Tornare a casa fa sempre uno strano effetto, soprattutto quando hai una madre che cambia disposizione dei mobili e colore delle pareti una volta ogni due settimane. Anche se la mia penthouse sulla Bloomberg Tower sarà sempre il mio punto di riferimento, dove sono nata, dove ho vissuto, dove abito tuttora e dove crescerò i miei figli.
"mamma dove sono i miei stivali di Prada?" strillo, correndo da una stanza all'altra per via della foga causata dall'enorme ritardo.
Che abbia di nuovo inizio la routine scolastica!
Non vedevo l'ora...
"credo siano di sopra.
Non mangi nulla per colazione?"
"prenderò qualcosa per strada." afferro la borsa e le lascio un bacio sulla guancia, per poi scappare.
Fortunatamente la scuola non è molto lontana e potrò raggiungerla a piedi. Sarebbe impossibile fermare un taxi all'ora di punta a New York.
"ehi." faccio un cenno con la mano a Carter, il quale é appoggiato al cancello del mio palazzo con un'espressione fin troppo felice per uno che sta per affrontare una mattinata sui banchi.
"Mary, ti stavo aspettando." mi fa cenno di seguirlo.
"lascia che ti dia un passaggio a scuola."
"non è necessario, devo anche andare a comprare un croissant." sorrido.
"il mio autista può fermarsi al Perrine."
Dal suo volto supplichevole capisco che ciò che mi deve dire è importante e così, mi accomodo sui sedili della sua limousine. Si siede al mio fianco e per un attimo i nostri sguardi si incontrano e sembra quasi di ritornare alla festa della squadra di nuoto.
"che cosa volevi dirmi?" mi allontano di qualche centimetro da lui.
"io... beh, non so come dirtelo, ma mi sei mancata." mi rivolge un sorriso e mi fissa intensamente con i suoi grandi occhi marroni.
Rimango in silenzio finché non arriviamo al Perrine e, una volta aver terminato di fare colazione, l'ho avvisato che sarei andata a piedi, perché dovevo incontrare alcune mie amiche, tra cui Beth.
Dopo aver superato i cancelli, raggiungo la mia classe e, dai corridoi vuoti, capisco che la campanella dell'inizio delle lezioni è già suonata da tempo. Così, senza dare nell'occhio, mi sono seduta su un banco libero in ultima fila e ho cominciato a prendere appunti.Ripasso il rossetto niud sulle labbra e ravvivo i capelli con le mani, poi abbandono il bagno e raggiungo gli spalti dove solitamente stavo con le mie amiche durante le pause.
"Maryjane?" alza un sopracciglio Beth.
"ehi!" saluto tutte.
"che ci fai qui?"
"sono tornata a scuola."
"non lo sapevi Beth?" si volta verso di lei Peony.
"sì, certo che lo sapevo." la fulmina quest'ultima. Non era vero, perché nessuno lo sapeva, ma decido di non contestare per danneggiare ulteriormente le cose.
Dopo diverse frecciatine e un gentile invito a non farmi vedere al gala di questa sera da parte di colei che una volta era la mia migliore amica, decido di andarmene. Di sicuro questo non era il bentornata che mi aspettavo.
Mi fermo al bar della scuola per prendere uno yogurt e poi vado in giardino a mangiarlo. Tutta questa situazione mi sta già stressando e sono qui solamente da due giorni. Controllo un po' il telefono, quando qualcuno si posiziona davanti a me, facendomi ombra.
"Charlotte?" abbraccio la mora.
"Mary, sei davvero tu? Finalmente sei tornata!"
Charlotte Montgomery ha diversi anni in più di me, ma frequenta ancora il liceo per via di continue bocciature causate del suo comportamento. Nonostante la sua cattiva reputazione qui dentro, è una ragazza davvero simpatica e, nei momenti di noia, è piacevole fare due chiacchiere con lei o uscire con il suo gruppo. Mi ricordo di quella volta che siamo partiti per Barcellona senza preavviso: a Trevor era venuta quell'idea e tutti abbiamo deciso di renderla realtà. Non avevamo nulla in Spagna, perché eravamo partiti senza valigie e così, abbiamo dovuto procurarci tutto.
