Le mamme sanno sempre tutto

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Dopo aver terminato la chiacchierata con Beth, dove mi ha aggiornata sugli ultimi gossip della scuola, mi sono addormentata molto, molto, ma molto contenta.
È come se ogni cosa fosse tornata al proprio posto.

"no, mia madre mi ucciderà per averle rovinato il vestito." faccio scivolare a terra l'abito Hermès e sento gli occhi di Carter squadrarmi più e più volte.
"i miei vestiti sono nell'armadietto 15, prendi tutto ciò di cui hai bisogno. Vuoi che esca mentre ti cambi?" ho sempre saputo che lui avesse una cotta per me, come tutti d'altronde, ma il modo in cui mi guarda stanotte ne è la conferma. Ho sempre pensato fosse che fosse il ragazzo più bello che avessi mai visto, così buono e così puro. Era fidanzato con Beth dalla terza elementare e loro due non avevano mai fatto niente.
"no, rimani. Magari puoi aiutarmi." velocemente ho sfilato anche l'intimo.
Sono avanzata verso di lui e ho cominciato a sfilargli la giacca. Dolcemente gli ho preso una mano e l'ho appoggiata su un mio seno, mentre lui ha avvicinato le sue labbra alle mie.
"sei stupendo..." ho sussurrato.
"ho sempre pensato che tu fossi un principe, Carter Ackerman."
"così perfetto, così puro."
Con delicatezza mi ha sollevata da terra, facendo aderire la mia schiena al muro. Con un movimento di fianchi è entrato dentro di me e io ho avvolto le mie gambe intorno al suo corpo tonico e muscoloso. Per muoversi con ancora più agilità e preso dalla frenesia, ha appoggiato le mani al muro e ho sentito la sua schiena contrarsi ogni volta, mentre facevo scivolare le mie dita affusolate su di essa.
Abbiamo continuato a baciarci con ardore e desiderio, come se ci fossimo voluti da sempre, ma non saremmo mai potuti stare insieme. Lui non mi apparteneva.
"io ti amo, Maryjane Lawrence."

Mi sono svegliata di soprassalto e tutta sudata. L'ho sognato, ancora. Ho passato tutte le notti in collegio a rivivere quel momento. Non posso chiamarlo incubo, ma mi piacerebbe che lo fosse.
Raggiungo il piano inferiore per prendere un bicchier d'acqua, poi faccio una doccia e comincio a prepararmi per la scuola. Perlomeno oggi non sarò in ritardo.
Indosso la divisa e poi prendo degli stivali Saint Laurent di mia madre, la mia borsa Dolce&Gabbana e, dalla noia, comincio a scegliere dei gioielli da indossare. Solitamente non li seleziono mai con criterio per andare a lezione, dal momento che sono sempre in ritardo e non ho nemmeno il tempo di respirare.
"ti senti meglio questa mattina?" mi bacia sulla fronte mia madre, raggiungendomi in soggiorno per fare colazione.
"sí, Beth è stata così gentile da venirmi anche a trovare. Come è andato ieri sera il gala?"
"come al solito, se non che Bertram ha scoperto la moglie con l'autista."
"e Beth e Carter hanno lasciato la festa molto prima..." aggiunge, cercando di decifrare la mia espressione dopo questa rivelazione.
"sono fidanzati da quando avevano 8 anni, è normale..." faccio spallucce e prendo un po' di more.
"hai sempre avuto una cotta per lui..."
"lo so, ma ora non è così."
"stai negando i tuoi sentimenti? Lo vedo come vi guardate, i vostri occhi parlano da soli..." mi stringe la mano e mi guarda preoccupata.
"lui è il ragazzo di Beth." sottolineo e mi alzo da tavola.
Visto il mio largo anticipo, fermo un taxi e mi faccio lasciare sotto l'edificio in cui abita la mia migliore amica: voglio farle una sorpresa.
"ehi, dormigliona!
Andiamo a fare colazione?" entro in camera sua e apro le tende, facendo entrare nella sua stanza la luce del giorno.
"con quale coraggio ti presenti qui?" strilla.
Rimango allibita e senza parole, capendo già di quale problema si trattasse.
"io... io Beth, sono mortificata." una lacrima mi riga il viso e, per quanto vorrei andarla ad abbracciare, rimango immobile.
"ieri sera sono tornata con Carter a casa e, una volta che eravamo sul punto di farlo, lui mi ha raccontato della festa in piscina."
"doveva essere la mia prima volta..." aggiunge.
"la nostra prima volta..."
"Beth, è per questo che sono partita: perché non avrei saputo come comportarmi con te, mi sentivo e mi sento tutt'ora così in colpa."
"perché avevi paura di affrontare la situazione, non per me.
Hai sempre potuto avere chi volevi, perché proprio Carter?"
"Bi, a me Carter piaceva veramente..."
"vattene!
Vattene ora da casa mia!"

Non ho mai corso così forte, non c'è mai stata una volta in cui mi fosse importato meno del parere degli altri, l'unica cosa che desideravo era di stare da sola e lontano da tutti. Dopo aver preso un taxi e raggiunto Brooklyn, sono entrata nel primo parco sulla destra e poi, una volta visto Tobias, mi sono recata da lui. Era da quando sono partita per Londra che ero più andata a trovarlo o avevo fatto uso di qualche sostanza.
"hai bisogno di qualcosa?
È tanto che non ti vedevo..."
"Tobias, la solita."

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