .
Oddio,mi ha notata.
"Si sono io,ehm possiamo fare una foto o è un problema?"domando abbassando lo sguardo.
"Ei certo piccoletta,facciamo sta foto bella e abbracciame de novo"parla in romano e prende il cellulare che ho tra le mani.
Mi tira affianco a se e scatta una foto.
"È stato un piacere Amber"dice sorridendomi.
"Niccolò aspetta"dico mentre lui andava via.
"Dimmi piccolè"dice lui tornando da me.
Prendo la lettera e gliela do.
Quella lettera significa molto per me.
"Leggila quando sei solo.
Ma dimmi una cosa,sei felice?"domando guardando i suoi occhi.
"Vedi piccoletta,tutto questo successo è grandioso.
Come forse già saprai ho chiuso con Federica,non mi manca per nulla,è un capitolo chiuso ma ci è voluto per dimenticarla."dice lui guardandomi.
"Sorridi perché così sorrido anche io"sussurro.
Lui mi bacia la guancia e va via.
Se n'è andato..
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"In quel posto dentro di me"
RomanceAmber,una ragazza di quasi sedici anni,abita in una cittadina in provincia di Caserta. Studia al magistrale,ed ha un passato alle spalle che ha segnato il suo cammino. Solo una persona è in grado di capire come lei si senta. Ma questa persona è lont...