"stasera Cameron darà un party nel suo loft se ti va di venire."
"ti farò sapere."Sempre a piedi, torno a casa e fortunatamente le lezioni si sono concluse con serenità, perché non ho incontrato più nessuno. Dal momento che voglio che la giornata finisca allo stesso modo, mi chiudo in camera e cerco di prendere sonno. Un anno fa a quest'ora sarei stata sì, in un letto, ma di sicuro non a dormire.
"Mary, che cosa stai facendo?" entra in stanza mamma.
"perché?"
"stasera ci sarà il gala di Armani, è la serata perfetta per annunciare il tuo ritorno."
"non mi sento molto bene." mento.
"okay, va bene." mi lascia un bacio sulla fronte.
Mi volto su un fianco e aspetto che esca dalla mia camera. Le uniche persone che voglio vedere questa sera sono i personaggi dei film che guarderò in tv.
Non ho intenzione nemmeno di valutare l'opzione di andare da Cameron, perché sennò finirebbe in maniera tragica: droga, alcool, sesso e chissà cos'altro. Sono dei festini dove non esiste dignità, dove puoi fare qualunque cosa senza vergogna. L'anno scorso ne prendevo parte regolarmente, ma ora non più.
*pronto? Beth?* chiedo con voce assonnata.
*ciao Maryjane.* dice con una voce tanto dolce quanto falsa. Certe volte sa essere davvero crudele, è la persona più vendicativa che io conosca.
*hai bisogno di qualcosa?*
*volevo solo accertarmi che stasera stessi lontana dal gala di Armani.*
*sì, non ho voglia di venire, però sono sempre in tempo per cambiare idea: ho bisogno di parlarti, vieni da me tra mezz'ora.* riattacco.
Ha voglia di giocare?
Allora giochiamo.
Indosso una vestaglia in raso dello stesso colore del pigiama in seta e raggiungo il piano inferiore per aspettarla seduta sul divano del soggiorno. Sono stanca del suo continuo trattarmi male senza motivo. Anche se in realtà c'è, non conta perché lei non ne è a conoscenza.
"Maryjane." si fa strada nel mio salotto, per poi accomodarsi su una delle poltrone.
"posso cominciare a parlare?" alzo un sopracciglio e mi mordo il labbro. Sono una persona molto gentile e buona, ma quando perdo la pazienza è finita. Lei sta rasentando il limite.
"veloce, tra poco devo andare a casa di Carter."
"perché devi comportarti in questo modo?"
"in quale modo?" fa la finta tonta e scoppia a ridere.
"mi sa che stasera verrò al gala, ti va di aiutarmi a scegliere l'abito?" rispondo.
"a che cosa ti serve un abito, quando dopo neanche un'ora ti trovi nuda in uno sgabuzzino?"
Rimango senza parole e così, la lascio sola in salotto, raggiungendo velocemente la mia stanza. Quando sento bussare ripetutamente alla porta, faccio finta di niente sapendo già di chi si tratta, ma nonostante ciò, decide di entrare.
"sono mortificata..." Beth si stende al mio fianco e mi abbraccia.
"non è necessario che tu faccia la parte della gentile, stasera non sarei comunque venuta."
"Mary mi hai abbandonata per nove mesi, senza dirmi dove andavi, quando saresti tornata o perché partivi." scoppia in lacrime e una morsa mi stringe lo stomaco.
"scusa, scusa davvero.
Possiamo ricominciare da capo?" le prendo la mano.
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Cheaters
Teen FictionUna teen-fiction ambientata nell'attuale New York, dove i ragazzi vogliono comportarsi da adulti e gli adulti da ragazzi. Dove se non possiedi un conto fiduciario e segreti che potrebbero compromettere la tua vita non vieni considerato un vero e pro...