Sono estremamente convinta che esistano due vite parallele: una fuori dalle lenzuola e una sotto alle lenzuola. Non conta chi sei realmente quando ti trovi sdraiato su un letto senza vestiti in compagnia di un ragazzo che ti desidera tanto quanto tu desideri lui. Ed è proprio per questo mio pensiero che mi trovo da ormai un anno in un collegio femminile a Londra. La vita frenetica di New York, il troppo lusso, i party, le sbronze in limousine e la "me" del passato avevano reso tutto un inferno e ho dovuto dissociarmi per un po' di tempo. Non è stato per niente facile abbandonare tutto, ma mi è servito tanto. Ora, dopo la bellezza di 9 mesi, sono pronta per ricominciare e spero vada tutto bene. Mia madre era l'unica al corrente della mia decisione e, avendo buttato il telefono una volta raggiunta l'Inghilterra, non ho più contattato nessuno dei miei amici, tantomeno Beth.
Chi è Beth?
Beh, lei è la mia migliore amica dal primo anno di asilo e fidanzata dalla terza elementare dell'ultimo ragazzo con cui sono andata a letto. Ovviamente lei non è a conoscenza di questo fatto e sono più che convinta che Carter non le abbia detto nulla. Sono sempre stata affascinata da lui, il classico principe azzurro: estremamente affascinante, bello, simpatico e tanto gentile quanto disponibile. Come ogni venerdì sera, i ragazzi della squadra di nuoto della scuola, i quali sono gli unici a possedere le chiavi della piscina insieme al loro allenatore, hanno dato un'enorme festa, alla quale Beth, la prima della classe, come al solito si rifiuta di venire, perché all'oscuro della preside e dei professori. Quel giorno era più noioso del solito e così, ho esagerato con i Martini e in poco tempo mi sono trovata in piscina. Dal momento che avevo un vestito bianco, Carter si è offerto di aiutarmi, ma una volta nello spogliatoio delle ragazze abbiamo deciso di abbandonarci all'istinto. I ricordi ancora sono vividi e il senso di colpa continua a divorarmi. Lui aveva fumato e quindi, dopo averlo fatto, non ha impiegato molto tempo ad addormentarsi e così, con l'aiuto di Owen, un ragazzo della squadra, l'abbiamo riportato a casa. Dopo due ore, dove sono passata dalla mia penthouse a riempire di oggetti a caso una valigia e ad avvertire mia madre della mia decisione senza una precisa motivazione, ero già su un aereo diretto a Londra."dove devo portarla?" mi sorride gentilmente il taxista, mentre mette in moto la macchina.
"alla Bloomberg Tower, perfavore."
Durante il tragitto, rimango a fissare dal finestrino lo skyline di New York, la città più bella in assoluto. Non le manca niente: ci sono moltissimi ristorantini dove andare a mangiare, boutique dove fare shopping, musei dove passare le domeniche di inverno, nightclub dove concludere le giornate no, sempre gente nuova, tutte le culture e poi è la mia città natale.
Sono estremamente felice di fare una sorpresa a mia madre, perché ultimamente il nostro rapporto non era roseo. Non avendo nulla con cui contattarla, mi fermo da Justin, il portiere, a cui lascio la valigia e chiedo qualche informazione.
"signorina Maryjane, ho sentito dire da vostra madre che questa sera ci sarebbe stata una festa a casa dei Cohen, sarà sicuramente lì."
"potresti chiamarmi un taxi?"
Mi faccio lasciare sotto l'edificio in cui abita Maxwell e, dopo aver preso un respiro profondo, mi faccio avanti verso l'ascensore. Sono stata così tante volte in questo posto, sono uscita diverse volte con John, il figlio maggiore dei Cohen. Ha quattro anni in più di me ed è un ragazzo davvero interessante, dal momento che il suo stile di vita è di gran lunga diverso dal mio: di giorno dorme e di notte si ritira nei casinò nella periferia della città. Diciamo che non è proprio una gran bella persona, ma esteticamente è molto carino e ha molta esperienza.
Quando le porte dell'ascensore si aprono, rivelando la mia figura, gli invitati si girano in mia direzione con una faccia stordita. C'è chi è felice di vedermi e chi un po' meno, ma indistintamente mi salutano tutti con fare caloroso.
"tesoro, ben tornata!" mi abbraccia così forte, da strozzarmi quasi.
"mamma!" ricambio la stretta. Mi è davvero mancata.
Non è la classica madre rigida, che elimina la sua vita per prestarsi alla mia, ma comunque mi ama alla follia, solamente che a modo suo. Non mi ha mai tappato le ali, ma allo stesso tempo ha cercato di educarmi al meglio e solo ora capisco che, quando mi vietava di fare determinate cose, c'era un motivo. Non avrei dovuto disobbedire ai suoi ordini e, per capirlo, ho dovuto toccare il fondo.
"ehi, Mary!" si avvicina a noi Miriam, la mamma di Beth. Se c'è lei significa solo una cosa: anche la mia migliore amica é qui.
Mi affretto ad andarmene, dicendo che sono molto stanca per il viaggio e declinando tutti gli inviti a restare, quando vado a sbattere contro colei che stavo cercando di evitare.
"ehi, Maryjane." mi saluta con acidità e rivolgendomi un sorriso falso. La sua espressione di disprezzo mi fa gelare il sangue e la voce mi muore in gola.
"Mary?" compare alle sue spalle Carter.
"sí, a quanto pare è tornata." Beth si avvicina al suo volto con intenzione di baciarlo, facendomi intendere che stanno ancora insieme, ma lui si scosta e viene nella mia direzione.
"ciao a tutti!
Vorrei rimanere, ma ho davvero bisogno di tornare a casa." fingo una risata.
"salutatemi Max."Andare là è stata una pessima idea, come nuotare vicino agli squali con una ferita aperta.
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Cheaters
Teen FictionUna teen-fiction ambientata nell'attuale New York, dove i ragazzi vogliono comportarsi da adulti e gli adulti da ragazzi. Dove se non possiedi un conto fiduciario e segreti che potrebbero compromettere la tua vita non vieni considerato un vero e pro...